Sci, Luca Ballarè convocato in nazionale B paralimpica

Il 14enne di Mongrando è ipovedente, è un grande sportivo e studia al Bona di Biella. Convive con una rara patologia degenerativa all’apparato visivo

Ci sono traguardi che richiedono coraggio e determinazione per essere raggiunti. Il mongrandese Luca Ballarè, classe 2009, è un atleta ipovedente, studente della prima Bona,e di successi in ambito sportivo ne ha raggiunti già molti nonostante la giovane età: in questo 2023 ha vinto le finali nazionali dei giochi sportivi studenteschi sia nello sci sia nella corsa campestre. Non ha mai smesso di inseguire i propri sogni, di provare nuove esperienze, grazie anche al sostegno di una famiglia con la F maiuscola: papà Franco, mamma Michela e il fratello maggiore Lorenzo lo accompagnano in ogni sua avventura, senza mai lasciare che il timore di vederlo in difficoltà prenda il sopravvento sulla sua voglia di vivere una vita normale.

Luca è affetto da una retinite pigmentosa, patologia degenerativa dell’apparato visivo. Una forma rara, che porta a un lento decadimento della vista e che proprio perché rara al momento non ha cure specifiche. Il giovane atleta studente biellese vede bene, con l’ausilio degli occhiali, solo frontalmente. Un deficit che non gli impedisce di districarsi tra i pali di una pista da sci, con il necessario supporto che gli consenta di evitare l’impatto con i paletti.

Tra due settimane proverà una nuova grande esperienza: è stato convocato nella squadra Nazionale B paralimpica di sci alpino che si radunerà a Bormio dal 13 al 17 dicembre.

Abbiamo intervistato Luca poco dopo la sua partecipazione, con tanto di vittoria nella sua categoria, alla fase provinciale di corsa campestre dei giochi sportivi studenteschi. E a suo papà Franco abbiamo poi chiesto di raccontarci qualcosa di suo figlio: un bel ritratto di grande amore.

Luca, che emozioni hai provato quando hai saputo della convocazione in Nazionale?

Sinceramente non me lo aspettavo. Me l’ha comunicato mio padre e subito ho provato grande felicità e soddisfazione. Sono sicuro che sarà una bella esperienza, spero di sciare molto e poter migliorare così la mia tecnica.

Ringrazio lo sport perché è fondamentale per superare difficoltà e insicurezze: non ho paura di mettermi alla prova anche nella vita di tutti i giorni

Quando è nata la tua passione per lo sci?

Dai 7 ai 9 anni ho frequentato un corso. Poi ho sempre sciato con mio padre durante l’inverno, mentre in autunno, primavera ed estate mi dedico alla moto enduro e alla bicicletta.

Cosa rappresenta per te lo sport?

È una parte fondamentale della mia vita, che mi ha aiutato in questi anni a superare difficoltà e insicurezze. Grazie allo sport non ho paura di mettermi alla prova, anche in situazioni mai provate prima. È una grande passione, che voglio continuare a coltivare, dando sempre il massimo possibile.

In questi anni hai fatto un bel percorso di crescita. Chi vorresti ringraziare per i risultati raggiunti?

Prima di tutto i miei genitori, perché hanno lasciato sempre molto spazio ai miei desideri, senza frenarmi e senza trasmettermi paura per cose nelle quali avrei potuto incontrare qualche difficoltà. Poi a tutte le persone che mi sono state vicino, insegnati di scuola e tecnici del rugby, l’altra mia grande passione di questi anni oltre allo sci. E alla mia allenatrice Silvia Viale, che nell’ultimo anno mi ha aiutato a migliorare la mia tecnica.

Per chiudere, vuoi mandare un messaggio a chi, più o meno giovane, ha la tua patologia e magari non ha lo stesso coraggio nell’affrontare le sfide della vita e dello sport?

Certamente, non abbiate timore di non farcela, perché non lo saprete finché non vi metterete alla prova. In bicicletta a esempio sono caduto tante volte, ma ho sempre pensato che capitasse perché era destino e non a causa della patologia. Se cadete, rialzatevi senza perdere fiducia in voi stessi.

Il papà Franco: stiamo facendo volentieri tanti sacrifici con la speranza che in futuro tutti i disabili possano avere maggiori aiuti per lo sport e per le cure mediche

Papà Franco, ci racconti il suo Luca...

