Pallacanestro Biella, l'allarme di Trada: «Andare avanti? Non dipende da noi. Ma da solo non posso proseguire»

«Noi non abbiamo intenzione di chiudere Pallacanestro Biella. Ho fatto degli investimenti di un certo tipo nell’ultimo anno, ho fatto entrare 6-7 soci nuovi, mi sono speso in prima persona per questa società. Ma un conto è la volontà, un altro le possibilità. E in questo momento non voglio prendere in giro nessuno: non so se potremo andare avanti, semplicemente perché non dipende solamente da noi».

Antonio Trada, presidente dei rossoblu, pone un freno alle tante voci che si sono rimbalzate negli ultimi giorni: «Ne ho sentite di tutti i colori. Da una chiusura societaria a una fusione con il Teens Cossato, fino a un ridimensionamento per ripartire da una B. Ma la verità è che sono tutte parole. L’unica certezza è che il futuro a oggi è un’incognita. Non so se giocheremo, quando giocheremo, quante aziende potranno continuare a darci una mano, quanti soci vorranno rimanere. Come posso io in questo momento di estrema difficoltà dettata dall’emergenza Coronavirus andare da un imprenditore e chiedergli soldi per il basket? Io stesso devo guardare prima di tutto alla mia azienda e ai miei dipendenti. È chiaro che se io resto da solo - e parlo sia sul piano economico sia su quello gestionale - sarà impensabile proseguire».

Trada mette alcuni punti fermi: «Lo dico a chiare lettere: tutto quello che abbiamo in sospeso riferito alla stagione 2019-2020 sarà pagato. Non avremo debiti per quanto riguarda il presente. Mentre è chiaro che la situazione debitoria pregressa resta in sospeso, ma quello è un altro discorso».

Il mantra che il presidente rossoblu ripete («andare avanti non dipende da noi») non si riferisce solamente agli sponsor. Anche alle decisioni a livello generale del basket italiano: «Si dice che per costruire le squadre serviranno meno soldi e che la Lega potrà garantire degli sconti sull’acquisto dei giocatori. Ma anche in questo caso sono tutti discorsi astratti per il momento. È chiaro che - faccio un’ipotesi - se si decidesse di giocare tot partite a porte chiuse, diventerebbe impossibile proseguire visto che il pubblico garantisce incassi per 200-300mila euro. Io dico sempre che dalle calamità possono nascere delle opportunità, per capire se sarà questo il caso dobbiamo aspettare. Al momento non possiamo dire con certezza che continueremo ad esserci».

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