Quadrante dei cammini dell'Alto Piemonte. In cammino con i santi della nostra terra

Arona: una panorama dalla Rocca di Angera.

Cammina, cammina, in questi giorni si stanno concludendo le verifiche dei collegamenti a mobilità lenta tra le più importanti città delle nostre quattro province: Biella, Domodossola, Verbania, Arona, Novara e Vercelli. Contemporaneamente sono iniziate le procedute amministrative per l’inserimento definitivo dei nostri percorsi storici nella Rete Regionale, con lo scopo di valorizzare il patrimonio escursionistico del Piemonte, come richiesto dalla legge regionale n. 12 del 2010.

San Bernardo da Aosta
In pratica, quando tutto l’iter burocratico sarà completato, il Quadrante dei Cammini dell’Alto Piemonte sarà una realtà anche per la Regione, e si potranno attivare sinergie per la promozione e per ottenere risorse per la manutenzione e per la segnaletica.
Allo stato attuale, il Quadrante dei Cammini è composto dal Cammino di San Carlo, da Arona a Viverone, dal Cammino Eusebiano da Vercelli a Crea e a Oropa e dalla Via Francisca Novarese dal Sempione a Novara. E proprio da Novara cominciano le novità, con la ricorrenza dei mille anni dalla nascita di San Bernardo, nato ad Aosta nel 1020.
Le spoglie del “santo delle Alpi”, patrono degli alpinisti e dei viaggiatori, dal quale presero nome i famosi cani e gli ospizi al colle del Gran San Bernardo e al passo del Sempione, non riposano in montagna ma sotto l’altare maggiore del Duomo di Novara, dove il nostro morì attorno al 1081.
In virtù di questo fatto, per iniziativa dell’associazione Amici di Santiago di Novara, nel mese di giugno di quest’anno si terranno solenni festeggiamenti e il percorso che scende dal Sempione sull’antica Via Francisca prenderà ufficialmente il nome di Cammino di San Bernardo.

San Gaudenzio da Ivrea
Ma la stessa associazione non si è dimenticata dell’altro santo novarese, patrono della diocesi e della città: san Gaudenzio. E come non ricordarlo: la cupola antonelliana alta 121 metri, sotto la quale si trovano le sue spoglie, svetta su mezza pianura piemontese.
E così, dal 18 gennaio di quest’anno, gli infaticabili pellegrini novaresi hanno camminato da Ivrea, dove san Gaudenzio nacque nel 327, fino a Novara. Qui sono giunti il 23 gennaio, giorno nel quale il santo patrono è ricordato a calendario e dove Gaudenzio fu vescovo dal 398 al 418.
Il percorso ricalca per tre tappe la Via Francigena, toccando Viverone, Santhià e Vercelli. Da qui raggiunge infine il capoluogo novarese, con una tappa di oltre 30 chilometri, tutta di pianura..

Una rete europea
Per completare il sistema altopiemontese si sta definendo un ultimo percorso sulla sponda occidentale del Lago Maggiore, in modo da collegare anche Ghiffa agli altri Sacri Monti del patrimonio Unesco, già presenti nel Quadrante: Oropa, Varallo, Orta e il Calvario di Domodossola.
In questo modo sarà possibile raggiungere anche il complesso devozionale della Madonna del Sasso a Orselina di Locarno in Canton Ticino e, oltre il Verbano, i Sacri Monti lombardi di Varese e di Ossuccio sul Lago di Como, collegandosi alla Via Francisca del Lucomagno e alla Via Francigena Renana, entrambi cammini in arrivo dalla Svizzera. Sarà questo anche il tema del mio prossimo libro, dedicato al Devoto Cammino tra i Sacri Monti.
Con i raccordi già esistenti con le Vie Francigene del Gran S. Bernardo e del Moncenisio, la rete diventa davvero europea, con grande opportunità di promozione per il nostro territorio.
E come nel Medio Evo sarà possibile raggiungere - a piedi o in bici e sempre seguendo percorsi conosciuti - tutti le più importanti destinazioni del turismo devozionale, da Roma a Santiago e oltre, diventando “pellegrini dall’uscio di casa”.

