Basket, Sambugaro racconta la nuova Pallacanestro Biella: «Credo nel gruppo, ma abbiamo bisogno della gente e del territorio»

Tre stagioni alle spalle da gm rossoblù (più la mezza nel 2015/2016), due qualificazioni ai play off, una regular season vinta, una finale più una semifinale di coppa LNP giocate. ‎Questo il bottino di Marco Sambugaro al timone di Pallacanestro Biella dal gennaio 2015 a oggi. Alla vigilia della sua quarta avventura in rossoblù, il general manager di parla del campionato alle porte, facendo un bilancio del difficile ma proficuo mercato estivo, passando dalle attuali difficoltà societarie e analizzando con la consueta lucidità insidie e avversarie della sua squadra.

Marco, è stata un'estate travagliata, prima un mercato complicato, poi le difficoltà societarie. Come arrivano squadra e staff tecnico al cancelletto di partenza della stagione?

La squadra è arrivata al primo giorno di raduno con grande entusiasmo, voglia di allenarsi e dimostrare di essere all'altezza dei migliori. Abbiamo fatto delle scommesse che ci auguriamo saranno vincenti, puntando su giocatori giovani e altri in cerca di una possibilità che gli faccia fare un salto di qualità. Lo staff tecnico è motivato anche dalle tante novità in organico, da un roster tutto da scoprire e con grandi margini di miglioramento.

Quest'anno, ancor più che in passato, siete riusciti a bruciare la concorrenza scegliendo i giocatori che volevate prima degli altri. Soddisfatto?

Al 100%. Come sempre abbiamo guardato alla persona e non solo al giocatore e siamo convinti di aver scelto atleti e ragazzi motivati. Forse siamo un pò corti e avremmo avuto bisogno di un giocatore in più, ma da un lato abbiamo dovuto fare i conti con risorse economiche non certo illimitate, dall'altro con un mercato "Gonfiato" dagli investimenti di chi lotterà per salire in serie A.

Ogni stagione presenta delle incognite. In questo momento le fanno più paura quelle tecniche o quelle societarie?

Sono due strade legate. Se hai difficoltà a livello societario ne risente anche la squadra. In questo momento però percepisco serenità all'interno del club. Ci sono persone che da mesi stanno lavorando per dare stabilità al progetto. La stessa serenità c'è nella squadra, consapevoli di avere alle spalle una grande famiglia, quella degli Angelico, il faro di questa splendida realtà sportiva, e un gruppo di soci e sponsor al quale questa società sta davvero a cuore. Per questo, ora più che mai, abbiamo bisogno ‎del sostegno della città, dei tifosi, lontano da polemiche che fanno solo male alla pallacanestro biellese.

Prime tre annate con tante vittorie e due play off consecutivi. Cosa sogna per questa nuova avventura?

Il livello della serie A2 si è alzato molto, soprattutto nel nostro girone. La differenza però la faranno non solo i roster ma anche il lavoro quotidiano. Da questo punto di vista noi non molleremo mai un centimetro, dando il 110% in partita come in allenamento e sperando che i tifosi imparino ad amarci anche per questo. L'obiettivo è qualificarsi per la terza stagione consecutiva ai play off, un traguardo che rappresenterebbe già un grande risultato.

Dopo tre campionati è andato via Ferguson ed è arrivato un play vero. Come cambierà il vostro modo di giocare?

Sicuramente il pallone circolerà molto di più e tutti avranno maggiori responsabilità. Jazz era il nostro play ma al tempo stesso il terminale offensivo principale. Con Saccaggi abbiamo scelto un giocatore in grado di coinvolgere maggiormente i compagni, mentre Vildera rispetto a Tessitori è un giocatore più di movimento e meno di posizione.

A un certo punto sembrava che Carrea, al di là del contratto, potesse andare via. Cosa secondo lei l'ha convinto a restare e quale deve essere il suo prossimo obiettivo?

Michele ha scelto Biella perché sente che qui il suo percorso di crescita tecnico e umano può continuare nel migliore dei modi. L'ambiente permette a giocatori e staff di lavorare con serenità. Il nostro coach ha qualità tecniche tali da poter ambire in futuro a una panchina importante.

A proposito di cambiamenti. A fine giugno avete salutato Federico Danna, una svolta per il vostro settore giovanile. Con quali ambizioni ripartite?

Federico ha abbracciato un progetto molto più ambizioso del nostro a livello economico e di obiettivi. Noi abbiamo voltato pagina. Non potendoci più permettere gli investimenti del passato, dovremo fare di necessità virtù, cercando di coinvolgere l'intero territorio e le società sportive che ne fann‎o parte in un progetto a più ampio respiro. L'obiettivo è, con umiltà ma al tempo stesso determinazione, diventare un punto di riferimento per i ragazzi e le famiglie di tutta la provincia.

Carl Wheatle capitano. Può essere lui l'uomo in più di questa squadra?

Per quanto riguarda il discorso capitano, la decisione verrà presa alla fine del ritiro a Bielmonte. Quanto al suo potenziale peso in questa stagione, indubbiamente ci aspettiamo che diventi sempre più un punto di riferimento per la squadra. Non vogliamo caricarlo di troppe responsabilità, ma al tempo stesso sarà lui a doversene prendere di più rispetto al passato. Coraggio, qualità fisiche ‎e tecniche non gli mancano, starà a lui farsi largo tra i grandi e a noi, così come ai tifosi, supportarlo in questo percorso.

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