Morto a 83 anni coach Charlie McAlister
Fu allenatore del Biella Rugby a metà anni ’90
Charlie McAlister è stato un punto di riferimento importante per il Biella Rugby, il primo coach gialloverde arrivato (nel 1995) dalla patria della palla ovale, la Nuova Zelanda. E Biella è stata una “tappa” della sua carriera che McAlister ha sempre portato nel cuore, rimanendo molto legato alla società e a tutti coloro che ha conosciuto nei suoi anni al BRC. Qualche anno fa in una intervista rilasciata ad un quotidiano neozelandese, McAlister ricordò con piacere la sua permanenza a Biella e in Italia, fortemente voluta anche per scoprire i luoghi studiati da bambino alla scuola cattolica. Un aneddoto simpatico riguarda il suo peso: «Quando sono arrivato in Italia pesavo circa 145 kg, a fine stagione ero sceso a 99: una trasformazione importante simile a quella della squadra». Che peraltro vinse il campionato di serie C2.
La sua impronta al Biella Rugby è pesantissima. Un po’ perché nel tempo ha “spinto” a Biella altri conterranei e “consigliato” alcuni giocatori, un po’ perché il suo modo di fare pacato, ma con personalità ha fatto davvero diventare uomini i ragazzi che ha allenato. E che fosse così amato lo ha capito lui stesso quando è tornato in città per festeggiare i 35 anni del Biella Rugby nel 2012l
Mercoledì la notizia della sua morte avvenuta in Nuova Zelanda a 83 anni. Il Biella Rugby lo ricorda così, sui suoi profili social: «Ciao Charlie, hai insegnato molto a chi ha avuto il privilegio di conoscerti, con calma e delicatezza ineguagliabili. Sarai per sempre fonte di ispirazione. La tua seconda famiglia».
Pochi mesi fa era venuta a Biella la figla Jackie: una visita per scoprire i luoghi tanto cari a suo papà. Aveva mostrato delle fotografie del papà ai dirigenti biellesi che erano rimasti colpiti dalla “biellesità” di Charlie, che spesso indossava abbigliamento del Biella Rugby nelle attività di ogni giorno.
A suo immortale ricordo, nella club house del Biella Rugby, è esposta da tempo la maglia degli All Blacks indossata dal nipote Luke in una partita della Nuova Zelanda.
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