«Dopo il ponte Morandi ricognizioni in 4 giorni». Parla il presidente della Provincia

«L’Italia è il Paese dello scaricabarile, degli interventi progettati all’ultimo minuto, dopo che le tragedie sono avvenute». Parla di «triste realtà» il presidente della Provincia Emanuele Ramella Pralungo mentre commenta la comunicazione che ieri mattina ha inviato ai 78 sindaci biellesi: ai colleghi ha inoltrato la nota del ministero delle Infrastrutture e del dipartimento interregionale per le opere pubbliche in cui si chiede la ricognizione dello stato di salute delle infrastrutture stradali, ferroviarie e idrauliche che necessitano di interventi urgenti. La richiesta è a seguito del crollo del ponte Morandi a Genova. Ma ha scatenato l’indignazione di Ramella: «La tempistica imposta agli enti è la vergogna di questo Paese». Nella comunicazione ministeriale infatti si chiede di trasmettere le informazioni rilevanti (saranno contenute in specifiche schede che sindaci e presidenti di Province e Regioni devono compilare) entro il 1 settembre. «Siamo alle comiche» dice ironico Ramella Pralungo. «Il drammatico crollo è avvenuto il 14 agosto. Il Consiglio dei ministri si è riunito il 16 – rovinare il Ferragosto ai politici sarebbe stato troppo – e in quell’assemblea si è stabilita la ricognizione. L’indomani, 17 agosto, i dipartimenti regionali hanno ricevuto la nota ministeriale, ma l’ufficio che si occupa di Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria ha impiegato 8 giorni per inviare la stessa nota alle Province. La comunicazione chiede di rispondere entro il 31 agosto (teniamo infatti conto dell’ultimo giorno lavorativo utile) ed è arrivata i nostri uffici il 24». I presidenti delle Province hanno quindi chiesto un incontro al ministro delle Infrastrutture Toninelli. «La cosa più bella è questa: il ministro ci ha fissato l’incontro esplicativo venerdì 31 agosto. Significa che come presidente della Provincia avrei circa 11 ore di tempo per produrre la mia documentazione e coordinare quella di tutti i comuni».



L’articolo completo è su Il Biellese del 28 agosto.


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