Devoto Cammino - 1ª macro tappa. Dal Calvario di Domodossola al Sacro Monte di Varallo

La prima parte del Devoto Cammino, da Domodossola al Lago d’Orta, corre sull’antica Via Francisca Novarese, ora Cammino di San Bernardo, mentre l’ultima parte, da Pella a Varallo, segue il Cammino di San Carlo. La grande vallata ossolana contiene i nostri primi passi e poi inizia una cavalcata verso ponente per raggiungere, uno dopo l’altro, gli altri otto Sacri Monti, a cominciare dal “Gran Teatro Montano” del Sacro Monte di Varallo. In totale 76 chilometri, con una possibile divisione in 4 tappe: Vogogna, Gravellona Toce, Pella, Varallo.

Da Domodossola a Vogogna
Il nostro cammino inizia in discesa con la Strada Regia che dal Calvario porta a Domodossola. Oggi come in passato, la città è terra di confine, crocevia di commerci e di culture, vero cuore della regione ossolana che con sette distinte valli si incontra su questa piana. Da visitare il centro storico con il “Borgo della Cultura”, un pentagono urbano ancora parzialmente circondato da mura. Oltre il ponte sul fiume Toce si seguono stradine asfaltate, alternate a tratti di piste, ma restando sempre nel piano. La grande vallata, disegnata dai ghiacciai del periodo Würmiano, si presenta con la classica conformazione a “U”. Questo immane fenomeno geologico ha caratterizzato non solo il paesaggio ma anche l’economia della zona, conosciuta nel mondo per i suoi graniti e i suoi marmi.
Si cammina sempre in prossimità del ripido versante boscoso che sale verso le dorsali che ci separano dalla Val Grande, toccando sparsi gruppi di case e qualche abitato. Dopo venti chilometri si giunge a Vogogna. Era questo un villaggio di contadini fino al XII secolo, ma poi prende importanza, diventa un presidio fortificato e i Visconti vi costruiscono una rocca, ancora ben visibile nella parte alta del borgo. Oggi fa parte del circuito dei “borghi più belli d’Italia” ed è Bandiera Arancione del Touring Club Italiano.

Da Vogogna a Gravellona Toce
Con un percorso che si avvicina e si allontana dalla ferrovia, si riparte da Vogogna arrivando a Promosello-Chiovenda dopo un’ora di cammino. Siamo ai piedi delle impressionanti pareti dei Corni di Nibbio, passando per antichi borghi di scalpellini. Sono il giusto preambolo per scoprire, alte su di noi, le celebri cave di marmo di Candoglia. Qui viene estratto il pregiato marmo rosa impiegato, fin dal 1387, per la costruzione del Duomo di Milano, e ancora oggi adoperato per i lavori di manutenzione e restauro. A Candoglia il Devoto Cammino attraversa il fiume Toce sulla grande passerella pedonale, arrivando a Ornavasso.
Avvicinandoci alla montagna, dopo Ornavasso si trova un percorso ciclo-pedonabile che in un paio di chilometri, sempre a filo del bosco e accostandosi alla superstrada, ci porta all’ingresso di Gravellona Toce, a 21 chilometri da Vogogna. La cittadina rappresenta un nodo strategico, logistico e commerciale, tra le aree dell’Ossola, del Cusio e del Verbano.

Verso il Lago d’Orta
Il Devoto Cammino si mantiene sul lato di ponente della valle arrivando a Casale Corte Cerro, comune di 3500 abitanti, abbandonando l’Ossola per entrare nel territorio del Cusio. Con un bel percorso su strada a saliscendi si arriva alle case di Gattugno, frazione di Omegna a quasi 500 metri di altitudine. Da qui inizia una bella mulattiera in discesa nel bosco che porta a Crusinallo. Usando le vie più prossime alla montagna, tra belle case e piccoli giardini, si arriva ad Omegna, principale centro del Cusio, posto all’estremità settentrionale del Lago d’Orta. Cittadina industriosa, legata al distretto dei casalinghi di qualità, ha anche una buona vocazione turistica che fa leva anche su eventi di rilevante importanza.
Un ottimo sistema di percorsi a mobilità lenta tocca tutte le località della Riviera d’Orta. L’Anello Azzurro o Girolago compie il periplo completo del lago ed è lungo circa 40 chilometri. Il Devoto Cammino ne segue ora il primo quarto occidentale, da Omegna a Pella, per circa 10 chilometri.
Si cammina su sentieri che si allontanano di poco dal lago, che si ritrova a Ronco Inferiore, dove la strada asfaltata ci porta a Pella, a 19 chilometri da Gravellona. Situata di fronte all’Isola di San Giulio, Pella gode di un fascino più discreto, ma non meno emozionante, della più blasonata Orta.

