Il presidente Ramella evita la rottura politica sulla Trossi

Si andrà ai tempi supplementari per risolvere il problema che si è creato, con l’aggiornamento costi che ha raddoppiato il prezzo dell’opera, intorno alla realizzazione del primo lotto del raddoppio per la messa in sicurezza della strada Trossi in territorio di Gaglianico. Un intervento che ha visto passare il conto da pagare da 3,5 a 6,9 milioni di euro a causa della difficile congiuntura internazionale, tra guerre, pandemia e inflazione alle stelle.

Lunedì sera in consiglio provinciale in molti erano pronti allo “splash down” con la maggioranza di centrodestra che, dopo una riunione nei giorni precedenti alla seduta nella sede di Fratelli d’Italia, sembrava intenzionata ad affossare il progetto. C’è voluto un colpo di ingegno del presidente Emanuele Ramella Pralungo per cercare di evitare una rottura che avrebbe avuto effetti devastanti sul bilancio dell’ente e anche sui delicati equilibri del quadro politico, per riuscire a ottenere una specie di rinvio e cercare di risolvere la questione entro il prossimo 20 dicembre, data ultima per inserire nel bilancio la somma necessaria per la copertura dell’intervento.

Ramella Pralungo, nei limiti del possibile, ha cercato di mantenere bassi i toni della possibile polemica, non prima però di avere espresso alcune precisazioni sul tema: «Anzitutto voglio chiarire le cifre, dopo che sui giornali è apparso che per fare 1.700 metri di strada avremmo speso 12,3 milioni di euro. Questa cifra tiene conto degli interessi da pagare alla banca per il prestito che dovremo accendere, ma il costo reale dell’opera, pur con un aumento rilevante dovuto a fatti che non riguardano solo il Biellese, è salito a 6,9 milioni. Ma dovessimo quantificare i costi delle opere pubbliche tenendo conto anche degli oneri finanziari, scopriremmo che la superstrada Pedemontana sarà pagata ben più dei 305 milioni previsti e che comunque sarà molto più cara, in proporzione, della nostra Trossi».

Fatta giustizia sulle cifre, il presidente ha poi indossato il doppiopetto e ha tirato fuori il suo asso nella manica: «Stasera» ha detto «dovremmo votare la variazione di bilancio con la necessaria copertura dell’opera e poi aggiornare il Documento unico di programmazione con i nuovi costi dell’opera. Per cui vi propongo di invertire i due punti all’ordine del giorno, approvando prima il Documento unico di programmazione e poi uscendo tutti dall’aula per la variazione di bilancio che quindi sarà rinviata. Mercoledì andremo insieme a svolgere un sopralluogo lungo la Trossi, in particolare per vedere come risolvere il problema della nuova rotonda che potrebbe comportare un restringimento della carreggiata, cercando di capire se i frontisti saranno disponibili a cedere un po’ più di terreno per costruirla. Giovedì ci riuniremo per discuterne e a dicembre cercheremo di approvare la variazione del bilancio con il nuovo importo per mantenere in piedi il progetto. Abbiamo tempo fino al 20 dicembre per evitare di dover rinunciare a un’opera sulla quale tutti siamo d’accordo per quanto riguarda l’utilità per il territorio».

La proposta è passata e si è proceduto in tal senso. Con i consiglieri di centrodestra, che pur dando atto al presidente di avere trovato una soluzione che al momento evita una pericolosa rottura politica, hanno comunque ribadito che se non saranno rispettate le loro richieste sono pronti a non votare la variazione di bilancio, facendo, in questo modo decadere il progetto sul quale hanno reclamato un maggiore coinvolgimento dei sindaci e dei frontisti.

«Non so se riusciremo a trovare l’accordo con tutti» ha chiosato Ramella Pralungo «ma abbiamo il dovere di provarci».

Il percorso per arrivare a varare l’intervento resta stretto, ma quanto meno adesso c’è in po’ di tempo per provarci.

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