Troppo caldo in fabbrica: lavoratori in sciopero alla ex Lancia di Verrone

Venerdì scorso i lavoratori dello stabilimento Stellantis di Verrone in maggioranza (abbondantemente oltre il 50%) hanno aderito allo sciopero di 4 ore, indetto dalla rappresentanza sindacale Fiom-Cgil e sostenuta dalla Fiom-Cgil Territoriale per le condizioni di lavoro inaccettabili, peggiorate dalle condizioni climatiche che imperversano in questi giorni, e dall’incuria in cui versa lo stabilimento ex Lancia.
In una nota del sindacato si legge: «Già nelle settimane scorse gli Rls aziendali hanno segnalato più volte a voce e per iscritto le criticità dello stabilimento, e hanno richiesto l’attivazione degli impianti di ventilazione per ridurre gli effetti della temperatura percepita ben più alta di quella effettiva. All’ennesimo disinteressamento della direzione aziendale alle istanze dei lavoratori si è stati quindi costretti a reagire dando un segnale inequivocabile all’azienda. È stato proclamato uno sciopero e diffuso un comunicato». Ecco il testo: «Nonostante i ripetuti solleciti e le segnalazioni fatte, l’azienda continua ad accendere solo parzialmente e al minimo l’impianto di aerazione e ventilazione per ridurre gli effetti della temperatura percepita all’interno dello stabilimento tale temperatura misurata si attesta oltre i 30° ma quella percepita è ben oltre a causa di umidità e ritmo di lavoro. come si può produrre in queste condizioni? Oltre a questo persiste lo stato d’abbandono dello stabilimento in termine di pulizia e igiene e sicurezza. Tutte problematiche già evidenziate molte volte per mesi all’azienda. I lavoratori di Verrone non meritano questo trattamento e per questo la Fiom proclama 4 ore di sciopero a fine turno venerdì».
Sulla nota del sindacato si legge ancora: «Il disinteresse dell’azienda verso le maestranze biellesi e verso gli stabili di Verrone ci paiono un ulteriore chiaro segnale di una volontà non volere dare un futuro a questo stabilimento. Una prospettiva contro la quale da mesi i delegati sindacali interni e la Fiom si stanno battendo per richiamare l’attenzione dei vertici aziendali, ma anche delle istituzioni del Territorio».

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