Da Pella a Varallo
La tappa ripercorre i passi della “Peregrinatio”, lo storico cammino devozionale tra i due Sacri Monti, sulle antiche vie di comunicazione tra la Valsesia e il Cusio, che fu con tutta probabilità il percorso seguito più volte, tra il 1578 e il 1584, da San Carlo Borromeo per spostarsi tra Arona e Varallo, dove seguiva i lavori del Sacro Monte.
Da Pella si raggiunge Arola, da dove inizia la mulattiera che porta al Passo della Colma, 945 m, camminando in alto su alcuni chilometri di asfalto. Siamo in Valsesia e in discesa si riprende un sentiero sul fondo della valle del torrente Pascone, arrivando a Cilimo, nei pressi di Roccapietra.
Ormai vicina è Varallo, ma all’ingresso ci fermiamo davanti alla Madonna di Loreto, semplice cappella costruita a fine del Quattrocento, ma famosa per gli affreschi di Gaudenzio Ferrari.
Varallo, capoluogo storico della Valsesia, sorge al punto di incontro della valle principale con quella del torrente Mastallone. Ricca di monumenti, ville, chiese e musei di importante valenza storico-artistica, è il giusto preludio al capolavoro del Sacro Monte sul colle che la sovrasta. Dalla Chiesa di Santa Maria delle Grazie prende l’avvio il bel percorso acciottolato che conduce al Sacro Monte.

Il Sacro Monte di Varallo
Fu Bernardino Caimi, padre francescano a lungo custode del Santo Sepolcro in Gerusalemme, a volere realizzare a Varallo alla fine del secolo XV il primo dei Sacri Monti conosciuti. Egli volle riprodurre, in modo topograficamente identico, i luoghi che avevano visto la Passione di Cristo con l’intento di sostituire quel pellegrinaggio con una pratica devozionale più semplice ma fortemente coinvolgente.
La costruzione continuò per oltre quattro secoli e queste diverse fasi costruttive sono ancora oggi ben leggibili nell’articolato percorso devozionale lungo il quale sono collocate le 45 cappelle che raccontano, con circa 1000 sculture in terracotta dipinta e con capelli veri e con migliaia di figure dipinte in affreschi e fondali, gli episodi più importanti della storia cristiana.
Lungo lo scorrere dei secoli, lo straordinario complesso monumentale del Sacro Monte di Varallo fu realizzato da grandissimi artisti fra i quali, oltre a Gaudenzio Ferrari, sono importanti Bernardino Lanino, Tanzio da Varallo, i fratelli d’Enrico, i fratelli De Wespin, il Morazzone, Dionigi Bussola, Benedetto Alfieri e moltissimi altri delle loro scuole oltre  a un gran numero di artigiani locali per la costruzione di grate lignee intarsiate, manufatti in ferro battuto e in vetro.

Nella prossima puntata:
Da Sacro Monte di Varallo al Santuario di Oropa corre la seconda macro-tappa del Devoto Cammino.
La lunghezza è di 74 km, con una possibile divisione in 4 tappe: Guardabosone, Santuario della Brughiera, Pettinengo. Il volume “Il Devoto Cammino dei Sacri Monti”, ediz. National Geographic/Libreria Geografica si può trovare nelle librerie, o potete richiederlo a [email protected]

Gérard Chretien


Le impressioni del primo pellegrino sul Devoto Cammino
Senza dubbio, Varallo è il più imponente dei Sacri Monti, le statue e gli affreschi sono magnifici. Sono stato fortunato ad avere un tour guidato e commentato dai funzionari di questa Nuova Gerusalemme. Il mio vocabolario non ha parole per ringraziarli e per esprimere lo stupore e l’emozione che ho provato ad entrare nella Cappella della Crocifissione, dove sono rimasto molto colpito dal realismo delle sculture e dalla qualità degli affreschi. Il percorso per salire da Varallo al Sacro Monte è anche un momento di riflessione che ti prepara alla meraviglia.
Penso che i Sacri Monti, con il loro esempio, dovrebbero farci pensare alle capacità della nostra umanità, come afferma Papa Francesco nella sua preghiera "Guarisci le nostre vite in modo che siamo protettori del mondo e non predatori, così che noi seminiamo bellezza e non inquinamento o distruzione...” È una bellezza così importante! E si annida ovunque, è il nostro sguardo che rende evidente la bellezza!

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