Pasqua: luce che squarcia le tenebre
e unisce i cuori. I video auguri del Vescovo

Le parole in occasione della Pasqua di monsignor Roberto Farinella

Arrivano gli auguri di buona Pasqua dal vescovo Roberto Farinella. Qui sotto riportiamo il testo che ha scritto per noi monsignor Farinella. A questo link, invece, gli auguri in forma video: https://www.facebook.com/ilBiellese/videos/1400669767755179

Carissimi amici lettori,
la Pasqua torna a raggiungerci come una luce che irrompe all’improvviso e squarcia l’oscurità. È un annuncio che non smette di stupirci: la morte è vinta, la pietra è rotolata via dal sepolcro, la Vita ha trionfato. Festa antica quella di Pasqua, che forse oggi ha bisogno nuovamente di essere “annunciata”, aiutando chi intorno a noi non sente più l’esigenza o non si accorge di questo grande mistero, che costituisce il cuore del cristianesimo. I motivi per rilanciare questo prezioso annuncio vanno cercati non solo per arginare la secolarizzazione che avanza, e che rende tutto piatto e senza prospettive di trascendenza, ma perché troppo spesso anche il nostro cuore è appesantito, la speranza fioca, la fiducia difficile da ritrovare. Troppe ferite, troppe paure, troppi macigni che sembrano chiudere ogni spiraglio. «Mi pare che anche sul nostro cuore e sui nostri occhi a volte sia posta una pietra tombale», ha detto recentemente il cardinale Pizzaballa, Patriarca della Chiesa latina di Gerusalemme, da anni impegnato a ristabilire la pace in Terra Santa. Oggi più che mai risuona forte l’invito pasquale: alzate lo sguardo! Tornate a vedere, a riconoscere che la luce non si è spenta, che l’amore può rifiorire anche nelle ferite profonde, che la Vita è davvero più forte della morte. Pasqua è il tempo in cui Dio stesso rimuove le pietre che ci tengono prigionieri e ci spalanca all’alba di qualcosa di nuovo. La Pasqua, inoltre, ci ricorda che la salvezza non è mai un fatto privato, ma una chiamata a camminare insieme. La prima comunità cristiana, descritta negli Atti degli Apostoli, ci offre un’immagine viva e concreta: erano (i primi discepoli) “in ascolto della Parola di Dio, condividendo quello che avevano, uniti nella preghiera e nella fraternità”. È un modello semplice e rivoluzionario, che interpella anche le nostre comunità. Possiamo tornare a essere una Chiesa che ascolta, che condivide, che si prende cura. Ma serve il coraggio di chi non si lascia rubare la speranza, e la pazienza di chi fascia le ferite e custodisce l’unità. E quest’anno, la gioia pasquale è resa ancora più grande dal fatto che la celebriamo nello stesso giorno dei nostri fratelli ortodossi. Una coincidenza preziosa, che ci ricorda come la vita del Risorto vinca anche le divisioni e ci chiami a cercare ciò che ci unisce. San Paolo VI, proprio cinquant’anni fa, nella Pasqua dell’Anno Santo 1975, parlava di «una nuova, originale, inesauribile sorgente di vita» infusa nel mondo dal Cristo risorto. Non è poesia o immaginazione: è la realtà di una vita nuova, di una presenza che ci accompagna e ci guida, di un amico che ci prende per mano nelle fatiche quotidiane. Mentre preghiamo per la fine di tutti i conflitti e auspichiamo un tempo di pace giusta, auguro a ciascuno di voi, con affetto e gratitudine, una Pasqua vera e santa. Una Pasqua che tocchi il cuore, risvegli la fede e ci renda capaci di rimetterci in cammino, gli uni accanto agli altri. Auguri vivissimi!

+ Roberto Farinella, Vescovo di Biella

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