Pellegrini in cammino. Verso Oropa e verso il mondo

“Vi rivelo un segreto: quando cammini la vita dura di più. Camminare dilata ogni attimo”. Quello che avete appena letto non è farina del mio sacco, ma condivido in pieno il concetto. Lo scrive Erling Kagge, esploratore norvegese che ha raggiunto a piedi - e in solitaria - il Polo Sud, il Polo Nord e l’Everest. Kagge ha scritto un bellissimo libro “Camminare, un gesto sovversivo” (Einaudi, 2018) dove ogni tanto vado a ricercare e a rubare pensieri ed espressioni.

Bibliofest
Spesso mi chiedono: perché cammini? Rispondo: per me stesso, per conoscere il mondo, per guadagnare tempo e salute. Ora, se il guadagno di salute è presto capito, dire che camminando si guadagna tempo è quasi un paradosso.
Eppure è così, ma si capisce solo praticando. Sono ormai mesi che passo i fine settimana, e non solo, a parlare di turismo e in particolare di cammini storico-devozionali e anche domani, sabato 26 ottobre, ho due appuntamenti importanti. Ecco, per me il paradosso è anche questo: passo ormai più tempo a scrivere e a presentare libri che parlano di cammini che quello che vorrei usare per camminare!
Presso la Biblioteca diocesana al Seminario di Biella, nell’ambito di Bibliofest, sabato mattina c'è stato un incontro dal titolo “Pellegrini in cammino verso Oropa, alla scoperta dei cammini devozionali”, con l’intervento di Chiara Minelli che parlerà della processione di Fontainemore, di Alberto Gallotto che presenterà il Cammino Eusebiano e di Pierluigi Perino a parlare del Sentiero Oropa che sale da Biella lungo la valle dell’omonimo torrente.

Verso Oropa
Al sottoscritto è stato chiesto di parlare del Cammino di San Carlo, itinerario storico-devozionale ormai affermato, con diverse centinaia di passaggi ogni anno. Sono dodici le tappe che da Arona, patria del Santo Borromeo, portano a Viverone dove il Cammino va ad affluire alla Via Francigena. Passa da Orta, Varallo e appunto Oropa, tre dei nove Sacri Monti diventati nel 2003 Patrimonio dell’Umanità della lista Unesco.
Oropa è davvero la meta dove la spiritualità trova il modo di esprimersi, come incontro con se stessi e con la fede, mentre nell’atto del cammino prevale il senso dell’incontro con gli altri, con chi cammina con te e con chi incontri per la strada.
La grandiosità del Santuario di Oropa si esprime anche dal numero e dalla complessità dei suoi accessi. Come tradizione, giungono a Oropa pellegrini da ogni parte, sia dai paesi biellesi che si trovano a valle, sia attraverso le montagne, come per il celebre pellegrinaggio da Fontainemore.
Tenendo conto che nell’anno 2020 si celebra il quinto anniversario dell’Incoronazione della Madonna d’Oropa, domani presenterò una piccola idea che riguarda appunto i percorsi più frequentati che arrivano al Santuario mariano.

I Cammini della Stella
Gli accessi più importanti sono otto, con un preciso riferimento al simbolo di Oropa, la stella a otto punte. La stella si trova raffigurata per la prima volta negli affreschi che ornano il Sacello della Basilica Antica. L’opera è attribuita al Maestro di Oropa, un anonimo pittore attivo all'inizio del XIV secolo nel Biellese e nel Canavese.
Oltre al percorso valdostano dal Colle della Barma, altri pellegrinaggi arrivano dalle montagne, come quello tradizionale di Rassa. I valsesiani partono alla sera dal piccolo paese della Val Sorba e con un percorso di oltre 11 ore, in gran parte notturne, superano il Colle del Croso, passano da Montesinaro, Rosazza e dall’ospizio Santuario di San Giovanni d’Andorno e attraverso il Colle della Colma scendono ad Oropa.
Dalla Passeggiata dei Preti arriva il Cammino di San Carlo, che poi riparte scendendo verso Pollone lungo il percorso del trenino, mentre il Cammino Eusebiano arriva da Sant’Eurosia di Pralungo, per il tradizionale percorso della Croce Grande.

Un successo lento ma inesorabile
Il Sentiero Oropa, o “sentiero dei sentieri” arriva da Biella, passando per l’Eremo di S. Bartolomeo. Il percorso che arriva o va verso il Santuario di Graglia segue il Tracciolino panoramico, mentre il Sentiero di Papa Giovanni Paolo II, parte attraversando le cappelle del Sacro Monte, sale al Poggio Frassati (1953 m) sulla Colma della Muanda, per andare a congiungersi con il Sentiero Internazionale Frassati che sale da Pollone.
Sfruttando questi accessi e sull’onda del successo dei cammini devozionali sono nati altri percorsi verso Oropa, come il Cammino della Gran Madre, ideato da Tonino Crestani e promosso dalla Confraternita di san Jacopo di Compostela del Piemonte Orientale, e il Cammino di Oropa da Santhià al Santuario mariano, che si sovrappone a tratti al Cammino di San Carlo.
L’aspetto positivo di tutto questo sta anche nei valori economici che questo fenomeno turistico comincia a portare, ad esempio con le presenze nelle varie strutture di ospitalità. E’ ancora un movimento lento, com’è il cammino, ma la tendenza è molto positiva.

Il Devoto Cammino
Sabato pomeriggio sono stato al Sacro Monte di Orta per partecipare al convegno “Sacri Monti e pellegrinaggi, il cammino è di tutte le fedi”, dove esperti di diverse confessioni - cristiani, ebrei, musulmani, hindu, buddisti, ecc. - si sono incontrati per confrontarsi, scambiare esperienze e significati, intorno al tema del cammino come espressione di fede e di personale ricerca.
In questa occasione è stato presentato il Devoto Cammino dei Sacri Monti, un percorso di 705 Km, che unisce i sette Sacri Monti piemontesi ai due lombardi, utilizzando in gran parte cammini esistenti. Nel caso di Oropa sarà ancora il Cammino di San Carlo a fare da traccia e, raggiunta Ivrea, si prosegue nel Canavese verso il Santuario di Belmonte.
Il Devoto Cammino dei Sacri Monti sarà il titolo del mio prossimo libro, scritto con Renata Lodari, presidente dell’Ente di Gestione dei Sacri Monti del Piemonte, l’istituzione che promuove il convegno di Orta, con il Comune di Orta e con il patrocinio della Regione Piemonte.

A Bobbio, borgo più bello
Durante la giornata di Orta ho avuto modo di incontrare nuovamente Gérard Chretien, il primo pellegrino “esploratore” del Devoto Cammino, da lui fatto tra maggio e giugno di quest’anno. Ho disegnato questo percorso e ho fornito a lui le tracce digitali, ma non avendolo mai percorso integralmente, dove ho potuto ho seguito Gérard, in particolare nei sui arrivi nei Sacri Monti, compreso l’ultimo di Ossuccio, sul lago di Como.
E’ stata un’esperienza entusiasmante, che avrò modo di raccontare anche la settimana seguente a Bobbio, in provincia di Piacenza, durante l’Assemblea della Rete dei Cammini, la consociazione che riunisce una trentina di associazioni italiane che si occupano di cammini storici.
Mi farà piacere andare per la prima volta in questo borgo della Val Trebbia, che domenica scorsa ha vinto il titolo di “borgo più bello d’Italia” nell’omonima trasmissione Rai. Qui si trovano le spoglie di san Colombano, grande abate di origine irlandese del VII secolo e padre, con san Benedetto, del monachesimo occidentale.

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