Costa Azzurra. Al caldo, alla Fête du Citron di Mentone

Se in questo febbraio volete una buona scusa per un fine settimana al mare, con l’obiettivo di scaldarvi le ossa, quella di andare alla Fête du Citron a Mentone è ampiamente consigliabile, per la piacevolezza della festa, dei luoghi e del clima. Oggi vi racconto la mia esperienza di un anno fa, invitandovi a ripeterla, ma lasciandovi ampie possibilità di variazioni sul tema, sia per quanto riguarda dove fermarsi a dormire che per la strada da fare.

Chi lascia la strada vecchia…

La via più logica per la Riviera ligure di Ponente e per la Costa Azzurra è quella dell’A10, conosciuta come l’Autostrada dei Fiori. Ma vi confesso che quella interminabile sequenza di gallerie, con i chiaroscuri conseguenti e le code al rientro, non mi ha mai attirato particolarmente. Le mie calate in Liguria hanno sempre privilegiato i percorsi secondari che magari prevedono tempi più lunghi, ma che offrono paesaggi e borghi che altrimenti non si vedrebbero. Se avrò tempo e voglia, in altre pagine vi parlerò delle castagne di Castelvecchio di Rocca Barbena, dei funghi di Calizzano e degli amaretti del Sassello, ma chiunque dei miei lettori può trovare facilmente queste strade con un po’ di ricerca e senza tanti navigatori satellitari. Così, complice un impegno a Torino del sabato mattina, per andare in Costa Azzurra sono passato dal Colle di Tenda. Un percorso sicuramente stortignaccolo, anche se più corto, complicato ora dal semaforo al confine, per via dei lavori di raddoppio della galleria del Tenda.

Il Trofeo delle Alpi

Ma vuoi mettere la soddisfazione di passare in pochissimo tempo dalle “gorges” oscure della valle della Roya allo spettacolo luminoso e improvviso del mare e della costa da Ventimiglia a Nizza! Succede quando arrivi a La Turbie, paesino a 500 metri di altezza, a picco sopra il Principato di Monaco, famoso per essere il punto preciso dove le Alpi finiscono al mare. O meglio, questo era quello che pensavano i Romani, tanto da costruirci un monumento colossale, il Trofeo delle Alpi, o “di Augusto”. Unico per dimensione e importanza storica, costruito tra l’anno 7 e 6 a.C., il Trofeo è una delle meraviglie del patrimonio architettonico delle Alpi Marittime. E’ doveroso fermarsi, per visitare il museo adiacente e guardare il panorama. Doveva essere alto cinquanta metri ma appare imponente ancora adesso. Dalla sua terrazza non si può fare a meno di ammirare, ai nostri piedi, l’opulenza architettonica di Montecarlo, espressa in particolare dai grattacieli forzatamente inseriti in un contesto urbano già di per se confuso e caotico. Per la fortuna del Principato, il mare placa le forme e crea bellezza, ma l’immagine mondana che ne deriva attira il sottoscritto solo per poco e poi mi fa tornare più che volentieri a paesaggi più ordinati e tranquilli.

Espatrio “quasi” clandestino

La meta del mio viaggio era Mentone, la prima cittadina della Costa Azzurra dopo il confine italiano. Avevo acquistato due biglietti, in tutto 60 euro, per assistere alla sfilata della Fête du Citron di quella domenica. Ma non avevo trovato un posto per dormire. O meglio, non l’avevo cercato in Francia, complice i prezzi. Per passare la notte sono rientrato in Italia, mezz’ora di strada, e ho trovato facilmente un letto economico a Dolceacqua, delizioso borgo nell’entroterra di Ventimiglia. Ve lo avevo raccontato nella pagina di “Dietro l’angolo” del 3 marzo 2017 e se ve la siete persa, la potete leggere sul mio blog che da qualche giorno trovate sul sito www.ilbiellese.itAl mattino di domenica ho lasciato l’auto poco prima del confine di Ponte S. Luigi e ho raggiunto Mentone a piedi, con una magnifica passeggiata di poco più di un’ora. In questo modo si evitano i costi di parcheggio all’andata e le code al ritorno, con il solo rischio di passare per un povero pellegrino verso Compostela o peggio per un migrante clandestino.

La Fête du Citron

Quella di quest’anno, in programma dal 17 febbraio al 4 marzo, è la 85° edizione della festa, organizzata per celebrare l’importate produzione dei limoni in questa zona. Proprio per questa eccellenza, già nel 1929 venne allestita una prima esposizione di agrumi durante la sfilata del carnevale locale. Durante queste tre settimane sono previste cinque sfilate, di cui due in notturna il giovedì 22 febbraio e 1° marzo e tre alla domenica pomeriggio. Sono inoltre in programma tre passeggiate notturne nei Giardini Biovès, dove sono allestite le scenografie fisse che assumono una particolare dimensione grazie ad una artistica illuminazione. Per le composizioni fisse e per i carri verranno utilizzate circa 140 tonnellate di agrumi, costantemente integrati e sostituiti. Sono più di seicento le persone impegnate tra artisti, allestitori, organizzazione e sicurezza, per oltre ventimila ore di lavoro.

Bollywood

Ogni anno la Fête du Citron propone un tema particolare al quale si ispirano i carri e le installazioni. Dopo Cinecittà e il cinema italiano nel 2016, e Broadway nel 2017 al quale fanno riferimento le foto di questa pagina, nel 2018 il tema sarà Bollywood, ovvero la celebre industria del cinema indiano che ha sede a Mumbai (già Bombay). E’ un tema che permetterà agli scenografi di realizzare decori monumentali, parterre di fiori dai mille colori, un bestiario favoloso grazie alla mitologia indiana, danze e canti in lingua hindi a ritmo della gioia della vita. Nei Giardini Biovès si potrà camminare nel mondo ritmato e colorato del cinema indiano, dove la musica, la spiritualità e la bellezza della natura partecipano alle trame dei film. Le storie disegnate da limoni e aranci si ispirano alle architetture dei palazzi reali indiani, come il Palazzo dei Venti di Jaipur o il Taj Mahal di Agra, sotto lo sguardo impassibile delle statue degli dei.

Le sfilate

Sul grande viale dei Giardini Biovès si affaccia anche il Palais de l’Europe all’interno del quale è allestita una bella mostra di orchidee e una rassegna di artigianato. Ma l’evento più importante sono certamente le sfilate che si svolgono sul lungomare, dove vengono elevate grandi tribune per accogliere migliaia di spettatori. Qui ci si riempie occhi e orecchi di costumi, animazioni e di musiche, in un tripudio di colori e di profumi. Le cose più impressionanti sono le alte “macchine” scenografiche alle quali sono appesi acrobati e funamboli che sembrano volare senza protezione alcuna, mentre attori e ballerini a terra coinvolgono il pubblico. Poi la festa si trasferisce sulla strada del ritorno, tra i sorrisi e i saluti di gente contenta e il piacevole brivido di un primo gelato di stagione.

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