Accordo Regione-Università per l’assunzione degli specializzandi

Incentivi per gli ospedali periferici, come Biella, e per le specialità con maggiori carenze

Per colmare l’annosa carenza di medici negli ospedali, la regione e le università piemontesi hanno raggiunto un accordo che punta a favorire l’assunzione degli specializzandi e prevede incentivi economici per chi sceglierà di svolgere il tirocinio negli ospedali più periferici e nelle discipline per le quali c’è maggiore necessità. In questo modo il Piemonte, tra le prime regioni in Italia, riconosce un rimborso spese parametrato alla distanza tra l’ospedale scelto e la sede della scuola di specializzazione, oltre a incentivi per le specialità su cui c’è carenza di personale. L’operazione potrebbe coinvolgere 1.500 specializzandi ed è finanziata con 5 milioni di euro.

L’accordo è stato firmato oggi dal presidente della Regione Alberto Cirio, dall’assessore alla Sanità Luigi Genesio Icardi, e dai rettori dell’Università di Torino, Stefano Geuna e dell’Università del Piemonte Orientale Gian Carlo Avanzi, nell’ambito della riunione dell’Osservatorio per il personale della Sanità a cui hanno partecipato anche il direttore della Sanità Antonino Sottile, il consulente strategico della Regione Pietro Presti, insieme a Fp-Cgil, CISL-Fp, Uil-Fpl, Fials, Nursind, Nursing Up, in rappresentanza del personale del comparto, in particolare infermieri, oss, tecnici e amministrativi e i sindacati della dirigenza medica Anaao, Cimo, Fassid, Fvm, Aaroi Emac, Anpo, Fesmed, Cigl medici, Cisl medici e Uil medici, oltre ad Azienda zero e alle aziende sanitarie regionali.

L’intesa prevede l’assunzione degli specializzandi in sanità, come previsto dalla norma nazionale, a cui si aggiunge un’intesa straordinaria a cui ha lavorato l’assessorato alla Sanità insieme alle Università e alle scuole di medicina valida per 24 mesi, che prevede un incentivo economico parametrato alla distanza tra la sede di frequenza della scuola di specializzazione (Città della Salute di Torino, Maggiore della Carità di Novara e San Luigi di Orbassano) e l’ospedale scelto per il tirocinio. In base alle necessità delle aziende sanitarie regionali sono state individuate due fasce di esigenze, relativamente agli ospedali e alle specialità.

L’accordo punta a favorire il reclutamento degli specializzandi a partire dal secondo anno del corso di formazione specialistica, in base alla normativa vigente che garantisce la possibilità di svolgere il proprio tirocinio all’interno delle strutture della propria rete formativa e anche all’esterno della rete per un periodo massimo di 18 mesi.
Tra gli ospedali che potranno beneficiare di questo accordo c’è ovviamente anche quello di Biella.

Le parole di Alberto Cirio

Dice il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio: «La carenza dei medici è un problema che coinvolge tutta Italia e, anche in accordo con i sindacati, la Regione ha condiviso l’opportunità di assurmerli all’interno dei nostri ospedali. Oggi il Piemonte fa un passo in più e, con questo accordo, dà una risposta pragmatica e operativa ovvero applica un sistema di incentivi economici, finanziati con 5 milioni di euro, per favorire l’ingresso degli specializzandi nei nostri ospedali e portarli anche in quelle strutture, magari più periferiche, dove abbiamo più difficoltà a reclutare personale medico».

Le parole di Luigi Icardi

Ha aggiunto l’assessore alla sanità Luigi Icardi: «L’accordo consente di ottenere due importanti risultati: da un lato favorisce l’impiego degli specializzandi del secondo anno in corsia, dall’altro estende questa possibilità a tutto il territorio regionale, attraverso un meccanismo di incentivazione concordato con le Università e le Organizzazioni sindacali. È fondamentale che il prezioso supporto degli specializzandi sia disponibile ovunque in Piemonte, soprattutto negli ospedali più distanti dalle sedi indicate come formative e dove si riscontra maggiore necessità di medici. Il criterio delle pari opportunità nello sviluppo della medicina ospedaliera si conferma prioritario e alla base della programmazione sanitaria del Piemonte».

Le priorità

Sono state individuate 16 specialità di fascia 1 ad alta priorità: allergologia e immunologia clinica, anatomia patologica, anestesia rianimazione terapia intensiva e del dolore, malattie dell’apparato cardiovascolare, dermatologia e venereologia, malattie dell’apparato digerente, ginecologia e ostetricia, medicina di emergenza urgenza, medicina interna, medicina legale, neurologia, oftalmologia, oncologia medica, ortopedia e traumatologia, pediatria, radiodiagnostica. Altre 29 specialità sono state inserite in fascia 2 a media priorità: audiologia e foniatria, cardiochirurgia, chirurgia generale, chirurgia maxillo facciale, chirurgia toracica, chirurgia vascolare, ematologia, endocrinologia e malattie del ricambio, genetica medica, geriatria, igiene e medicina preventiva, malattie infettive, malattie dell’apparato respiratorio, medicina fisica e riabilitativa, medicina del lavoro, medicina dello sport, medicina nucleare, microbiologia e virologia, nefrologia, neurochirurgia, neuropsichiatria infantile, otorinolaringoiatria, patologia clinica, psichiatria, radioterapia, reumatologia, scienza dell’alimentazione, statistica sanitaria e biometria e urologia.

Durante la riunione si è fatto anche il punto sui piani di internalizzazione: l’accordo siglato con i sindacati prevedeva infatti che entro la fine del 2024 le aziende sanitarie internalizzassero il 20 per cento degli attuali servizi assegnati all’esterno, ovvero 27,2 milioni su una cifra complessiva di 136 milioni di euro all’anno.

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