Sordevolo, il saluto a Romeo Giraldo, lo chef di tutti

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Onestà, generosità, creatività, passione. Romeo Girardo, lo storico chef del Circolo Sociale prima e del Ca'd'Gamba poi, aveva una buona dose di tutte queste qualità, che l'hanno reso persona (prima ancora che chef) apprezzata da chiunque ha avuto la fortuna di conoscerlo. Il suo cuore malato ha smesso di battere nella notte tra giovedì e venerdì scorso, lasciando un grande vuoto tra famigliari e amici. Romeo aveva 79 anni e da 15 era il gestore del noto ristorante sordevolese. La sua è stata una vita lunga e iniziata in salita, lasciando la casa di Santa Margherita D'Adige (in provincia di Padova) a 16 anni per trasferirsi a Biella. «Papà faceva parte di una famiglia contadina» ricordano le figlie Sabrina e Monica «e da piccolo doveva darsi da fare in casa, perché nostro nonno era spesso in Africa per lavoro. A Biella iniziò come lava piatti al ristorante "La Rinascente" di Biella, poi negli anni '60 divenne apprendista cuoco alla Croce Bianca di Oropa, passando infine al Circolo Sociale, dove lavorò per 27 anni. 15 anni fa poi, la scommessa del Ca'd'Gamba, che negli ultimi anni ha gestito con il nipote Francesco». Definire Romeo Girardo un pezzo importante nella storia biellese degli ultimi 50 anni non è un'esagerazione. Tanti gli amici e i conoscenti di una vita dedicata alla cucina e alla gente che lunedì mattina hanno voluto dargli l'ultimo saluto nella chiesa di Sordevolo. «Le sue più grandi doti?» ha detto la figlia Sabrina «La generosità e l'empatia che aveva con le persone. Papà capiva quando qualcuno era in difficoltà ed era sempre disposto ad aiutarlo. Per lui era una cosa naturale, perché proveviendo da una famiglia "povera" sapeva bene cosa volesse dire doversi guadagnare il pane ogni giorno». Romeo Girardo è stato uno chef di successo (come non ricordare il suo apprezzatissimo fritto misto alla piemontese) che si è "fatto da solo". «Ha imparato tutto sul campo, iniziando con un corso di cucina durante il servizio militare nei bersaglieri» aggiunge la figlia «osservando prima e sperimentando poi, mettendoci sempre quel pizzico di creatività che lo ha contraddistinto. E poi ha sempre avuto al suo fianco nostra madre Ines, che rappresentava una spalla importante nel lavoro oltre che nella vita. Lei è una pittrice e così, sfruttando la sua propensione artistica, aiutava papà nell'allestimento dei tavoli e delle location prima di pranzi, cene e cerimonie». Oltre alla bravura nel lavoro poi, Romeo e la moglie avevano una qualità che tutti riconoscono: «Sapevano regalare un sorriso a tutti gli ospiti del ristorante. Ed è questo l'insegnamento più grande che mi porterò dentro» ha detto Francesco, uno dei nipoti dello chef, che ora continuerà la gestione del Ca'd'Gamba. La sua vita è raccontata in un libro, "Romeo, mio padre", scritto proprio dalla figlia Sabrina e pubblicato nel 2016 da "Lassù gli ultimi". «Mi ha insegnato tutto ciò che so fare» ricorda il nipote «non solo in cucina, ma soprattutto nei rapporti con le persone, facendomi capire che il rispetto viene prima di qualunque altra cosa. Ora senza di lui sarà dura, ma ce la metterò tutta per mettere a frutto gli insegnamenti di una vita e per continuare a sostenere chi più ne ha bisogno». Per molti biellesi resteranno indimenticabili i pranzi che ogni 26 dicembre (giorno di Santo Stefano, patrono della città) offriva agli ospiti della mensa del Pane Quotidiano, invitandoli al Circolo Sociale. Romeo Girardo lascia la moglie Nives, le figlie Monica e Sabrina, i nipoti Francesco, Stefano, Giulio e Gregorio e i pronipoti Pietro e Riccardo. Tra i tanti riconoscimenti ricevuti in carriera, lo chef venne nominato cavaliere della Repubblica il 2 giugno del 1988 dal presidente Francesco Cossiga, Cavaliere ufficiale il 12 maggio 1997 da Oscar Luigi Scalfaro e Commendatore da Carlo Azeglio Ciampi il 27 dicembre 2004. «A Sordevolo è venuto a mancare un uomo di grande generosità e immancabile disponibilità» ha scritto Stefano Rubin Pedrazzo, presidente dell'associazione Teatro popolare. «Amico della Passione, per noi è stato un grande supporto, sempre pronto a mettere a disposizione la sua professionalità in occasione di eventi, pranzi e cene organizzati dalla nostra associazione, disponibile a seguirci anche durante alcuni incontri fuori zona. Con la sua semplicità ed il suo sorriso sapeva offrire agli ospiti prelibatezze degne di un grande chef. E in occasione degli spettacoli della Passione potevamo contare sul suo aiuto per la preparazione del cibo per la scena dell’ultima cena. Con profonda tristezza dobbiamo dire che ci mancherà una splendida persona». Anche l'ex sindaco Riccardo Lunardon ha voluto ricordare lo chef: «È stato senza dubbio una delle persone più generose conosciute nella mia vita, capace di superare ogni ostacolo con la propria generosità. Un buono, un giusto, che lascia un grande vuoto ma al tempo stesso un bellissimo ricordo».

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