è un ragazzo ambizioso e determinato, la sua patologia gli permette di vedere oggetti e persone solo frontalmente, per cui è costretto a ruotare il capo per vedere lateralmente. Il suo vero tallone d’achille è la visione notturna, a causa di una scala dei grigi alterata. Questo però non gli ha mai impedito di condurre una vita normale, di giocare a rugby, fare motocross e andare in bicicletta. Diciamo che compensa bene la sua “disabilità” mettendo in campo altre abilità sensoriali. Luca è consapevole della sua patologia e del fatto che sia una forma degenerativa, cosa che non ci permette di sapere quanto velocemente progredirà. Il fatto di poter essere autonomo al 100% è un grande aiuto, sperando che in futuro la ricerca genetica permetta di individuare una cura che possa almeno rallentare il decorso della malattia.

Parliamo dello sport, che atleta è?

Dopo aver giocato diversi anni a rugby, su consiglio dei medici Luca ha abbandonato, anche se non del tutto, la sua prima passione, iniziando a dedicarsi in modo più assiduo allo sci. Lo ha fatto con ottimi risultati anche grazie al sostegno del tecnico Silvia Viale, sua insegnante di educazione fisica alla scuola media di Mongrando e oggi in pensione. Gli allenamenti con Silvia a Bielmonte gli hanno dato grande sicurezza nei propri mezzi. Un miglioramento che non è passato inosservato: qualche settimana fa ho partecipato a una riunione della FISP, Federazione Italiana Sci Paralimpico e proprio in quell’occasione il presidente Paolo Taviana mi ha comunicato che Luca avrebbe fatto parte del progetto azzurro Nazionale B di sci alpino e sarebbe stato tra gli atleti convocati per il raduno di Bormio. Per tutta la nostra famiglia è stata un’esplosione di gioia, per Luca in particolare una gratificazione importante, che lo ripaga dell’impegno e della serietà con la quale affronta ogni allenamento.

Un’azienda importante è al suo fianco : la Rossignol ha fornito l’attrezzatura necessaria per aiutare il giovane atleta. Tutte le spese per la trasferta a Bormio sono a carico della famiglia

Disabilità, sia nello sport che nella vita, purtroppo, fa rima spesso con difficoltà: accade anche nel mondo dello sci paralimpico?

Assolutamente sì: tra Piemonte, Lombardia e Valle D’Aosta esiste solo una stazione sciistica attrezzata per accogliere disabili e ipovedenti. A Prato Nevoso, grazie anche all’impegno della società sportiva Discesa Liberi, ci sono guide per ipovedenti, maestri di sci che li accompagnano durante gli allenamenti. C’è una pista riservata a loro e la giornaliera è gratuita. Fatto assolutamente non scontato, perché la Federazione spesso deve lottare anche solo per avere uno sconto sui prezzi delle giornaliere. Senza considerare la difficoltà della FISP a ottenere fondi per finanziare le attività dei propri gruppi Nazionali. A Bormio infatti andremo sostenendo di tasca nostra tutte le spese. Il sistema forse deve cambiare, in modo da permettere a tutti i ragazzi con disabilità di poter praticare un’attività sportiva agonistica come a esempio lo sci. Anche perché, spesso, le famiglie devono sostenere costi elevati per terapie e farmaci. A esempio l’invalidità riconosciuta a Luca non ci dà diritto ad avere gratuitamente le vitamine che assume per contrastare la sua patologia. Né abbiamo un supporto per i viaggi fatti a Napoli, dove c’è un centro specializzato a livello europeo per lo studio delle malattie dell’apparato visivo. Uno sponsor importante, la Rossignol, per fortuna ha deciso di aiutare Luca fornendogli gratuitamente tutto il materiale sportivo necessario. Un sostegno non indifferente, dato che per acquistare tutto ciò che serve per allenamenti e gare servono migliaia di euro. Li ringraziamo davvero di cuore.

Silvia Viale, suo storico tecnico oltre che insegnante: Sono commossa per questa convocazione: è un ragazzo adorabile e con una grande forza d’animo

In conclusione parola a Silvia Viale, suo storico tecnico, oltre che insegnante. Ci parli di Luca...

Sono commossa per questa convocazione. Luca impara in fretta ed è molto determinato, quindi la Nazionale gli darà ancora più consapevolezza nei suoi mezzi. Lui è un ragazzo adorabile, con una grande forza d’animo, che assorbe in fretta ogni nuovo insegnamento. Ha qualità tecniche e morali speciali, che sono state premiate con questa convocazione: sarà per lui una bellissima esperienza non solo sportiva, ma anche a livello umano, che gli permetterà di conoscere tante persone, fare amicizie, consolidare la sua autostima. E chissà che un domani non possa diventare parte della Nazionale A e partecipare alle Paralimpiadi, un sogno che sono certa inseguirà con tutte le sue forze

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