In tre anni persi 20 ristoranti e 70 bar

Le imprese del tempo libero pagano il conto delle difficoltà dell’ultimo triennio, periodo tra i più complessi dal secondo Dopoguerra: prima lo shock della pandemia nel 2020, poi l’impennata dei corsi energetici e infine l’inflazione galoppante che ha superato l’8 per cento nel corso del 2022. E il Biellese è tra le province che più hanno pagato il prezzo della crisi. In Italia molte attività ricettive non hanno retto l’impatto e in un anno sono scomparse 4.800 imprese del settore (4.339 bar, 70 ristoranti, 259 alberghi e 119 sale da ballo e discoteche). Il quotidiano economico Sole 24 Ore ha analizzato il fenomeno partendo dai dati più aggiornati di InfoCamere.
Dall’indagine è emerso che i contorni del problema sono ancora più netti e preoccupanti se il confronto si fa ri- spetto al 2019, nel periodo pre pandemia. Da allora il saldo tra aperture e chiusure ha portato a una perdita nel Paese di 11.214 bar (-6,6 per cento), 849 hotel (-2,7), 233 discoteche (-6,3). In controtendenza i ristoranti che sono invece cresciuti nei tre anni di 8.444 unità (+4 per cento) ma che nell’ultimo anno sono tornati a perdere quote.
Biella è tra le città che dal 2019 al 2022 hanno registrato la chiusura in percentuale del maggior numero di ristoranti (è al secondo posto in Italia con un calo registrato di 3,1 per cento delle attività) e bar (per questo la nostra provincia è al nono posto con una perdita di locali del 12,7 per cento). I maggiori costi di gestione (in primis il prezzo dell’energia) e le difficoltà legate al cambiamento delle abitudini di vita (ad esempio il ricorso allo smart working che ha ridotto la presenza negli uffici e di conseguenza l’indotto dei consumi nei centri storici) hanno decretato la crisi delle imprese del tempo libero e della ristorazione. Il Piemonte è tra le regioni che più ha subito le chiusure: per quanto riguarda gli hotel infatti ben tre province sono tra le prime dieci per l’incidenza della perdita di attività: Novara è al secondo posto con 20 hotel perduti in tre anni (il calo è del 20,8 per cento); Asti al quarto posto ha perso 9 strutture (-17,6); Cuneo in decima posizione ha visto ridurre la sua offerta ricettiva di 28 hotel (-12,3 per cento).

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