Con i corridoi umanitari sono arrivate a Biella due famiglie, un bambino è disabile


Sono arrivati mercoledì sera da Addis Abeba. Anche questa volta il viaggio è stato lungo e stancante. Ma mai quanto gli anni vissuti sfuggendo alle persecuzioni nei loro Paesi d’origine, e poi nel campo profughi. Dopo la prima famiglia accolta in febbraio, altri nove rifugiati sono ospiti a Biella, arrivati con i corridoi umanitari previsti dal protocollo d’intesa tra Stato, comunità Sant’Egidio, Cei e gestito da Caritas con la fondazione Migrantes.

Daniele Albanese, responsabile del progetto per Caritas Italiana, è stato ad Addis Abeba per occuparsi delle pratiche relative al trasferimento in Italia di 139 rifugiati, e tra questi c’erano le due famiglie che oggi vivono a Biella.

I corridoi umanitari sono un’alternativa all’immigrazione illegale, senza spese per lo Stato perché i fondi sono messi a disposizione dai firmatari del protocollo di intesa. Nel caso di Biella è Caritas a far fronte ai costi dell’accoglienza. Le persone beneficiarie del progetto vengono selezionate dai referenti nazionali – e tra questi c’è Albanese – e al momento del trasferimento sono previsti, prima della partenza per l’Italia, il rilevamento delle impronte digitali e tutte le procedure che normalmente vengono svolte al momento dell’arrivo in Europa.

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