Rsa, per ora è sospeso lo stato
di agitazione

I dipendenti della casa di riposo restano in attesa di un nuovo confronto il 20 gennaio La minoranza critica sindaco e giunta

È durato due ore e mezza il tavolo di conciliazione avvenuto ieri in Prefettura a Biella tra i sindacati e i rappresentanti della società Maria Cecilia di Caresanablot che gestisce, dal 2019, la casa di riposo di Candelo. Per ora è sospeso lo stato di agitazione dei dipendenti in attesa di un nuovo confronto il 20 gennaio. Ma sull’applicazione del contratto che tanto ha fatto discutere non vi sono passi indietro.

Aveva fatto clamore la nota stampa di qualche giorno fa della Cgil-Fp di Biella sulla situazione dei lavoratori della casa di riposo di Candelo. Lo stato di agitazione dei dipendenti era dovuto, secondo il sindacato, ad una serie di «gravi inadempienze ai danni dei lavoratori e delle lavoratrici». Sotto accusa sono finiti i vertici della società Santa Cecilia, che gestisce la struttura con 68 posti letto disponibili e in cui lavorano circa 45 persone. Per Cristina Martiner, responsabile della funzione pubblica per la Cgil, «l’azienda applicava a seguito di obblighi contrattuali imposti giustamente dal Comune di Candelo il contratto firmato da Cgil, Cisl e Uil ai lavoratori più anziani, mentre per i nuovi assunti ha deciso di applicare un contratto peggiorativo da moltissimi punti di vista, ovviamente non firmato da Cgil, Cisl e Uil. La società ha quindi deciso, unilateralmente, di applicare a partire dal primo gennaio a tutti i suoi dipendenti l’accordo meno vantaggioso per i lavoratori, che avranno così una perdita media in busta paga di circa 170 euro mensili. Ma non solo. I dipendenti avranno meno diritti in materie fondamentali quali la maternità, la richiesta di part-time, la malattia e i permessi retribuiti. Non è la prima volta che la società Santa Cecilia applica in maniera non corretta i contratti nazionali, costringendoci a proclamare lo stato di agitazione per tutelare i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici». Questo nonostante, secondo Martiner, «un margine operativo lordo di circa 400 mila euro».

Per Martiner c’è tempo fino al 28 febbraio prossimo per «verificare la sussistenza di un accordo. Il nodo rimane anche perché l’unica opzione sul tavolo da parte loro, data la conferma dell’applicazione del contratto, è una armonizzazione delle retribuzioni».

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