Sermig, arsenale della pace. Felicizia, la città della speranza

Lunedì 1° luglio, ore 18. Sono a Torino per un paio di appuntamenti di lavoro e per un invito a cui tengo molto. Uscendo dal Museo della Montagna, sul piazzale panoramico al Monte dei Cappuccini, non si può fare a meno di guardare la città da questo luogo privilegiato.
Un forte temporale, con tanto di grandinata, ha appena spazzato via l’afa e ha ridotto di dieci gradi la temperatura. Un raggio di sole buca le nuvole, creando un effetto surreale. Si direbbe che la luce voglia guidarmi dove devo andare. Mi aspettano a Felicizia, la città della speranza.

L’anima di tutti ha lo stesso colore
Mi direte, mai sentito questo nome. Neanch’io. Lo leggo mezz’ora dopo su di un manifesto all’interno del Sermig, l’arsenale della pace. Daniele Ballarin, uno dei responsabili di questo spazio straordinario, mi spiega che il nome è uscito - per un fortuito caso - dalla voce di una bimba straniera ospite della struttura. Stava studiando l’italiano e ha meravigliosamente mescolato la felicità con l’amicizia, creando un neologismo che è stato subito adottato da tutti.
Felicizia vuole essere un luogo pensato come un'isola su cui bambini e giovani di tutto il mondo vivono insieme come un'unica famiglia, aiutandosi reciprocamente e volendosi bene, perché “l'anima di tutti ha lo stesso colore”.
Il primo cittadino onorario di Felicizia è stato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, venuto il 28 novembre 2018 a firmare il manifesto, nel corso della sua visita al Sermig per incontrare il suo fondatore Ernesto Olivero.

Imprenditore del bene
Ernesto Olivero, nato nel 1940, ha lavorato in varie industrie del torinese e poi in banca fino al 1991, ma già nel 1964, insieme alla moglie Maria Cerrato (mancata poche settimane fa) e ad un gruppo di giovani aveva fondato il Sermig, Servizio Missionario Giovani, pensando all’inizio di rivolgere maggiormente la propria opera volontaria nel terzo mondo ma accorgendosi presto che la povertà vera si trovava anche poco fuori dall’uscio di casa.
Nel 1983 il Comune di Torino assegna in comodato al Sermig l’ex Arsenale Militare di Piazza Borgo Dora. Olivero, incoraggiato da Giorgio La Pira, ne inizia la trasformazione con l’aiuto gratuito di migliaia di volontari da ogni parte d’Italia. E l’11 aprile 1984 sarà il Presidente della Repubblica Sandro Pertini ad inaugurare l’Arsenale della Pace.
Per il grande lavoro svolto nella trasformazione dell’Arsenale e per l’attività incessante del Sermig a favore degli ultimi, Ernesto Olivero è stato definito un “imprenditore del bene”.

Monastero metropolitano
Quella che era un tempo una fabbrica d’armi si è così trasformata in un luogo di pace, sviluppato su di un’area complessiva di 45.000 mq, un vero “monastero metropolitano” aperto 24 ore su 24.
Negli anni vi hanno trovano rifugio e sono stati realizzati progetti a favore di uomini e donne di 140 nazionalità. E’ anche luogo d’incontro per migliaia di giovani che da tutta Italia e dall’estero si danno appuntamento per confrontarsi, dialogare e crescere, cosa che ha fatto diventare il Sermig una base di partenza per la solidarietà che raggiunge i cinque continenti.
Dice Olivero: «Il Sermig è una casa aperta a chi cerca un soccorso: madri sole, carcerati, stranieri, persone che hanno bisogno di cure, di casa, di lavoro. E' un luogo di preghiera dove chiunque può sostare, incontrare il silenzio e Dio. E' un luogo dove ognuno può restituire qualcosa di sé: tempo, professionalità, beni spirituali e materiali».

Il bene fatto bene
Al Sermig è attivo un servizio medico che fornisce cure mediche a persone in difficoltà, compreso un ambulatorio odontoiatrico e una sezione per esami clinici di base. Vi operano medici specialisti nei vari settori della medicina, farmacisti, infermieri, nonché volontari per l'accoglienza, per lo smistamento delle medicine, per le pulizie.
Il Centro “Come Noi” intitolato a Sandro Pertini offre accoglienza notturna a persone - italiane o straniere - che non hanno una dimora. È gestito esclusivamente da volontari che si alternano ogni notte, tenendo aperte le due accoglienze, maschile e femminile, per tutto l’anno.
Il Centro “Maria Teresa” offre accoglienza residenziale per donne violate, rifugiate e abbandonate, che vengono accolte con i loro figli nella discrezione, in un contesto famigliare. Spesso qui trovano gli stimoli per ripartire, per costruire un nuovo progetto di vita.

Numeri di vera solidarietà
Visitando il Sermig, sono stato impressionato dai numeri riportati su di un pannello, in questo caso riferiti al 2017. Il Centro Medico ha effettuato 6.447 visite mediche generiche e specialistiche, 1.249 prestazioni dentistiche e ha fornito gratuitamente 373 paia di occhiali.
Sono state accolte in un anno oltre mille persone per più di 40.000 notti di ospitalità e 64.000 pasti distribuiti. Nella foresteria e in alloggi esterni sono stati ospitati molti nuclei famigliari per 6.205 giorni/notti di ospitalità.
Sono state distribuite 1.068 borse spesa, pari a oltre 10 tonnellate di generi alimentari, per coprire il fabbisogno di 359 persone. Oltre 4000 sono state le borse di indumenti, andate ad altrettante persone, pari a 15 tonnellate di vestiti. 331 stranieri adulti hanno partecipato ai corsi di italiano e 435 persone si sono rivolte ai servizi del Sermig per supporti nella ricerca di lavoro, casa, nell'espletamento di pratiche burocratiche, per informazioni e assistenze varie.

Arsenali nel mondo
Oltre ad aver seguito molti progetti di sviluppo in diverse parti del mondo, Ernesto Olivero ha personalmente accompagnato decine di missioni di pace realizzate dal Sermig in Paesi in guerra quali Somalia, Rwanda, ex Iugoslavia e Albania. Sempre nella convinzione che solo la condivisione delle risorse, la giustizia e il dialogo portano alla pace, sono state compiute oltre tremila azioni umanitarie in 92 Paesi, attraverso studi e progetti finalizzati a produrre sviluppo.
Il Sermig esce continuamente dal suo Arsenale per andare incontro ai più poveri, in Rwanda come nel Darfur, in Romania e in Georgia, ma anche in Italia. Si tratta di progetti mirati a salvaguardare la vita umana, dando priorità assoluta ai bambini.

Con la Rai al Sermig
Tutto quanto vi ho raccontato è solo una parte di quello che si trova al Sermig. Quello che non so trasmettervi è il senso di disagio da una parte e di fraternità, dall’altra, che non si può fare a meno di provare entrando e uscendo da questi padiglioni, incrociando bambini e persone di ogni colore ed etnia.
Ringrazio l’amico Raffaele Genovese, regista della trasmissione di Rai Due “Sulla Via di Damasco”, per avermi dato l’opportunità di seguire il suo lavoro al Sermig e per avermi fatto conoscere la nuova presentatrice del programma, la bella e brava Eva Crosetta. Il programma, con le riprese fatte dall’operatore biellese Ivo Bonato, molto probabilmente andrà in onda domenica 14 luglio, alle ore 8,30.

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