Il piano di sicurezza dell’Asl contro la violenza sugli operatori sanitari

Pulsanti antipanico, telecamere, numeri utili e potenziamento delle forze dell’ordine

La sicurezza degli operatori in sanità è un tema ampiamente condiviso da ogni parte sociale e che riemerge a livello mediatico con dibattiti e nuove proposte ad ogni fatto di cronaca. È sempre positivo che se ne parli e che in ogni occasione se ne sottolinei l’importanza.

Ciò che però importante premettere è che siamo di fronte ad un problema, non locale, ma di dimensione nazionale e che ha cause che non sono circoscrivibili solo all’ambito della sanità e che caratterizzano la nostra società interessando discipline diverse sia di ambito psicologico che sociologico, come la gestione della frustrazione, il senso civico e il rispetto dei ruoli e delle istituzioni da parte delle persone.

È inoltre doveroso chiarire che, in termini di numero di casi di violenza, prevalentemente di tipo verbale, anche se non solo, la situazione dell’Asl di Biella è in linea con analoghe realtà provinciali. Un altro dato fondamentale ed incontrovertibile, infatti, è che in questi ultimi anni lo scenario sociale di tutto il nostro Paese evidenzia l’insorgenza di situazioni di aggressività che in passato si verificavano occasionalmente. Questo fatto ha dato avvio a programmi e interventi preventivi e di tutela in tutte le Aziende Sanitarie d’Italia, in particolare nelle aree più a rischio, quali in primis quella dell’emergenza.

Da una recente confronto a livello piemontese, l’Asl di Biella, dal punto di vista delle soluzioni preventive messe in atto nelle aree critica, risulta tra le aziende che maggiormente si è rafforzata per quanto riguarda gli interventi ad oggi presenti. Inoltre, l’Asl Biella sta proseguendo con interventi concreti, come quelli previsti nel Protocollo d’Intesa messo a punto nel marzo scorso, grazie alla particolare attenzione e disponibilità da parte di Prefettura, Questura e Comando Provinciale dei Carabinieri di Biella, e che ora risulta non solo pienamente operativo, ma anche oggetto di interesse da parte di altre realtà, in quanto esperienza tra le più avanzate proprio in ragione della sinergia istituzionale su cui si fonda e che, in quanto tale, lo rende modello di riferimento in altre aziende.

Il numero degli accessi in Pronto Soccorso che, anche dopo la pandemia, permane generalmente elevato, ma anche a Biella, non registra un incremento tale da poterlo correlare in senso negativo con la qualità dell’organizzazione sanitaria sul territorio, il cui lavoro di questi anni, sotto la guida di Barbara Bragante, sta dimostrando con numeri e risultati oggettivi, che si sono distinti anche a livello nazionale.

Nel 2024 i servizi distrettuali hanno visto, infatti, grandi cambiamenti nell’ambito della Medicina Territoriale, implementando nuove soluzioni e migliorando quelle già esistenti. A riprova si ricorda che l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas), organo tecnico-scientifico del Servizio Sanitario Nazionale, a seguito della valutazione degli indicatori, quali dotazione dei servizi territoriali, cure primarie, presa in carico del territorio, ospedalizzazioni evitabili e consumo di prestazioni di specialistica ambulatoriale, resa pubblica a fine novembre 2024, ha inserito l’Asl di Biella nella classifica delle “best practice” nazionali insieme ad altre quattro aziende sanitarie piemontesi. Quindi il tema della violenza nei confronti degli operatori non può essere ragionevolmente correlato e attribuito all’organizzazione dei servizi distrettuali sul territorio.

Anche rispetto al tema sollevato in merito alle aggregazioni funzionali dei medici di medicina generale e le case di comunità, che sono in corso di implementazione, non sono soluzioni organizzative alternative da mettere in contrapposizione, ma bensì complementari: a secondo della situazione territoriale, possono trovare applicazione diversa sulla base delle esigenze di quel determinato contesto e della popolazione di riferimento.

L’attenzione al tema non è solo a livello aziendale e locale, ma anche regionale. Proprio in questi giorni, ad un anno di attività dell’assessorato della Sanità, Federico Riboldi ha confermato l’avvio di una consultazione preliminare di mercato da parte di Azienda Zero, con scadenza il 27 giugno, per la fornitura e l’installazione di sistemi di allarme e video sorveglianza nei luoghi sensibili delle strutture sanitarie regionali per un investimento complessivo di 6 milioni di euro. L’obiettivo è quello di raccogliere proposte tecniche e metodologiche da parte degli operatori economici del settore, per progettare un sistema di sicurezza efficace, innovativo e conforme alla normativa vigente per tutte le aziende sanitarie del territorio piemontese.

