Torino, passeggiata di Natale intorno alla Mole

La prima edizione di “Luci d’Artista”, le installazioni luminose sulle vie di Torino, è del 1998. Da allora non manco mai di fare quattro passi per Torino nel periodo di Natale per vedere questa mostra d’arte contemporanea a cielo aperto. Ora l’iniziativa tende a ripetersi con poche varianti e quindi a creare sempre meno interesse, ma la bellissima città sabauda offre tante altre opportunità che in ogni caso il viaggio non si spreca.
Per evitare il traffico delle Feste di solito arrivo a Torino passando per straiole nascoste, magari lente ma che ti permettono di scoprire luoghi unici. Così al mattino mi sono ritrovato sulle colline oltre Chivasso, tra Castagneto Po e San Raffaele Alto, ad ammirare il profilo delle Alpi all’orizzonte, con il Monviso che cercava di allinearsi con la Basilica di Superga e le nebbie di stagione in basso che facevano risaltare i profili scuri delle colline. Sono ripassato dalla splendida Abbazia di Vezzolano per godermi nuovamente i presepi in miniatura di Anna Rosa Nicola e poi per Superga, Pino Torinese e per la Strada dell’Eremo sono calato tranquillo su Torino, fermando l’auto nei pressi del Monte dei Cappuccini.

Il presepe dell’Annunziata
Da qui a piedi in tre minuti per Ponte Vittorio Emanuele I e Piazza Vittorio Veneto. C’è gente ma la piazza è talmente grande che sembra quasi deserta. Eravamo invece in tantissimi il 21 giugno 2015 per incontrare Papa Francesco e girandomi rivedo la folla di quel giorno e in fondo - quasi un maestoso altare - la chiesa della Gran Madre.
Al n. 45 di Via Po si trovano la Chiesa dell’Annunziata e il più bel presepe di Torino. Realizzato nei primi anni del Novecento dallo scenografo Francesco Canonica, è un presepe meccanico allestito nel grande sotterraneo e animato dal motore di una vecchia nave, collegato con cinghie e pulegge ad un centinaio di personaggi, alti tra i 25 e i 90 cm. Altrettante figure sono statiche e l’insieme è scenograficamente grandioso, con una illuminazione d’effetto che riproduce ogni pochi minuti l’alternanza del giorno e della notte. Le statue sono in legno, alcune scolpite dai maestri artigiani del Trentino-Alto Adige.

La Cavallerizza Reale
Poco più avanti si svolta a destra oltre Via Verdi per trovare la Cavallerizza Reale, uno spazio urbano minore, apparentemente degradato ma che mi ha sempre affascinato, un tempo Accademia Militare e Scuderie dei Savoia. La parte più prossima a Piazza Castello è stata demolita negli Anni ’70 per fare posto al Teatro Regio, mentre il resto attende una sua nuova destinazione d’uso, più volte suggerita da idee e progetti.
A me piace girovagare tra quei grandi e disadorni cortili, dove hanno trovato spazio associazioni, artisti e piccoli caffè dall’atmosfera retrò, che di solito si riempiono dopo gli spettacoli nei teatri che si trovano all’intorno. Qui si era fatto spettacolo anni fa con Guido Ceronetti, riproponendo i suoi “Misteri di Londra”. Volentieri lo ricordo con affetto a tre mesi dalla sua scomparsa.

La mostra di Armando Testa
Piazza Castello ripropone il mercatino di Natale e il grande spazio davanti a Palazzo Madama si prepara ad ospitare la Festa di San Silvestro, sfrattata da Piazza San Carlo dopo le drammatiche vicende della finale di Champions League del 3 giugno 2017.
Nella Piazzetta Reale una serie di pannelli invitano alle tante mostre presenti. Scelgo quella dedicata ad Armando Testa a Palazzo Chiablese. Davvero divertente e creativa questa esposizione dei migliori lavori del “padre” dei pubblicitari italiani, entrato giovanissimo in una tipografia ad imparare il mestiere di apprendista compositore e poi passato alla grafica e alla comunicazione. La stessa strada professionale del sottoscritto, scusate il pizzico d’orgoglio. Dalla Carmencita della Lavazza, all’ippopotamo azzurro dei pannolini Lines, fino al Punt e Mes della Carpano, la mostra è tutto un susseguirsi di genialità dove mi trovo a sguazzare come in un Paese dei Balocchi.

Verso l’alto
Bastano venti passi per passare dal profano al sacro. A fianco di Palazzo Chiablese c’è la Cattedrale di San Giovanni. Volevo vedere la Cappella Guarini da poco riaperta, ma l’entrata è da Palazzo Reale e c’è coda, mi dicono.
L’interno del Duomo di Torino è austero e pulito nelle linee della navata centrale, ma diventa ricco d’arte e di sacralità nelle navate laterali. Nella seconda cappella di destra attira lo sguardo il  polittico di Giovanni Spanzotti e, al fondo, il maestoso organo Vegezzi-Bossi del 1874. Nella navata opposta ci si ferma obbligatoriamente di fronte alla teca che contiene la Sacra Sindone e poco più a sinistra davanti alla tomba di Pier Giorgio Frassati. Il suo “verso l’alto” ci riporta immediatamente alle montagne di casa.

Le Luci d’Artista
La nostra passeggiata continua nelle vie del Quadrilatero Romano, una zona storica ed elegante al contempo, in gran parte pedonale. Intanto si è fatta sera e le installazioni luminose delle Luci d’Artista tornano a fare la loro funzione. Davanti al Municipio di Via Palazzo di Città si srotola il Tappeto Volante di Daniel Buren, il pittore e scultore francese che ha messo al vento 126 banderuole colorate sopra il Lanificio Zegna di Trivero. In Via Garibaldi le siluette di Luigi Stoisa si baciano fregandosene del confuso via vai sottostante e nel cortile della “casa più bella del mondo” di Via Alfieri 6 è sempre uno spettacolo ammirare il Giardino Barocco Verticale di Richi Ferrero. A pochi passi si trova Piazza San Carlo, salotto buono di Torino, che ospita quest’anno il luminoso albero o “cono di Natale”, alto 23 metri, e lo scenografico Calendario dell’Avvento con i disegni di Luzzati. Siamo sulla strada del ritorno verso il Po, passando per la bella Piazza Carignano e per Via Carlo Alberto che ci fa andare dieci minuti a testa alta per leggere il racconto luminoso di Luigi Mainolfi.

La magia di Luzzati
Per chiudere la lunga passeggiata torinese ci sono ancora due appuntamenti ai quali non si può mancare. Il primo è il “magico” di Presepe di Emanuele Luzzati, uno dei simboli del Natale di Torino. Allestito per la prima volta nel 1997 in piazza Carlo Felice, ha girovagato in varie situazioni cittadine ma poi ha trovato una perfetta collocazione all’interno del Borgo Medievale al Valentino.

Le cento figure a grandezza naturale del celebre artista genovese mettono insieme i personaggi delle fiabe per bambini con i classici protagonisti della tradizione natalizia cristiana. L’ultima e immancabile foto, poco prima di riprendere l’auto, la faccio dalla terrazza del Monte dei Cappuccini, a fianco all’entrata del Museo della Montagna. Con un solo colpo d’occhio si vede la città e le sue luci, con la Mole Antonelliana quest’anno davvero sfavillante, sullo stile della Tour Eiffel. Alla fine i quattro passi del pomeriggio torinese sono diventati sedicimila, almeno secondo il nuovo marchingegno digitale al polso di mia moglie. E se le gambe reclamavano, gli occhi e la mente erano strapieni di tante belle cose.

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