La veglia di preghiera sulle orme del beato Pier Giorgio Frassati

Venerdì sera numerosi giovani si sono ritrovati insieme al Vescovo Roberto Farinella accolti a Villa Ametis dalla nipote Wanda Gawronska

Intensa veglia di preghiera venerdì a Pollone, meditando sulle orme del beato Pier Giorgio Frassati, sulla sua santità quotidiana tra casa, famiglia, amicizia e carità. Una sessantina di giovani con il vescovo Roberto Farinella, don Simone Rocco e padre Davide Di Pasquale della pastorale giovanile ed altri sacerdoti sono stati accolti dalla nipote del beato, Wanda Gawronska, a Villa Ametis, per la veglia vocazionale con un percorso-pellegrinaggio che si è snodato tra il parco della casa e la piccola chiesetta di Cangio.

Nella suggestiva cornice della serata serena con il profilo delle montagne che si stagliava verso il cielo stellato e la piccola falce di luna crescente, il tema della veglia “Creare casa” è stato sviluppato con le testimonianze sulla vita e sulla morte di Pier Giorgio Frassati tratte da “Up” lo spettacolo sul beato di “Storie di Piazza” della regista Manuela Tamietti.

Dopo il saluto iniziale del vescovo e i primi canti, il gruppo dei presenti si è spostato infatti sul retro della villa che si affaccia sul grande prato (tagliato come è stato sottolineato per l’occasione da Mohammed) dove la “cuoca” e la “governante” di casa Ametis raccontavano aneddoti sulla carità del giovane che tornava tutto contento quando aveva svuotato il suo portafoglio per donare dei soldi a qualche poveraccio. Entrambe hanno poi ricordato la sorpresa per la folla di poveri che aveva partecipata al funerale a Torino.

La seconda tappa era sotto il grande albero dove c’erano altre due donne: Simona Colonna che, suonando con la sua viola, ha cantato l’Ave Maria per accompagnare le parole della “sorella” di Pier Giorgio che ha parlato degli ultimi giorni prima della “nascita al cielo” del beato, assistito da tutta la famiglia, soffermandosi sulla sua gioia di andare in paradiso con la nonna, morta da pochi giorni, ma sul suo dolore di lasciare mamma e papà.

Il 4 luglio era stata la governante a capire dal pallore del giovane che era il giorno fatale e nell’aria si sono diffuse le note del canto alpino: “Signore delle cime”.

In un silenzio orante i giovani si sono spostati all’uscita sulla strada che Pier Giorgio percorreva per recarsi a pregare nella piccola chiesa di Cangio, dove oggi si trova una cappella a lui dedicata con la sua immagine e lo striscione con la parola “Pace” portata l’anno scorso dai giovani biellesi alla Gmg a Lisbona.

Il vescovo Roberto ha commentato le letture e il vangelo di Giovanni, invitando i presenti a comprendere la chiamata di tutti ad essere santi: «È la chiamata del Signore» ha detto «ad amare che ci fa aprire il nostro cuore alla carità. E la nostra fede, vissuta giorno per giorno come Pier Giorgio, attento come abbiamo sentito alla famiglia, ai suoi amici e ai poveri, ci porterà ad essere felici come lui. Pensate la parola in greco per dire beato e felice è la stessa. Lasciate, come faremo ora con l’adorazione eucaristica, che il Signore “trovi casa in voi” e abbiate, come abbiamo vissuto già nella V Centenaria Incoronazione, il costante riferimento alla Vergine santa di Oropa per proseguire con fedeltà sulla via che conduce “Verso l’alto”».

Per riflettere sulle parole delle vocazioni, tutti i presenti sono stati invitati a scriverne una con dei pennarelli su una gigantografia di Pier Giorgio Frassati che li “accompagnerà” lungo le tappe del percorso verso il Giubileo e che porteranno l’anno prossimo a Roma, proprio per ricordare il centenario della sua morte.

© RIPRODUZIONE RISERVATA