Le azioni dell’Asl dal 2009

Come si può constatare da questa breve sintesi dal 2009 ad oggi l’Asl di Biella è da anni impegnata per il benessere dei dipendenti e nella sicurezza dei suoi operatori.

A partire dal 2009, nell’ambito del servizio di Medicina del Lavoro, è stato istituito un servizio di supporto psicoterapeutico per i dipendenti che vi hanno accesso su richiesta, nel caso di eventi traumatici o per altri motivi correlati ad un disagio sul lavoro.

Nel 2016 presso l’Asl Biella è stato costituito un gruppo di lavoro multidisciplinare composto dagli operatori dell’Ospedale e del Territorio, che hanno definito la scheda di segnalazione dedicata al fenomeno specifico, implementata a partire da giugno 2017. Successivamente, nel novembre del 2019 il gruppo di lavoro ha provveduto alla stesura del Protocollo “La prevenzione e gestione degli atti di violenza verso gli operatori presso l’Asl Bi”, approvato poi con Deliberazione nel gennaio del 2020.

Nel frattempo a partire dal 2018 l’Asl Biella ha reso disponibile agli operatori un corso di formazione a distanza, dedicato al tema della violenza, destinato a formare e informare tutti i lavoratori dell’azienda con l’obiettivo di migliorare le capacità degli operatori di fronteggiare potenziali situazioni di conflitto per proteggere sé stessi ed eventualmente i colleghi. Le informazioni fornite hanno riguardato la Raccomandazione ministeriale, le schede di segnalazione atti di violenza, i metodi di riconoscimento di segnali di pericolo, le metodologie per la loro prevenzione e gestione. Il corso è stato aggiornato nel 2024. Dall’autunno del 2025 sarà organizzato anche un corso residenziale.

Tra gli interventi, si evidenzia anche l’attuazione della mappatura dei rischi di aggressione del personale sanitario, individuando le aree più critiche. Sono state considerate le presenze degli operatori nei diversi setting assistenziali e introdotte misure tecniche di prevenzione e protezione, delle quali se ne riportato alcune a titolo esemplificativo:

  • - Strumenti di videosorveglianza in alcuni locali del Pronto Soccorso, della Continuità Assistenziale (ex Guardia Medica) di Biella, Cavaglià, Cossato, Mongrando, Valdilana, Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura, Centro di Salute Mentale di Biella e Cossato, SERD (Servizio Dipendenze) di Biella e Cossato;
  • - Pulsante antipanico con teleallarme nei locali della Continuità Assistenziale (ex Guardia Medica) di Biella, Cavaglià, Cossato, Mongrando e Trivero; nelle sedi extra ospedaliere, in cui il medico lavora in condizioni di isolamento e solitudine (massimo rischio) il teleallarme è collegato direttamente al 112 a cui trasmette un messaggio preregistrato.
  • - Pulsante antipanico nei locali del Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura, dei Centri di Salute Mentale di Biella e Cossato, del SERD (Servizio Dipendenze) di Biella e Cossato, della Farmacia Ospedaliera e del Dipartimento di Prevenzione;
  • - Vigilanza diurna/notturna presso i locali del Pronto Soccorso, della Continuità assistenziale di Biella, SPDC, Farmacia Ospedaliera; in particolare è garantita la presenza sulle 24 ore di almeno una Guardia Giurata presso il presidio ospedaliero che può essere chiamata da ogni reparto o servizio dell’ospedale;
  • - Adozione di misure tecniche con particolare riferimento agli ambienti che ricoverano persone con problemi psichiatrici.

Per i medici di Continuità Assistenziale (ex Guardia Medica) dell’ASL BI è in uso il dispositivo elettronico tipo “Uomo a terra” al fine di poter monitorare la sicurezza dei lavoratori coinvolti, sia in caso di malessere sia in caso di possibili aggressioni anche durante visite domiciliari. Questi dispositivi sono indossabili e permettono di rilevare automaticamente situazioni di pericolo, come cadute, immobilità prolungata o perdita di verticalità. In caso di allarme, inviano una segnalazione ad un centro raccolta dati, consentendo l’attivazione immediata dei soccorsi. Sono limitati i contesti di lavoro in solitario.

