Devoto Cammino - 3ª macro tappa. Da Oropa al Sacro Monte di Belmonte

Dal Santuario di Oropa al Sacro Monte di Belmonte, in Canavese, si sviluppa la terza macro-tappa del Devoto Cammino. La lunghezza è di 70 km, con una possibile divisione in 3 tappe: Graglia, Ivrea, Belmonte. Il percorso attraversa la Serra, definita “la più grande morena d’Europa”, in un paesaggio molto particolare e probabilmente unico, creato dal ghiacciaio baltico nel corso di milioni di anni, uscendo e rientrando nella Valle d’Aosta.

Da Oropa a Graglia
Piacevolissima tappa che permette di attraversare una delle più belle zone del Biellese, passando dalla Valle Oropa a quella dell’Elvo. Rappresenta una alternativa più facile rispetto al Cammino di San Carlo che passa dalla Burcina, da Pollone e da Sordevolo, dove fa tappa.
Il percorso scorre in gran parte sul cosiddetto “Tracciolino”, una strada panoramica che si tiene ai 1200 metri di altitudine, tra pascoli e boschi, con panorami sempre più aperti verso la pianura piemontese, la Serra e verso le Alpi Marittime, Cozie e Graie.
A 8 chilometri da Oropa, sotto la strada si scorge l’imponente costruzione della Trappa di Sordevolo, un edificio costruito dopo la metà del Settecento, ora centro di cultura e di accoglienza molto attivo. Continuando giungiamo a Bagneri, villaggio alpino per decenni disabitato e ora tornato alla vita grazie a nuovi abitanti, tra i quali una scultrice, e alla presenza di un ecomuseo e di una particolare ospitalità turistica.
Passando per la chiesa di San Carlo, in panoramica posizione, si giunge in discesa al Santuario di Graglia, dedicato alla Madonna Lauretana, grandioso complesso devozionale costruito a partire dal XVII secolo. Doveva essere anche questo un Sacro Monte, poi non realizzato.

Da Graglia a Ivrea
E’ un tratto molto gradevole e aperto: a monte le cascine e i pascoli che salgono verso le pendici della Colma di Mombarone (2312 m), davanti la regolare linea della Serra che sfuma verso la pianura; in basso i paesi della Valle Elvo e, tra i boschi, il lago creato dalla diga dell’Ingagna.
Dal Santuario di Graglia si raggiunge Netro, poi si compiono alcuni saliscendi su sentieri e stradine tranquille che portano a Donato. Oltre il torrente Viona si inizia ad attraversare la Serra, toccando piccoli laghi e superando le vallette moreniche create dal lavoro dell’antico ghiacciaio. Valicata la dorsale principale della Serra, a 730 m, si inizia a scendere il versante canavesano, arrivando a Santo Stefano di Sessano, sito romanico in comune di Chiaverano, luogo ricco di testimonianze dell'opera della natura e del lavoro dell'uomo.
Da Chiaverano si raggiungono le rive del lago Sirio, il più grande tra i laghi morenici della Serra, e da qui Ivrea, proprio sotto le “rosse torri” dello scenografico castello. La città è entrata nel 2018 tra i 54 siti italiani del Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco, grazie al riconoscimento di “città industriale del XX secolo” per la storia della sua più importante industria, la Olivetti.

Da Ivrea a Cuorgnè
Lasciata Ivrea, il Devoto Cammino passa sul versante orografico destro dell’Anfiteatro Morenico, che non ha la linearità e il fascino della dirimpettaia Serra d’Ivrea. Ma in compenso offre un territorio più gradevole, dalla piacevolissima esposizione. Il percorso è estremamente vario e divertente, tra storici borghi e abitazioni isolate, piccoli vigneti e frutteti.
Lasciata Ivrea, si raggiunge il limite occidentale dell’anfiteatro morenico. Il nostro percorso guadagna cento metri di dislivello e continua in piano, lasciando a sinistra i paesi di Colleretto Giacosa, Parella, Quagliuzzo e Strambinello, dove si abbassa per scendere nella valle del torrente Chiusella per raggiungere Ponte Preti, storico passaggio verso il Canavese occidentale.
Si continua verso Castellamonte, importante cittadina canavesana disposta a ferro di cavallo attorno al colle che ospita il castello. E’ un luogo famoso per l’antica tradizione della lavorazione della ceramica e in particolare delle caratteristiche stufe. La piazza principale è circondata dalla “rotonda antonelliana”, due muraglioni semicircolari che appartengono ad una grandiosa e incompiuta chiesa, progettata a metà Ottocento da Alessandro Antonelli, celebre architetto piemontese.
Il Devoto Cammino esce da Castellamonte percorrendo la romantica Strada dei Sospiri e poi prende delle strade campestri e altre asfaltate per raggiungere il ponte sul fiume Orco. La strada sale subito verso il centro di Cuorgnè, avendo a sinistra il grandioso complesso dell’ex Manifattura Tessile, suggestivo documento di archeologia industriale. Da Cuorgnè, per arrivare al Sacro Monte di Belmonte, manca soltanto la salita al colle che ospita il Santuario.

Il Sacro Monte di Belmonte
L’origine di Belmonte come luogo sacro risale ai primi decenni dell’anno mille, quando sorse un monastero benedettino e un Santuario, dedicato alla Natività di Maria, che la leggenda vuole realizzato da Arduino, Marchese di Ivrea.
La costruzione del Sacro Monte fu avviata solo nel 1712 per opera del francescano Padre Michelangelo da Montiglio che, reduce dalla Terra Santa, ideò il tracciato sul quale dovevano sorgere le 13 cappelle. Le architetture sono di un’unica fattura, semplice ed essenziale, e sono precedute da pronai dai quali si possono vedere le scene sacre. Le statue accolte al loro interno sono in terracotta di Castellamonte plasmate e dipinte ad opera di artisti e artigiani locali quasi tutti rimasti anonimi e spesso rimodellate e ricostruite sino agli anni iniziali del Novecento.

Nella prossima puntata:
Dal Sacro Monte di Belmonte (TO) al Sacro Monte di Crea (AL), quarta macro-tappa del Devoto Cammino. La lunghezza è di 137 km, con una possibile divisione in 5 tappe: Lanzo Torinese, Venaria Reale, Superga, Cocconato, Crea.
Il volume “Il Devoto Cammino dei Sacri Monti”, di Franco Grosso e Renata Lodari, ediz. National Geographic/Libreria Geografica si può trovare nelle librerie, o potete richiederlo a [email protected]

Gerard Chretien, il primo pellegrino commenta
Camminare da solo da Oropa verso ponente, in queste terre di grandi orizzonti che non avevo mai visto, mi fa tornare in mente che all’origine di ogni esperienza spirituale c'è una marcia, uno spostamento.
È mentre cammina che Siddhartha prende coscienza della sofferenza del suo popolo e fa incontri decisivi; allo stesso modo Gesù si unisce a Giovanni che predica nel deserto della Giudea e poi camminerà con i suoi apostoli per incontrare persone. Maometto si reca in pellegrinaggio alla Mecca e trasforma il rito pagano della Kaaba in un rito islamico. E molte altre persone meravigliose hanno avuto la rivelazione muovendosi per incontrare altri: San Francesco d'Assisi, Sant'Agostino...
Ci sono 13 cappelle prima di arrivare al Santuario di Belmonte, raccontano la Passione di Cristo, sono sobrie e le figure si offrono ai miei occhi con i loro abiti logori. Mi piacerebbe avere nel mio zaino alcune latte di vernice. La passeggiata è bellissima e la Cappella Veronica è molto interessante.

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