Viaggio nell'Italia di mezzo - 3ª puntata. Con gli Dei, sulla costa di Amalfi

Con questa terza pagina del mio viaggio di ottobre, concludo il trittico campano. Dopo Sorrento e Napoli, vi parlo della Costiera Amalfitana, certamente uno dei luoghi più belli d’Italia, patrimonio dell’Unesco fin dal 1997. Mi sono fermato solo un paio di giorni, per fortuna di bel tempo, arrivandoci per una strada che non avevo mai fatto. Dalla piana di Angri, dopo la tangenziale di Napoli, sono salito sui Monti Lattari, superando il valico di Chiunzi, a 650 metri di altitudine.
Impressionante il panorama alle mie spalle, con la vista di un continuo agglomerato da Napoli verso Torre Annunziata, Pompei, Pagani, fino a Nocera Inferiore. In pratica un’unica città ai piedi del Vesuvio che incombe, vien da pensare cosa potrebbe succedere se si svegliasse…

Tramonti, pizza e vino
La discesa verso la Costiera assomiglia molto alle strade che faccio per arrivare alla Riviera ligure, ad esempio per il Sassello o il Col di Nava. Un percorso tortuoso, paesini aggrappati alle ripide coste del monte, terrazzamenti di ulivi e di vigneti. Il mare è ancora lontano, appare e scompare dopo ogni curva. Si arriva a Tramonti, comune sparso di oltre 4000 abitanti. Il nome non fa riferimento al calar del sole, come verrebbe a pensare, ma più semplicemente al fatto che si trova “tra i monti”.
È un luogo celebre per il suo vino, e difatti passo davanti alla Cantina Apicella, il cognome più diffuso. Ma un cartello mi dice che il paese è altrettanto famoso per aver fatto conoscere la pizza nel mondo. Ma va? E lo dite a uno di Biella? Detto tra di noi, che l’amico Luigi non ci senta, le pizze che possiamo gustare a Biella nella piazza della stazione e dintorni, non hanno nulla da invidiare a quelle che abbiamo consumato sia ad Amalfi che a Sorrento.

Ravello e le sue ville
Prima di arrivare al mare, la strada ci porta a Ravello, uno dei luoghi più affascinanti della Costiera, alto sul monte e a picco sul mare. Era domenica pomeriggio, verso tardi. Il cielo era coperto ma il vento rendeva tersa l’aria e stava liberando l’orizzonte di ponente. Tra poco il sole verrà ad illuminare la costa verso Salerno, avrò poco tempo ma potrò fare belle foto, spero.
Via quindi a piedi verso il parco di Villa Cimbrone, per essere puntuali all’appuntamento con la sua luce. La villa è anche un hotel a cinque stelle, ma lo straordinario giardino all’inglese è aperto a pagamento e arriviamo giusti giusti a goderci lo spettacolo dalla famosa Terrazza dell’Infinito.
Pennellate di blu stanno striando il mare, e le case bianche sulla costa, una sull’altra, rompono il verde scuro delle limonaie. Se non fosse per il profumo di limoni verrebbe da credere di essere in cielo.
Torniamo in paese per visitare Villa Rufolo, aristocratica residenza di una nobile famiglia napoletana, ora di proprietà comunale. Si passa dal tripudio di piante e fiori del romantico Giardino dell’Anima al panorama sul mare con le due torri bizantine dell’Annunziata, fino al modernissimo anfiteatro coperto, disegnato dall’archistar Oscar Niemeyer. Bellissimo a vedersi ma a me, francamente, è sembrato atterrato per caso da quelle parti.

Il Sentiero degli Dei
Il mio viaggio al Sud aveva una meta ben definita: il frequentatissimo Sentiero degli Dei da Agerola a Positano. Dopo la notte ad Amalfi, in un piccolo hotel sul porto, eccoci sul bus che ci porta in alto, armati di zaino, buone calzature e Nikon al collo. Non vi racconto l’abilità dell’autista in quelle straiole a picco sul mare, dirò solo che le funivie mi fanno meno impressione.
Il sentiero non è molto lungo, circa un paio d’ore, ma con continui saliscendi, dove l’attenzione rimane alta per l’accentuata esposizione verso valle e per il fondo piuttosto sconnesso, formato da pietre calcaree ormai lisce per il ripetuto passaggio.
Si rimane sempre intorno ai 500 metri di altitudine e ci si ferma spesso ad ammirare il magnifico panorama. Cambiano i colori della macchia mediterranea che attraversiamo e il colore del mare a seconda della luce, cambiano i paesi a filo della strada costiera, si vedono lontani i faraglioni di Capri come denti di un ciclopico e immaginario cetaceo. Dopo circa un’ora di cammino appaiono le case di Positano, sono una cascata multicolore che sembra uscita da presepe napoletano. Si direbbero vicine, ma ci vorranno altre due ore, la seconda delle quali è una infinita scalinata di 1790 gradini in pietra, per fortuna in discesa.

Positano
Una fresca spremuta di limone è la giusta ricompensa alla fatica del Sentiero degli Dei, ancora più gradita se presa in un chiosco dove il gestore ha spiegato bene a mia moglie come fare un buon limoncello, non con le scorze del frutto autunnale, poco ricco di sostanze, ma con i limoni primaverili.
Positano è un insieme surreale ed emozionante di colori e di forme, una sorta di centro commerciale verticale formato da un dedalo di scale e viuzze che si arrampicano aprendosi su incantevoli scorci e piazzette dove si trovano negozietti di ogni tipo, dai souvenir alle ceramiche, dai sandali ai liquori.
È davvero un luogo dalla fama mondiale, in tutti i negozi e nel bar dove siamo entrati, con gli zaini dai quali uscivano i bastoni, siamo stati salutati in inglese, così come erano stranieri quasi tutti quelli che abbiamo incontrato sul sentiero.
In attesa della barca che ci avrebbe riportato ad Amalfi, per più di un’ora siamo rimasti seduti su di una panchina al porto. Era come stare sul palcoscenico di un grande anfiteatro, e il pubblico intorno erano le case e il borgo di Positano. Vi giuro che ogni tanto mi toccavo per capire se stavo sognando o se era tutto vero.

Ritorno ad Amalfi
L’esperienza di tornare ad Amalfi via mare mi mancava. Abbiamo fatto quaranta minuti di navigazione lungo la costa su di un piccolo naviglio scoperto, non più grande di un bus. Eravamo cinquanta persone, in gran parte stranieri. Dalla sua cabina il capitano conduceva la barca, mentre il giovane mozzo illustrava, in inglese e poi in italiano, quello che si vedeva sulla riva. Mi pareva di essere in un film. Quella è la villa di Zeffirelli, quell’altra l’ha regalata Sofia Loren a Carlo Ponti, quell’hotel con la scaletta scavata nella roccia che porta al mare l’ha costruito Bill Gates… E poi il passaggio alla Grotta dello Smeraldo e sotto il ponte di Furore.
Scesi ad Amalfi, mentre riordinavamo le idee per chiudere la giornata, in attesa di tornare in hotel per la doccia, è arrivata una guida turistica a proporci un giro nel centro storico.
«Ci siamo già stati dieci anni fa…» rispondo d’istinto.
«Dieci anni fa? Ma ora è tutto diverso!»

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