Come premesso, l’attenzione dell’Asl Biella per la sicurezza degli operatori è costante, prova è la sottoscrizione avvenuta il 5 marzo 2025 del “Protocollo d’Intesa per la Prevenzione ed il Contrasto degli atti di violenza e delle aggressioni contro gli esercenti le professioni sanitarie nelle strutture e nei presidi dell’azienda sanitaria locale” tra Prefettura, Questura, Comando Provinciale dei Carabinieri di Biella e l’Asl Biella. Primo obiettivo del protocollo è quello di promuovere la diffusione di una politica di tolleranza zero verso gli atti di violenza, nonché la realizzazione di una specifica formazione da parte del personale sanitario operante nell’Asl Biella, in materia di prevenzione e gestione dei conflitti.

Il protocollo prevede che le Forze dell’Ordine, oltre ad assicurare il proprio intervento anche in caso di fattispecie di violenza del personale Asl Biella, perpetrate da parte di utenti/pazienti ricoverati, loro familiari o altri soggetti in genere, si impegnano a svolgere verifiche periodiche presso l’Ospedale e determinate sedi territoriali dell’Asl Biella. Le stesse si impegnano ad intervenire sul posto con tempestività a fronte di emergenze, ovvero a far convergere personale in prossimità del luogo in caso di segnalazioni di potenziale pericolo da parte degli operatori coinvolti.

Si ricorda inoltre che per accedere alla Continuità Assistenziale è stato attivato un nuovo numero telefonico, il 116 117, tramite il quale l’utenza viene registrata e indirizzata secondo le necessità. In caso di utenza nota alle forze dell’ordine, è previsto che sia fatta avvicinare una pattuglia dedicata nelle zone limitrofe ai locali della sede, in modo tale da intervenire tempestivamente in caso di necessità.

In riferimento al tema videosorveglianza del parcheggio dell’Ospedale, la cui area non fa capo all’Asl Biella, ma al Comune di Ponderano che ha affidato la sua gestione ad una ditta esterna tramite un contratto che prevede telecamere di video sorveglianza, la cui importanza prioritaria è stata sottolineata in più occasioni, affinché vengano installate quanto prima possibile.

Si informa inoltre che l’azienda sanitaria monitora costantemente gli episodi di violenza, verbale e fisica, in quanto sono segnalati dagli operatori stessi mediante un percorso dedicato e monitorati dai servizi preposti. Il Gruppo multidisciplinare dedicato si riunisce periodicamente, oltre che a seguito di eventi specifici, come in quello verificatosi recentemente, e dopo attenta analisi programma azioni di miglioramento.

In merito al Pronto Soccorso, appare utile evidenziare che è oggi il punto di raccolta di un disagio sociale, spesso aggravato da situazioni di affollamento e presenza di utenti con problematiche comportamentali. In questo scenario, il lavoro degli operatori sanitari è impegnativo e non esente da rischi, soprattutto nelle ore notturne, dove le condizioni operative si fanno più critiche. Proprio per questo, l’Azienda ha da tempo attivato presidi di sicurezza strutturati. Attualmente, la presenza della Polizia di Stato è garantita per 12 ore al giorno dal lunedì al venerdì e il sabato mattina, oltre al servizio di Vigilanza presente H24 in ospedale e che offre supporto anche in Pronto Soccorso.

Conclusioni

Appare evidente che il tema degli interventi per la sicurezza degli operatori della sanità, evidenziato dal dibattito sollevato dagli Ordini professionali, ha la massima attenzione, come testimoniato da un impegno fatto di azioni concrete che l’Asl Biella sta portando avanti per passi successivi e con la collaborazione e lo spirito costruttivo di tutti gli attori istituzionali che sono stati e che saranno progressivamente coinvolti.

Il dialogo è quindi aperto e ferma è la volontà dell’Azienda Sanitaria di Biella di proseguire nel solco segnato dal recente Protocollo d’Intesa siglato con Prefettura e Questura di Biella e comando provinciale dei carabinieri, con il fondamentale contributo di tutto il territorio, Sindacati e Ordini Professionali compresi, potendo anche contare sul prezioso apporto, recentemente confermato, dalle azioni che saranno individuate e finanziate dalla Regione con 6 milioni di euro per le Aziende Sanitarie Piemontesi.

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