Investimenti immobiliari, il Biellese piace agli stranieri: in fuga dal caos della metropoli

Ci voleva Nick Ferrand, il brillante immobiliarista inglese innamorato dell’Italia, per spiegare al mondo dove si trova Biella: “A un’ora di viaggio da Torino, un’ora da Milano e da Malpensa; a 90 minuti da Courmayeur, dove si scia e due ore dal mare della Liguria”. Lo ha precisato dopo aver raccontato e filmato con enfasi la casa di Nino Cerruti a Ronco, messa all’asta con Sotheby’s e venduta in breve tempo a un newyorkese - così si dice -, che evidentemente ha trovato interessante non solo la dimora, “così chic, così incredibile e così tipicamente italiana”, ma anche la sua posizione sicuramente strategica per uno straniero che vuole respirare le atmosfere del Bel Paese.
Che poi da quelle mura, arredate dall’iconico imprenditore e stilista con mobili antichi e disegnati da lui stesso, ci fosse passato un giovane Giorgio Armati, in occasione della firma del suo primo contratto di lavoro, ha reso ancor più esclusiva la villa del tardo ‘900, promossa su YouTube e visitata da poco meno di 20 mila curiosi in un mese.
Il prezzo di tre piani terrazzati, 7 ettari di parco con alberi secolari e altri due immobili annessi? Molto meno di un milione e mezzo a base d’asta. Decisamente poco, anche se un po’ di ristrutturazione sarà indispensabile (e lo ha confermato pure Ferrand), per una casa di grande fascino, leggendaria per l’immaginario collettivo. Ma i prezzi all’osso delle case biellesi, anche se non ci si affida a You Tube e a un super venditore internazionale per la loro promozione, piacciono a tanti soprattutto se in collina, in mezzo al verde e alla quiete. Gli stranieri in primis. E’ il caso di Graglia, dove sono sbarcati i russi; al Favaro dove fanno acquisti gli americani; nella piccolissima frazione di Case Code, sopra Tollegno, sono  approdate  nell’ordine una famiglia di olandesi, due di tedeschi, una di inglesi che ha acquistato  due case e un cittadino svizzero che si gode i fine settimana spostando- si nei dintorni in bicicletta.
Tra Netro Donato è arrivato a fare “razzia” un facoltoso imprenditore del Varesotto che sta investendo su diversi immobili che poi rivende ai suoi vicini di casa. Singolare il caso di Marchetto, in Valdilana, dove a “Casa Regis” la proprietaria, un’americana di origine, ha fondato un’associazione che gestisce un centro di cultura e arte contemporanea.
Innamorarsi  del Biellese  sembra davvero facile se gli occhi sono forestieri.  In  tempi recentissimi, più emblematico ancora, è il caso della Valle Cervo dove le vecchie ville stanno andando a ruba. Qui i nuovi abitanti sono sbarcati in massa dal Nord Europa, dagli Usa e perfino dall’Australia. Un imprenditore danese ha fatto acquistiQuittengo: «perché l’Italia è iconica e ci è parsa una bella idea» hanno spiegato ai vicini di casa. Una famiglia di tedeschi ha trovato a Oriomosso; un musicista finlandese sull’altro versante del Cervo, al Mortigliengo, e uno chef danese ha fatto shopping a Pralungo. «A Oretto dei texani hanno investito su villa Vanni» conferma il sindaco Maurizio Piatti. «Mentre l’ex Colonia Casalese, sopra il santuario di San Giovanni, è andata a un australiano. Degli scozzesi hanno preso residenza a Campiglia. Siamo diventati la Toscana degli Anni ‘90, un luogo ideale per chi cerca un posto fuori dal mondo ma abbastanza comodo e dove i prezzi sono più che appetibili per quello che in cambio offriamo».
In altre parole è “quell’abitare su misura” che l’operazione “Silver Life” si proponeva di lanciare con il sostegno della Fondazione Biellezza nel 2020, che sta avendo successo. Il trend è in crescita: è un cambio di passo per le coppie giovani pronte a metter su famiglia nel segno di una nuova idea di benessere o per chi con una carriera consolidata vuole scappare da traffico, caos, inquinamento e carovita al limite della sostenibilità. Le testimonianze raccolte sulla home page del sito, in questi tre anni sono andate crescendo. Sono storie dalle mille sfumature, di professionisti in fuga dalle metropoli, dalla grande Milano come dalla Capitale, di famiglie che scoprono i servizi a dimensione più umana che il territorio può che stanno portando nuovi abitanti nel Biellese. Ma chi già ci vive, ancora troppo spesso non ci crede.

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