Uib, il giorno del nuovo presidente Giovanni Vietti

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E’ stato eletto oggi, nel corso dell’assemblea privata dell’Unione Industriale Biellese, il nuovo presidente dell’Unione Industriale Biellese: Giovanni Vietti, 64 anni, presidente e amministratore delegato di Lauretana S.p.A.
Imprenditore con esperienza di lungo corso all’interno dell’associazione, è stato vice presidente dell’Unione Industriale Biellese dal 2006 al 2016 al fianco di Marilena Bolli, Luciano Donatelli ed Ermanno Rondi.

La Squadra
Ad affiancare il presidente Vietti nei prossimi quattro anni saranno i vice presidenti:
Paolo Barberis Canonico con delega allo Sviluppo delle filiere, Economia d’impresa e Sostenibilità; Chiara Bonino con delega all’Internazionalizzazione; Francesco Ferraris con delega all’Education; Giancarlo Ormezzano con delega alle Relazioni industriali e Sviluppo del welfare aziendale.
Il past president, Carlo Piacenza, continuerà ad occuparsi delle Infrastrutture, tema per cui tanto ha fatto nell’arco del suo mandato.
Completano la Squadra i due vice presidenti di diritto: la presidente della Piccola Industria, Stefania Ploner, che si occuperà anche dello Sviluppo del marketing associativo; il presidente del Gruppo Giovani Imprenditori, Christian Zegna, a cui sarà affidato il tema della Digitalizzazione.

«Dobbiamo puntare sulla sostenibilità»
Il neo presidente ha voluto indicare una linea precisa per il suo mandato e puntare all’apertura del territorio, al rilancio del Biellese e allo sviluppo delle imprese: “Sono convinto che Biella possa puntare ad essere un vero e proprio punto di riferimento a livello regionale e non solo, per una cultura di impresa orientata alla sostenibilità nel senso più ampio del termine: rispetto dell’ambiente, rispetto della persona, attenzione e cura del territorio. Un modo di fare impresa più consapevole che si fa carico di una responsabilità sociale più ampia. Noi siamo avvantaggiati perché questi valori sono fortemente presenti in noi, nel nostro Dna. Su questo dobbiamo puntare come imprenditori, ma anche come territorio".

Infrastrutture, digitalizzazione, welfare, formazione: verso un nuovo modello di business
«L’Unione Industriale Biellese, con i suoi imprenditori, riveste un ruolo primario nell’immaginare e proporre una visione per il cambiamento del territorio – dichiara il neo presidente -, un ruolo ancora più determinante in questo momento storico: è una responsabilità che sento particolarmente e che caratterizza da sempre il nostro modo di essere imprenditori all’interno della comunità in cui viviamo».
Partendo da questo presupposto, Giovanni Vietti ha evidenziato le priorità ritenute fondamentali per lo sviluppo, le condizioni essenziali per poter ripartire: «Ridurre il gap infrastrutturale, a partire dalla connettività, è essenziale per un territorio che vuole aprirsi e nuove opportunità, evitando così l’emarginazione economica e sociale, e valorizzare il turismo».
Infrastrutture, dunque, con marketing territoriale e formazione di eccellenza per favorire apertura, diversificazione e dare nuova linfa al territorio.
Sostegno allo sviluppo delle imprese, accesso ai fondi europei e regionali, rilancio della filiera produttiva, nuove modalità per l’accesso al credito, formazione, sostenibilità, welfare e sicurezza per supportare le imprese nella ripresa.
Elaborazione di un nuovo modello produttivo che superi il passato e guardi all’industria 4.0, ai nuovi modi di lavorare, alle nuove professioni per riuscire ad anticipare i trend in atto.
«La vera sfida che ci attende – conclude Vietti – è riuscire a tracciare un nuovo orizzonte per il territorio, che possa superare l’attuale modello di business e che possa far crescere nuove opportunità attraverso la sostenibilità e il welfare che ci contraddistinguono, e la digitalizzazione che è essenziale allo sviluppo».

L'intervento completo del neo presidente Giovanni Vietti
In modo inusuale rispetto alla nostra tradizionale Assemblea Pubblica, vi presenterò ora quelle che saranno le linee che orienteranno il mio mandato insieme alla nuova Squadra di Presidenza, che è qui con me nelle prime file della sala.
Si tratta di team in cui le singole capacità vengono moltiplicate dalla volontà di raggiungere obiettivi comuni per le imprese e per il territorio.
Paolo Barberis Canonico con delega allo Sviluppo delle filiere, Economia d’impresa e Sostenibilità; Chiara Bonino con delega all’Internazionalizzazione; Francesco Ferraris con delega all’Education; Giancarlo Ormezzano con delega alle Relazioni industriali e Sviluppo del welfare aziendale.
Completano la Squadra i vice Presidenti di diritto: la presidente della Piccola Industria, Stefania Ploner, che si occuperà anche dello Sviluppo del marketing associativo; e il presidente del Gruppo Giovani Imprenditori, Christian Zegna, a cui sarà affidato il tema della Digitalizzazione.
Sono infine felice che il nostro past president, Carlo Piacenza, abbia accettato di continuare ad occuparsi delle Infrastrutture, tema per cui tanto ha fatto nell’arco del suo mandato.
Mi sembra doveroso rivolgere ancora un ringraziamento speciale, sentito e sincero, a Carlo Piacenza: con la sua “forza tranquilla” ha saputo condurre l’Associazione lungo un percorso di trasformazione che è ancora in atto, affrontando con fermezza l’emergenza straordinaria legata allo scoppio della pandemia del Covid 19 e l’onda lunga delle sue conseguenze, che hanno travolto l’intero sistema sociale ed economico.

