STATISTICA, FORSE È MEGLIO PARLARE DI POLLI

Ogni episodio va valutato nello specifico e certamente le cause di quanto avvenuto nel Dipartimento Materno Infantile dell’Ospedale di Biella, dove in tempi diversi, ma in parte anche in successione abbastanza ravvicinata, sono prematuramente morti quattro neonati, vanno ricercate con la giusta attenzione per non generare una dannosa quanto inutile caccia alle streghe. Per questo motivo l’Asl ha fatto bene a esprimere la propria vicinanza umana ai familiari dell’ultimo neonato morto e a promuovere un audit clinico per verificare le procedure seguite all’interno della struttura, soprattutto per quanto riguarda l’aggiornamento e l’aderenza dei protocolli in uso rispetto alle linee guida nazionali e internazionali. Un’indagine che sarà affidata a una squadra di clinici illustri che potranno dare risposte certamente puntuali su questa insolita catena di avvenimenti luttuosi. Una mossa giusta, opportuna, che dimostra attenzione, pur senza gettare la croce addosso a nessuno, ma anzi difendendo opportunamente il lavoro di operatori certamente con le carte in regola per fare la loro professione. Tutto bene dunque? Si, se il comunicato con cui l’Asl annunciava tutto ciò si fosse fermato prima delle tre righe finali, in cui si legge: «La mortalità perinatale, intesa come somma dei nati morti dalla 28.a settimana più i neonati morti nel primo mese di vita, è del 5 per 1000 (2,5 per mille i nati morti e 2,5 i morti). L’Asl di Biella non ha registrato un incremento di mortalità e i dati sono in linea con la media complessiva registrata». L’aridità delle cifre statistiche fa infatti a pugni con il calore umano e la voglia di fare chiarezza del comunicato. La statistica, come insegnava il grande Trilussa, presenta limiti evidenti perfino se si parla di polli arrosto serviti in tavola. Figurarsi se può tenere conto del dolore per la morte di bambini appena nati quando afferma che... “per fortuna” siamo al di sotto della media.

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