Il Vescovo, verso l'Incoronazione: «Una corona, un manto, un popolo fedele»

A poche ore dall'Incoronazione arrivano le parole del Vescovo Roberto Farinella: Eccole: In questi anni, preparando l’Incoronazione della Madonna di Oropa, tutti noi abbiamo immaginato come si sarebbe svolto l’evento. Le immagini dell’ultima Incoronazione, quella del 1920, con il filmino girato da padre De Agostini, le pagine di giornali e dei libri, alcune testimonianze hanno mantenuto viva la memoria storica che ci ha tramandato un evento memorabile, con la partecipazione di ben 150mila fedeli!
Giunti da tutto il Biellese e dalle Diocesi vicine, in auto, a piedi, con il trenino, con i mezzi che possedevano, una folla immensa, vestita con gli abiti della festa, aveva seguito in silenzio la santa Messa Pontificale celebrata dal Legato Pontificio, il Cardinale Teodoro Valfrè di Bonzo, aveva partecipato al rito dell’Incoronazione, davanti alla facciata della erigenda Basilica Superiore, e ascoltato, alla fine, all’Oratorio musicale la Regina della Alpi del maestro don Pietro Magri. Nei volti della gente la gioia e la contentezza di aver partecipato ad un evento unico, di aver visto la Madonna Nera incoronata. Lasciando ancora scorrere le immagini si nota la devozione profonda, il ritorno con il bacio sulla soglia della Basilica Antica da parte dei parrocchiani di Fontainemore che per l’occasione aveva rivissuto la processione del voto.
Sapevamo che l’Incoronazione del 2020 non sarebbe potuta svolgersi nello stesso modo.
Sono cambiati i tempi, e poi c’è stato un inaspettato dramma che ha toccato tutti: la terribile pandemia, una vera emergenza sanitaria, che ha lasciato devastanti conseguenze sul piano umano, sociale ed economico. Nel mutato contesto pastorale, ancora prima della pandemia, già da tempo, la Diocesi in stretta collaborazione con il Santuario (costituendo un Comitato organizzatore per l’occasione) aveva elaborato una forma che, pur mantenendo lo spirito di fede e di devozione all’amata Regina di Oropa, prevedesse anche dei segni e delle modalità capaci di toccare il cuore dei nostri contemporanei. Un’inchiesta televisiva di poche settimane fa faceva emergere che la maggioranza degli intervistati, soprattutto giovani, non hanno idea di che cosa voglia dire Incoronare la statua della Madonna! Ci siamo affidati a Maria, ci siamo lasciati guidare dalla sua umiltà e dal suo esempio e così è nata l’idea di preparare, con l’aiuto di un artista, una corona che portasse i segni della regalità e dell’espressione della fede popolare che invoca Maria, a Lei si affida, sa sentirla vicina nei momenti difficili e nelle gioie della vita. Il tradizionale elegante manto damascato, questa volta, ha assunto le sfumature di un manufatto lunghissimo che racconta la misericordia di Dio e l’affidamento alla Vergine Santa. Migliaia di tasselli di tessuto tutti cuciti in un’unica soluzione dalle mani delle monache abituate all’orazione continua e da mani esperte di donne biellesi, con capacità di sarta, che hanno completato l’opera. Il dispiegarsi del manto è una preghiera che unisce cielo e terra, lavoro e fede, amore e sacrificio. Dovendo la maggioranza della nostra gente rinunciare ad essere presente al gesto liturgico del 29 agosto, presieduto a nome del Papa, dal Cardinale Giovanni Battista Re, le comunità si sono organizzate creando una rete di “sagrati” diffusi sul territorio, che offrono la possibilità di vivere in comunione l’evento, partecipando alla santa Messa e seguendo insieme l’Angelus del Papa e il rito di affidamento alla Vergine Santa, in spirito di famiglia. Sono stati preparati i canti e le musiche che verranno eseguite insieme, e uno schema di liturgia che esprime la comune preghiera. Il senso di responsabilità dei parroci e delle comunità, anche piccole, ha subito compreso che questa volta l’Incoronazione si sarebbe svolta in modo diffuso sul territorio, per poi poter andare a venerare la Madonna, nei giorni successivi e ammirare gli splendidi segni della sua regalità. L’uomo propone e Dio dispone. Tanti progetti, tanti sogni, tante speranze e forse per qualcuno anche tanta delusione per un evento che avrebbe dovuto riunire in uno stesso luogo migliaia di persone.
Alla fine però, pur mutando le condizioni, lo spirito è rimasto lo stesso e domenica saremo tutti ad Oropa, per dire che con il Signore non siamo soli. Pur cercando di rappresentare nelle sue componenti fondamentali le comunità del nostro territorio non deve però sfuggirci un bel segno di speranza: ad Oropa saranno presenti anche una rappresentanza di giovani, nel solco della santità indicata da Papa Francesco, nella Gaudete et Exultate, che li ha portati a dare vita a “in Alto a casa”, secondo un’espressione del beato Pier Giorgio Frassati, dove si sono confrontati sui temi dell’affettività, dell’amore, del lavoro, della salvaguardia del creato, delle responsabilità che li attendono. La strada continua, il cammino non si è fermato neanche in questi mesi dolorosi per tutti ma con Maria, rivestita dei segni della regalità del suo amore per noi, riscopriamo di essere il suo popolo amato, figli di una Regina. Sia per tutti un evento di gioia e di benedizione.

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