Impegno per il territorio
Il Biellese mi ha dato tanto, sia dal punto di vista professionale che personale. Ora, dopo una significativa esperienza in Associazione, ho deciso di “restituire” attraverso il mio impegno come presidente.
L’Unione Industriale Biellese, con i suoi imprenditori, riveste un ruolo primario nell’immaginare e proporre una visione per il cambiamento del territorio, un ruolo ancora più determinante in questo momento storico: è una responsabilità che sento particolarmente e che caratterizza da sempre il nostro modo di essere imprenditori all’interno della comunità in cui viviamo.

La crisi può essere una potente occasione di cambiamento
Nella storia umana l’evoluzione non è avvenuta per piccoli passi incrementali, ma piuttosto per grandi balzi che hanno segnato tappe prima nemmeno immaginate. Sono convinto che ora siamo di fronte a questa opportunità. Siamo in un momento particolarmente difficile ma dobbiamo e possiamo reagire.

Uno scenario complesso segnato dall’incertezza
Siamo ben consapevoli che stiamo attraversando una congiuntura molto complessa. Gli effetti della pandemia sono stati pesanti per tutti i settori, su tutti i mercati, in modo trasversale e globalizzato.
Nel secondo trimestre del 2020 il sistema manifatturiero biellese ha registrato un crollo della produzione industriale in tutti i settori, con alcuni comparti in evidente difficoltà. Il calo della produzione è del 30,2% e le previsioni degli imprenditori per i prossimi mesi sono evidentemente pessimistiche e segnate da una grande incertezza.
Nel corso dell’estate, però, una piccola nota positiva c’è stata. L’ok al Recovery Fund. Significa quindi che le risorse ci sono, o perlomeno arriveranno, anche se non prima della metà del 2021, e dobbiamo usarle.
Come ha ribadito il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, sono tre i punti essenziali da cui partire subito: un piano di riforme strutturali sfruttando i fondi Ue; un piano di politica industriale di mercato, rinunciando a ogni disegno statalista; un’operazione fiducia sulle imprese.
Intanto le aziende attendono la messa a terra delle misure annunciate nei mesi scorsi: mancano i decreti attuativi che ci lasciano in debito di ossigeno in particolare sulla liquidità, che è vitale per l’economia.
Riprendendo ancora le parole di Bonomi, “malgrado tutto, le imprese hanno saputo rispondere ai mesi di blocco con fermezza e tenacia: è una forza resiliente che il Paese la politica devono considerare come il più importante asset per riavviare l’Italia e per riprendere con vigore e in modo strutturale il sentiero di una crescita sostenuta e sostenibile”.

Apertura, dialogo, visione
Una Confindustria più forte a Roma e Bruxelles e un’Associazione che a livello locale punti su una maggiore apertura all’esterno, su un’aumentata capacità di visione per il territorio, su una più articolata progettualità per essere percepita come vero motore dell’economia e della società.
Queste saranno le coordinate che orienteranno la nostra azione per i prossimi anni e che scaturiscono da un’attività di ascolto della base associativa che abbiamo ritenuto fondamentale. Ascolto e dialogo, non solo all’interno dell’Unione Industriale Biellese ma anche coinvolgendo esponenti della società locale e non, sono la base su cui costruire un nuovo modello per il futuro.

Le priorità
Per il territorio e per le imprese, le priorità evidenziate si concentrano sulle condizioni sine qua non la manifattura locale rischia di perdere le posizioni conquistate con sacrificio in secoli di storia industriale.

• Infrastrutture, marketing territoriale e formazione di eccellenza per favorire apertura, diversificazione e dare nuova linfa al territorio.

Sostegno allo sviluppo delle imprese, accesso ai fondi europei e regionali, rilancio della filiera produttiva, nuove modalità per l’accesso al credito, formazione, sostenibilità, welfare e sicurezza per supportare le imprese nella ripresa.

• Elaborazione di un nuovo modello produttivo che superi il passato e guardi all’industria 4.0, ai nuovi modi di lavorare, alle nuove professioni per riuscire ad anticipare i trend in atto.

