
Riccardo Nicola è campione del Mondo di Icosathlon
Atletica leggera - Venti gare in due giorni. Il portacolori del GSE Zegna trionfa in Francia: «È stata una sfida affascinante ma anche spaventosa»
Biella
«Non è uno sport, sono le fatiche di Ercole». Questo commento sulla pagina Facebook di QueenAtletica, uno dei punti di riferimento del mondo dell’atletica leggera, racchiude l’essenza dell’impresa compiuta da Riccardo Nicola lo scorso fine settimana a Besançon in Francia.
L’atleta del GSE Zegna Trivero, però, ha fatto ancora meglio di Ercole, perché le sue “fatiche” sono state ben venti, quelle necessarie per completare l’Icosathlon, ovvero un doppio Decathlon da svolgere in due giorni con un preciso ordine di gara. E c’è di più: Riccardo Nicola ha vinto il titolo mondiale, secondo italiano ad aggiudicarsi l’alloro in questa manifestazione giunta alla sua 31ª edizione,
L’Icosathlon non è disciplina olimpica ma ha al suo interno ben 18 gare olimpiche dell’atletica leggera alle quali sono state aggiunte i 200 ostacoli e i 3000 piani. È una disciplina gestita dalla IAUM (International Association for Ultra Multievents) con regole molto simili a quelle di FIDAL e World Athletic: la prima edizione dei mondiali fu disputata nel 1990 a Espoo in Finlandia dopodiché fu a cadenza annuale sino al 2013 e successivamente è diventata biennale.
Per l’atleta dello Zegna la vittoria mondiale è un prestigioso bis: esattamente 10 anni fa, nel 2015, a Tartu in Estonia, si aggiudicò il titolo Under 18. In quell’occasione vinse quello assoluto Roberto James Paoluzzi.
Ciliegina sulla torta anche il record italiano con 11984 punti, migliorando di 221 punti quello siglato dal citato Paoluzzi.
Riccardo Nicola, che nella vita di tutti i giorni è ingegnere Biomedico, parla così dell’esperienza vissuta: «Dopo la preparazione per i campionati italiani assoluti di prove multiple concluso con il nuovo personale ed entrando nei primi 8, mi sono dedicato alla preparazione di questo evento. Per un decathleta, abituato a non tirarsi mai indietro di fronte alla fatica, l’Icosathlon è un miraggio affascinante e spaventoso allo stesso tempo perché ci sono molte corse lunghe e molte prove lattacide che portano il fisico all’estremo. A rendere tutto ancora più impegnativo c’è la gestione dell’imprevisto: perché due giorni di gare così intensi non si preparano solo sul campo, ma anche nella testa. Occorre sapersi adattare a condizioni meteorologiche imprevedibili, a piccoli infortuni, alla fatica che cambia il corpo e la mente prova dopo prova. Alimentazione, recupero, strategia: tutto va calibrato, modificato, riscritto in corsa. Per me l’Icosathlon è questo: mettere alla prova la capacità di arrangiarsi, di trovare risorse diverse quando pensi di averle finite. È una sfida a fare di tutto un po’, senza pretendere di essere perfetti, ma cercando di cavarsela al meglio in ogni situazione.
Questi i suoi risultati . Giorno 1: 100 metri 11”41*; lungo 6.69; 200 ostacoli 25”23*; peso 10.34; 5.000 metri 20’22”83; 800 metri 2’09”41; alto: 1.89*; 400 metri: 52”38*; martello 20.12; 3000 siepi 12’10”04. Giorno 2: 110 ostacoli 15”96*; disco 32.63; 200 metri 23”68*; asta 4.00; 3000 metri 11’09”20; 400 ostacoli 57”04*, giavellotto 52.95*; 1500 metri 5’01”36; triplo 12”94*; 10000 metri 47’09”. Nota: indicata con * la miglior prestazione italiana all’ interno di un icosathlon.
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