Una Via Borromea?
Nei giorni scorsi abbiamo completato un primo sopralluogo da Arona verso Stresa e Verbania, per disegnare il secondo cammino in partenza da Arona, al quale occorrerà dare un nome. Il riferimento al Santo Borromeo è palese, e potrebbe essere un prolungamento del Cammino di San Carlo già esistente, che va verso Orta e Oropa. Ma la bellezza del paesaggio lacustre e la storia stessa della grande famiglia aronese richiede a mio parere una sua autonomia, anche nella dedicazione. Potrebbe chiamarsi Via Borromea, peraltro già esistente nella parte alta del Verbano, in Val Cannobina, oppure semplicemente Cammino Borromeo.
Il rilievo del percorso è stato possibile grazie all’aiuto di amici del posto, a cominciare da Alfredo Maghetti di Montrigiasco, frazione di Arona, e da Bruno Migliorati di Baveno, quest’ultimo anche responsabile delle sezioni Est Monte Rosa del Cai. Sono stati loro ad indicarmi l’itinerario migliore che da Arona è comune per la prima ora con il Cammino di San Carlo, fino a S. Eufemia di Paruzzaro. Da qui sale a Montrigiasco, passa da Dagnente e scende sul lago a Meina, percorrendo tratti suggestivi e tranquilli nei boschi.

Il Sentiero dei Castagni
Da Meina, rimanendo di poco all’interno rispetto alla riviera del Verbano, raggiunge Solcio e Lesa, passando davanti al nobile Palazzo Stampa. A Belgirate è doverosa una visita alla “chiesa vecchia” dedicata a Santa Maria, leggermente alta sul borgo e con un ampio panorama sul lago. Ha un bel campanile romanico che risale al XI secolo e un ricco interno affrescato da artisti di scuola piemontese e lombarda del XVI secolo.
Da qui parte il Sentiero dei Castagni che in poco più di due ore porta a Stresa, alzandosi di poco meno di 300 metri di dislivello rispetto al lago.
E’ un percorso molto bello, immerso nel bosco ma con diverse finestre che si aprono verso il grande specchio d’acqua del Verbano e verso la sponda varesina. Il culmine è rappresentato dalla piccola chiesa romanica di S. Paolo, semplice costruzione del XII secolo, con un interessante ciclo di affreschi, posteriori di un paio di secoli.

Da qui passò Manzoni
Dopo l’oratorio inizia una comoda discesa e qualche falsopiano che in un’ora ci porta a Stresa, cittadina famosa per i suoi grandi alberghi, per le Settimane Musicali e per la presenza delle magnifiche Isole Borromee.
Ma questo tratto di cammino è davvero molto interessante. Si toccano le frazioni di Falchetti, Brisino e Passera, con belle case che godono di un panorama superlativo sulla parte più ampia del lago.
Poco prima di arrivare a Stresa la strada diventa perfettamente selciata, con il parco del Collegio Rosmini a sinistra dalla parte opposta il giardino di Villa Pallavicino. Erano questi i luoghi dove Antonio Rosmini si incontrava e camminava con Alessandro Manzoni, quando quest’ultimo soggiornava a Lesa, nel palazzo di proprietà di Teresa Borri, vedova Stampa, da lui sposata in seconde nozze.
Ce lo ricorda l’area monumentale dello scultore Canonica, che precede un passaggio tra ville e giardini. L’arrivo a Stresa è davvero sontuoso e non può che concludersi con la passeggiata sullo spettacolare lungolago, in vista delle isole.
Devo confessarvi un minimo di disagio a camminare con zaino e bastoni tra eleganti signore, coppie con cagnolini piccola taglia e ciacolanti badanti in libera uscita.
Ma forse eravamo noi fuori luogo…

© RIPRODUZIONE RISERVATA