Treni, mentre si sogna la stazione Tav un albero caduto blocca la Biella-Novara

Mai come nei giorni scorsi la doppia velocità (nel senso letterale del termine) con cui procede la cosiddetta “questione ferroviaria” è stata rappresentata plasticamente dagli eventi che si sono succeduti nel giro di poche ore.

A Roma, infatti, come recita un comunicato della Regione, l’altro giorno «si è aperto uno spiraglio importante nella definizione di una fermata intermedia tra Milano e Torino sulla linea ad Alta velocità e che negli ultimi giorni aveva animato il dibattito tra amministrazioni locali che rivendicano la primogenitura della richiesta», con un doppio incontro al ministero dei trasporti con i promotori delle due iniziative “antagoniste” di Chivasso e di Santhià e Carisio. Tutto ciò mentre il giorno dopo, al mattino, si consumava l’ennesimo disservizio sulle linee ferroviarie biellesi, con i passeggeri diretti a Milano via Novara, rimasti a terra perchè il convoglio delle 7,02 era rimasto fermo sui binari con le porte chiuse a causa della caduta di un albero nella zona di Cossato. Un problema che avrebbe richiesto almeno un’ora e mezzo di tempo per essere risolto, per cui il personale di Trenitalia ha consigliato ai pendolari di prendere il treno verso Santhià e da qui proseguire poi cambiando sul Torino-Milano. Peccato che questo forzato cambio di programma abbia comportato il fatto che nel capoluogo lombardo i viaggiatori biellesi siano poi dovuti arrivare con il treno successivo rispetto a quello che avrebbero potuto prendere, se in orario, da Novara.

Al ministero, il primo incontro in mattinata, a cui era presente l’assessore ai trasporti della Regione Piemonte Francesco Balocco, con il capo di gabinetto del ministro Delrio Mauro  Bonaretti e l’amministratore delegato di Rfi Maurizio Gentile, era stato promosso dal senatore vercellese del Pd Luigi Bobba e dai sindaci di Santhià Angelo Cappuccio e di Carisio Pietro Pasquino. Il secondo incontro, nel pomeriggio, è stato invece con il viceministro Riccardo Nencini,  Tomas Carini, coordinatore dell’Associazione “Identità Comune”, sostenitrice del progetto “La porta del Canavese-Monferrato”, i sindaci di Chivasso Claudio Castello, di Gassino Paolo Cugini, di Bollengo Luigi Sergio Ricca, di Cavagnolo Andrea Gavazza (anche in rappresentanza dell’assessore regionale Gianna Pentenero), Marco Marocco vicesindaco della Città Metropolitana di Torino, i parlamentari Francesca Bonomo, Davide Gariglio, Carlo Giacometto. In entrambe gli appuntamenti, Rfi ha ribadito la disponibilità ad approfondire il tema con un tavolo tecnico, promosso dalla Regione e con il supporto del Politecnico di Torino e il contributo dei territori che coinvolgono le 5 province interessate.

«A questo punto» ha affermato Balocco dopo le due riunioni «è importante che l'eventuale scelta sulla localizzazione della fermata avvenga sulla base di criteri oggettivi che tengano conto degli aspetti tecnici e del reale bacino di utenza afferente a quella fermata, nonché delle valutazioni commerciali dei gestori del servizio dell'Alta Velocità».

Per quanto riguarda la proposta più vicina agli interessi biellesi, la richiesta di creare una fermata, formulata dai sindaci di Santhià e Carisio, si basa su una domanda potenziale stimata in due milioni di utenti fra Biella e Vercelli, Aosta e Ivrea, Borgomanero, il Verbano-Cusio-Ossola e Casale Monferrato. L'opera, è stato sottolineato, potrebbe contribuire al rilancio dei territori interessati.

A patto (aggiungiamo noi) che gli alberi caduti non rovinino ancora la festa dei viaggiatori biellesi.

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