
L’America’s Cup di vela protagonista al Panathlon
Convivio di marzo - Serata interclub insieme all’Inner Wheel Biella Piazzo
Biella
Grande successo del convivio interclub di martedì scorso: tantissimi soci e socie di Panathlon Biella e di Inner Wheel Biella Piazzo hanno applaudito un grande evento sportivo italiano relativo alla vela. A raccontare “La Coppa America dall’isola di Wight a Barcellona” Stefano Beltrando, quality control manager del team Luna Rossa nella recente Coppa America del 2024, coordinato dal noto giornalista sportivo Filippo Grassia. Beltrando, che ha studiato scienze dei materiali compositi, si è appassionato alla vela a soli 11 anni, a Viverone, e ora vive le imprese di Coppa America, dove la tecnologia, importantissima, non annulla l’elemento umano e sportivo. Questa gara può, a buona ragione, essere chiamata “storica”: era il 1851 quando si disputò la prima sfida tra Gran Bretagna e Stati Uniti, e tra il pubblico c’era Sua Maestà la Regina Vittoria, in palio la coppa e 100 ghinee. Vinsero gli Stati Uniti, e per tanto, troppo tempo gli inglesi non riuscirono a riprendersi la coppa! Poi si arriva al 1983 e, a più di 100 anni dalla prima sfida arriva Azzurra, con i suoi 23 metri e lo skipper Ricci e un equipaggio di 30 persone. Nella sfida non si parla più di lotta tra Gran Bretagna e USA: arriva l’Australia, con la chiglia alata, a competere in una gara dove la tecnologia, al top con l’uso del carbonio, ha rivoluzionato tutto. Intervistato da Filippo Grassia, Beltrando rivive le “Notti Magiche” del ‘92 del Moro di Venezia, una pietra miliare nella storia della vela, e la tecnologia permette, nel 2003, a uno svizzero - nato in un paese senza mare! – di vincere. La gara si sposta a Valencia: ”Ora gestisco ben 9 team, con episodi da …007! Ora le barche volano a 45 nodi, circa 100km all’ora, e la tecnologia anche in questo campo permette risultati strepitosi!” racconta Beltrando, con un entusiasmo contagioso! La velocità e la leggerezza hanno un’importanza enorme, resta però lo scoglio del meteo: e a Barcellona, nel ’24, il tempo orribile ha messo a ko la competizione! Le stupende immagini delle gare, i panorami marini mozzafiato hanno fatto vivere al numeroso pubblico l’emozione di quelle gare dove la tecnologia è importante non solo per l’impresa sportiva ma, anche, per l’utilizzo nella nautica “normale” in attesa di passare la mitica Coppa America alle nuove generazioni
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