Bellini e il ricordo della maglia a pois che torna italiana

Correva l’anno 1976 sul podio ai Campi Elisi a Parigi, al termine del Tour de France, saliva in maglia a pois Giancarlo Bellini. Allora è stato il sesto italiano ad aggiudicarsi la classifica di “re della montagna”. Fu preceduto da Bartali (1938 e 1948), Brambilla (1947), Coppi (1949 e 1952), Nencini (1957), Massignan (1960, 1961), poi lo seguirono Battaglin (1979), Chiappucci (1991 e 1992). La classifica degli scalatori alla Grande Boucle venne introdotta nel 1933, la maglia a pois, divenuta presto un simbolo della corsa, nel 1975.
Per l’atleta cossatese, che vestiva la maglia della Brooklyn di capitan De Vlaeminck, fu un prestigioso riconoscimento e una emozione che ancora oggi ricorda. E come non capirlo. Quella maglia è stata il diadema della sua carriera iniziata con la maglia rosa conquistata nella prima edizione del Giro d’Italia per dilettanti e proseguita con altri prestigiosi successi, la convocazione in maglia azzurra, senza dimenticare la sua appartenenza alla Molteni (unico italiano) al servizio del “cannibale” Eddy Merckx. Il ricordo in questi giorni è inevitabile dopo che sullo stesso podio di Parigi è salito un altro italiano: Giulio Ciccone che succede a Claudio Chiappucci dopo trentun anni. Date e nomi che danno un valore ed evidenziano l’impresa compiuta da Bellini. Chiudo con un ricordo personale che mi lega alla storia sportiva di Giancarlo. Il suo primo successo lo ottenne a Chieri in solitudine, gara della quale fui protagonista, dapprima unendomi a un gruppetto in fuga e infine rotolando a terra con conseguente ritiro, nulla di grave ma così è andata.

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