Ridurre il gap infrastrutturale
La situazione infrastrutturale biellese sconta un’inadeguatezza ormai quasi proverbiale. E non parlo “solo” di autostrade e ferrovie, capitoli su cui l’Unione Industriale Biellese sta insistendo da anni. Mi riferisco anche alle infrastrutture telematiche, ai collegamenti con la banda larga e con il 5G.
Ad oggi solo il 30% della totalità delle aziende biellesi possono usufruire di un’infrastruttura di rete al pari dei concorrenti europei e la previsione di disporre della rete Open Fiber a completamento del territorio non si avrà prima della fine del 2023.
Come imprenditore che ha sede a Graglia, credo sia davvero assurdo e imbarazzante non poter utilizzare un cellulare quando sono in azienda. E come imprenditore la cui attività poggia sulla logistica, ritengo indecente la situazione dei collegamenti con le principali arterie del Nordovest.
Ridurre il gap infrastrutturale, dunque, è essenziale per un territorio che vuole aprirsi e nuove opportunità, evitando così l’emarginazione economica e sociale, e valorizzare il turismo.

BIellezza e Biella Città Creativa Unesco
Proprio per valorizzare il territorio sono nati due progetti che, anche come Uib, abbiamo scelto di sostenere.
Il primo riguarda Biella Città Creativa Unesco, che abbiamo appoggiato durante il percorso di candidatura e che, ora, dovrà prendere avvio concretamente attraverso sei progetti articolati in ambito locale e internazionale che puntano alla valorizzazione del “saper fare” e della creatività biellese nel mondo.
Il secondo è la Fondazione BIellezza, che ha lo scopo di contribuire concretamente allo sviluppo futuro del biellese, in particolare attraverso un maggiore sviluppo della componente turistica e rimettendo al centro le persone e la loro qualità della vita, anche attraverso la formazione di operatori specializzati.

Formazione di eccellenza
Restando sul tema della formazione, vanno ricordati gli straordinari risultati dell’ITS TAM che, grazie ad un modello che interconnette strettamente scuola e impresa, ha visto aumentare in modo esponenziale gli iscritti raggiungendo di pari passo un tasso di occupabilità post diploma vicino al 100 per cento.
Questo modello viene valorizzato anche attraverso la collaborazione delle imprese locali per la formazione attraverso l’ITS ICT, un percorso che fornisce competenze che saranno sempre più ricercate con l’avanzare della digitalizzazione in azienda.
Un altro tassello importante per rispondere soprattutto alle esigenze di personale che richiedono risposta immediata, sono le Academy legate alle specializzazioni del territorio e progettate all’interno della nostra Città Studi. Un’opportunità per l’inserimento in azienda di figure junior e per realizzare processi di riqualificazione.

Accesso al credito “di filiera”
Insieme al capitale umano, un'altra leva essenziale per il supporto delle imprese, soprattutto in questa fase economica molto delicata, è l’accesso al credito.
Emerge in modo evidente il divario crescente fra aziende piccole e aziende grandi, fra quelle più fragili e quelle più strutturate: paradossalmente proprio le imprese che oggi hanno più bisogno di liquidità, rischiano di non riuscire ad accedere al credito.
Per cercare una soluzione a questo problema, come Unione Industriale Biellese abbiamo sviluppato la proposta di azione “Insieme per il Biellese”, che si basa su un approccio di filiera al credito. Questa iniziativa inedita, che è stata accolta favorevolmente dagli istituti bancari che partecipano al nostro Tavolo Credito, si sta avviando concretamente proprio in questi giorni.

Verso un nuovo modello industriale
Avviandoci alle conclusioni, allarghiamo la prospettiva pensando a quale futuro immaginiamo per i prossimi anni. L’unico dato certo è la trasformazione profonda in atto, che muterà (e lo sta già facendo) il nostro modo di fare business, di lavorare, di interfacciarci con il mondo.
Il ruolo dell’Uib vuole essere centrale per esprimere un nuovo modello. Si tratta di confrontarsi su una nuova visione dell’impresa: un ecosistema che interconnette strettamente imprenditori e lavoratori, uomo e macchina, dimensione locale e globale, in modi inediti.
Fra gli elementi che contribuiranno ad alimentare il nuovo paradigma ci saranno sicuramente fattori che già stanno emergendo in modo sempre più evidente: l’ulteriore spinta alla digitalizzazione, lo sviluppo delle competenze, la sostenibilità, il welfare.

Biella come punto di riferimento per la sostenibilità
In sintesi, sono convinto che Biella possa puntare ad essere un vero e proprio punto di riferimento a livello regionale e non solo, per una cultura di impresa orientata alla sostenibilità nel senso più ampio del termine: rispetto dell’ambiente, rispetto della persona, attenzione e cura del territorio. Un modo di fare impresa più consapevole che si fa carico di una responsabilità sociale più ampia.
Noi siamo avvantaggiati perché questi valori sono fortemente presenti in noi, nel nostro Dna. Su questo dobbiamo puntare come imprenditori, ma anche come territorio.
Questa è la vera sfida che ci attende. Riuscire a tracciare un nuovo orizzonte per il territorio, che possa superare l’attuale modello di business e che possa far crescere nuove opportunità attraverso la sostenibilità e il welfare che ci contraddistinguono, e la digitalizzazione che è essenziale allo sviluppo.
La vera scommessa, che ci riguarda tutti, è immaginare una nuova visione per le nostre imprese, per le nostre famiglie, per il nostro Biellese.

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