Emily Ricchiuti, la studentessa liceale impegnata nell’operazione Mato Grosso

Scuola e impegno sociale nella storia della 5M del Liceo Classico G. Q. Sella di Biella

«Che senso ha la vita se la tieni solo per te?». Un quesito profondo, non banale, che è diventato il faro nel cammino di Emily Ricchiuti, studentessa della 5M del Liceo Classico G. Q. Sella di Biella. Emily è impegnata nell’esame di maturità, un appuntamento che affronta senza eccessiva ansia, con la sicurezza di chi, nonostante la giovane età, ha già affrontato molte sfide. Emily è una “scricciolina” di 155 centimetri, piccola ma con un cuore grande e un’energia da leonessa. La vita per lei è sempre stata un’avventura, da vivere senza paura dell’ignoto e del domani. Ogni giorno una pagina bianca, da riempire di tante azioni e pensieri unite da un comun denominatore: il desiderio di “donare” il proprio tempo agli altri, senza il timore, ogni tanto, di sentirsi “libera” e camminare contro corrente. L’esame di maturità per lei è “solo” un passaggio alla vita adulta, un momento da vivere senza troppe ansie, da godersi come parte di un cammino durante il quale le difficoltà, come le gioie, l’hanno aiutata a crescere e sentirsi umanamente più “ricca” e consapevole di sé stessa.

Emily iniziamo dalla fine. Come sono andati gli scritti della maturità ? Che scelta hai fatto per il tema di italiano?

Ho avuto pochi dubbi. Ho scelto il tema su Natura e peso dell’uomo. Ho parlato del consumismo. Di come l’uomo, pur essendo in origine un granello di sabbia nel Mondo, stia in realtà producendo talmente tanto da spingere il Pianeta verso il rischio collasso. La versione di latino ? Senza infamia e senza lode. Avrò l’orale mercoledì 25 giugno a metà mattinata.

Un tuo pensiero sul tema più chiacchierato di queste settimane. Il divieto di utilizzo dei cellulari a scuola.

Sono convinto che gli smartphone non siano un male esistenziale. Ma che allo stesso tempo si possa anche vive e senza. Per quel che riguarda la decisione di vietarli a scuola, c’è un aspetto che sicuramente ne gioverà: la socializzazione. Penso all’intervallo. Prima molti studenti lo trascorrevano con gli occhi e le mani incollate al cellulare. D’ora in poi ci sarà più modo e tempo per chiacchierare e socializzare.

La curiosità fa parte da sempre della tua vita. E, a 15 anni, ti ha portato alla tua prima grande avventura extra scuola.

Frequentavo la seconda e a ottobre vennero nella mia classe due ex studentesse del liceo, Marina Barberis e Chiara Guerra. Oggi entrambe sono impegnate con Mato Grosso, la prima in Brasile la seconda a Padova. Ascoltate i loro racconti mi ha incuriosita. Così ho lasciato il mio numero all’Associazione e dopo pochi mesi sono stata contattata. Da quel momento faccio parte della grande famiglia di Mato Grosso.

Di cosa ti occupi nello specifico?

Prevalentemente lavori manuali, insieme a un gruppo di coetanei biellesi. Rispondiamo alla chiamata di privati cittadini o associazioni e, in cambio di un’offerta, puliamo piante, tagliamo prati, verniciamo ringhiere. Le offerte vengono devolute alle missioni umanitarie di Grosso, prevalentemente in scuole, oratori, centri di avviamento al lavoro. Ce ne sono 180 in America Latina, tra Brasile, Ecuador, Perù e Bolivia.

Nel cassetto dei sogni ce n’è uno grande.

Mi piacerebbe un giorno far parte di una missione in Sud America. Ma non ho fretta. So che quel momento prima o poi arriverà e voglio arrivarci pronto.

Il tuo “darsi agli altri” non finisce con Mato Grosso.

Esatto. Il 28 maggio ho iniziato l’anno di servizio civile volontario con l’Arci di Biella. Seguo diversi progetti: con l’Associazione “Il Groviglio”, che si occupa dei diritti Lgbt, promuovo la vendita di biglietti per una lotteria. Servita per raccogliere i fondi necessità a realizzare una mostra sulla storia della comunità Lgbt in Italia dal 1972 a oggi. Ogni venerdì inoltre aiuto l’allestimento dei presidi per sensibilizzare la popolazione sulla questione Palestina. Infine ho collaborato con il gruppo “Senza tremori”, accompagnando i malati di Parkinson lungo un tratto del cammino di Oropa. Un’esperienza che mi ha “toccato” nel profondo.

Oltre al tuo impegno sociale c’è anche il lavoro.

Da un mese faccio la cameriera alla Bursch, aiuto un commercialista e faccio la dog sitter.

Tra le tue passioni c’è anche la musica.

Esatto. Percussioni, chitarra e ukulele. Ma ho imparato a usare anche altri strumenti. Ogni anno un’amica me ne regala uno e per me imparare a suonarlo è una sfida.

Una domanda sorge spontanea. Ti resta tempo per studiare?

La scuola ha ovviamente un ruolo importante nella mia vita. Ma non ho mai avuto l’ossessione della media alta o del bel voto a ogni costo. Diciamo che ho studiato il giusto, non senza difficoltà e sopratutto senza rinunciare ai miei sogni e alle mie passioni. So che non prenderò un voto alto, ma terminerò questa esperienza molto più ricca di quando l’ho iniziata.

Dopo la maturità proseguirai gli studi?

Sì. Frequenterò giurisprudenza per l’economia e l’impresa. Un doppio corso di laurea magistrale della durata di 6 anni.

Spesso si parla di giovani con poca voglia di fare. E di territorio che offre poco alle nuove generazioni. Immaginiamo che il duo pensiero vada in direzione opposta.

A Biella ci sono un sacco di cose da fare. Nelle mie esperienze ho scoperto realtà delle quali ignoravo l’esistenza. Basta avere un po’ di curiosità e voglia di mettersi in gioco. Conoscere e sperimentare è un modo per capire meglio il mondo e le persone. In questi anni ho conosciuto tante persone provenienti da realtà anche molto diverse tra loro. Ognuna mi ha dato molto più di quanto io abbia dato. Donarsi agli altri e dare un pezzettino di sé è la cosa più bella del mondo.

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