
Il significato del Natale e di Santo Stefano,
primo martire
I riti della tradizione Inizia un itinerario teologico di preghiera avvolto dallo stupore umano. Gli orari delle celebrazioni
Il Natale del Signore è vicino e con esso l’avvio dell’Anno Santo giubilare. Dio si è fatto uomo nel grembo di Maria mediante l’azione dello Spirito Santo, come l’angelo annunciò a Nazaret, a Colei che era prescelta per questa straordinaria ed unica maternità divina.
Per consuetudine e per tanto tempo, la Messa della Notte di Natale gremiva le chiese di fedeli, attirati certo da motivazioni di fede e anche dalla cornice natalizia dominante. Attualmente, tranne le eccezioni, si registra una partecipazione numerosa alla Messa della Vigilia, presenti bambini e famiglie che rincasando riprendono i riti dell’intimità domestica che il Natale ancora suscita e ripete.
Il Verbo si fece carne e venne ad abitare tra di noi
La Messa del Giorno documenta a tutti che “Il Verbo si fece carne e venne ad abitare tra noi”. Il cuore dell’Incarnazione del Dio cristiano, mistero che diventa pienamente compiuto nella morte e risurrezione di Cristo, la Pasqua centro dell’annuncio, della celebrazione e della testimonianza della Chiesa e del singolo credente.
Il Tempo liturgico del Natale si estende alla festa della Sacra Famiglia di Nazaret, alla meditazione di Maria Santissima Madre di Dio il primo gennaio e all’Epifania dei Magi a Betlemme, il sei gennaio.
Un itinerario teologico, di preghiera e di celebrazioni avvolte dallo stupore umano e cristiano che abbraccia i giorni di fine anno e di inizio del nuovo.
L’apertura della Porta Santa
Lo sguardo credente muove dall’apertura della Porta Santa della Basilica vaticana, rito presieduto da Papa Francesco, per attivarsi nella Chiese diocesane di tutto il mondo, domenica 29 dicembre, con l’apertura solenne dell’Anno Santo che percorrerà tutte i mesi a venire.
Santo Stefano
Per noi biellesi, grande festa è anche il 26, solennità di S. Stefano primo martire dell’era cristiana che domina la scena celebrativa della Cattedrale, della Città di Biella e della Diocesi che lo venerano come potente Patrono.
Festa religiosa e municipale
Riti secolari che caratterizzano la municipalità, il Capitolo Cattedrale, preti, diaconi e fedeli della comunità biellese nel suo insieme. L’iconografia pittorica dipinge Stefano (nome che significa Incoronato) nell’avvenimento del martirio cruento, che si consuma alle porte della santa città di Gerusalemme.
E gli Atti degli Apostoli con abbondanza di immagini e citazioni bibliche narrano quei momenti, in cui l’annunciatore della Parola e l’organizzatore della carità, Stefano fortificato dallo Spirito di Dio dà la sua bella confessione di credente e di martire. Oggi i martiri in tante parti del pianeta proseguono la testimonianza a Gesù, dentro alla compagine culturale, sociale ed ecclesiale dei nostri giorni.
Minoranza creativa
Le comunità e le parrocchie in cui i cristiani sono una minoranza numerica ma creativa, nell’annuncio del Vangelo e nella dimensione caritativa, educativa e liturgica vivono come Stefano la lotta, la fatica di comunicare Cristo alla cultura contemporanea. Refrattaria se non contraria ai valori religiosi, in particolare a quelli cristiani anche derisi, vilipesi, condannati ormai soltanto alla vita privata dei credenti.
Testimoniare una fede e una speranza vive diventa difficile, per chi non si adegua al pensiero corrente con le sue mode e le sue voglie, che accomoda anche i credenti in uno stile innocuo, che tenta di far coincidere tante ragioni con i maestri di pensiero, ottundendo la loro originalità perché non facciano la differenza da chi credente non è o non vuol esserlo.
In Stefano ammiriamo il coraggio
Una Chiesa come la nostra diocesana, nel martire Stefano ne ammira il coraggio e dovrebbe spingersi alla sua imitazione, alla sua franchezza di parola, di giudizio e di scelte. Celebrare il Patrono di una Chiesa particolare corrisponde ad attingere ai suoi stili di vita cristiana, confrontarli con il cammino delle comunità credente di oggi.
Un Patrono attraente e di straordinaria attualità e provocazione
Un Patrono stimolante ed attraente, di straordinaria attualità e provocazione. Il Giubileo è l’aiuto divino ed ecclesiale per continuare il cammino, fissando Cristo, senza paure di cambiare, di convertire prassi pastorali, perché i discepoli di Cristo non invecchino nell’anima. E non si accontentino soltanto di ripetere senza intelligenza ad apertura al nuovo, modalità già sperimentate ma non sempre valide ed efficaci.
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