L’arte che racconta clima e migrazioni

È online il video in cui è riassunta l’esperienza dei giovani che hanno ideato alcune opere per sensibilizzare il pubblico

Il progetto si è concluso a dicembre, ma prosegue l’onda positiva che ha generato nei cuori dei partecipanti: si tratta di “Cli.Mi”, ovvero dell’opportunità per un gruppo di giovani biellesi di partecipare a diverse occasioni di formazione tenuti da docenti universitari sui cambiamenti climatici e sulle migrazioni che ne conseguono.

Il cammino è iniziato nel mese di giugno, con alcuni incontri di progettazione per immaginare il prodotto artistico che sarebbe poi stato presentato al territorio per sensibilizzare le persone ai temi dell’ambiente e delle migrazioni. La carta vincente dell’iniziativa, raccontano i ragazzi che hanno partecipato, è stata la considerazione che per coinvolgere i loro coetanei sarebbe stato necessario ascoltarli e valorizzarli: «Crediamo fortemente nel valore del gruppo e del contributo che ciascuno può dare per rendere speciale un team di lavoro» spiega Debora Toppan, che ha coordinato il progetto. «Ogni incontro quindi è stato l’occasione per dare ai ragazzi la possibilità di mettersi in gioco con idee, proposte, competenze e talenti, con l’obiettivo comune di immaginare qualcosa di nuovo. D’altra parte questo è il motivo per cui credo sia importante realizzare un’intensa collaborazione tra le associazioni del territorio e le realtà giovanili biellesi perché unire le forze è il segreto per ottenere un successo comune».

Gli incontri tra i ragazzi e le realtà del biellese sono stati intensi da giugno alla fine dell’anno, come spiega Debora Toppan: «A luglio c’è stato l’incontro con Sophie Bourkab, artista e arte-terapista. Durante l’incontro i ragazzi hanno avuto modo di confrontarsi con l’artista e immaginare insieme il prodotto artistico da realizzare con l’obiettivo di creare un’opera d’impatto comunicativo per i ragazzi e per tutto il pubblico.

A settembre invece si sono svolti gli incontri con Spazio Hydro, in particolare con Annalisa Zegna e Nicholas Ferrara che hanno presentato ai giovani la loro realtà e il loro progetto “Fluviale”, di cui si è parlato anche durante l’evento finale realizzato a dicembre con i ragazzi di Cli.Mi».

In autunno c’è stata invece l’esperienza con il videomaker Stefano Baù, con cui il gruppo di ragazzi ha realizzato il video (il link è accessibile dal box qui a fianco).

«A dicembre i ragazzi hanno partecipato all’evento territoriale a Torino con gli altri tre gruppi del progetto Cli.Mi» dice Toppan. «C’erano giovani di Cuneo e Torino e, in collegamento, i ragazzi del Senegal. Risale sempre al mese di dicembre la realizzazione dell’evento finale a Biella e la diffusione del video».

A questo proposito, spiega Stefano Baù: «Abbiamo deciso di rappresentare, oltre agli elaborati ultimati, anche alcuni spaccati della fase di realizzazione, come testimonianza pratica e significativa di quello che è stato poi rappresentato nella storia di una bambina che prima pianta un seme, e poi, attraversando il percorso della vita, si evolve fino a diventare adulta e futura mamma. Ci siamo concentrati non solo sul semplice ma significativo gesto di piantare un seme, ma anche sull’atto di distribuirlo alle persone, con tutta la forza che il gesto della collaborazione e condivisione può rappresentare. Il messaggio finale racchiude l’essenza dello spirito di divulgazione: prendersi cura, insieme, delle criticità presenti e future lanciando il messaggio chiave del progetto, ovvero che esiste la possibilità di un futuro migliore, e questo è realizzabile attraverso un senso di responsabilità comune che si concretizza con azioni attente, di rispetto e cura dell’ambiente che ci circonda».

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