
Un biellese a Roma firma il patto per i rifugiati
Daniele Albanese tra i promotori dell’intesa sottoscritta da due ministeri per i corridoi umanitari e lavorativi
C’era anche Daniele Albanese a Roma, la mattina di venerdì 27 giugno, alla firma del nuovo protocollo d’intesa che riapre i corridoi umanitari e lavorativi per i rifugiati che in Italia troveranno una nuova casa e un lavoro. L’ex responsabile dei programmi internazionali e dell’immigrazione della Caritas di Biella oggi è alla guida dei programmi nell’Unione Europea dell’organizzazione internazionale Talent Beyond Boundaries. L’ambito è lo stesso, ma la scala di intervento è molto più ampia. Con l’organizzazione, che ha sede a Bruxelles, ha studiato un piano insieme a Diaconia valdese, Pathways International e all’agenzia dell’Onu per i rifugiati. A sottoscrivere il patto sono stati i ministeri degli Esteri e del Lavoro.
L’obiettivo è duplice: portare via le persone che nel loro Paese sono in pericolo senza costringerli a farlo da fuggiaschi, attraversando mari e deserti, e offrire alle aziende italiane la manodopera di cui hanno bisogno.Il nuovo protocollo riguarderà settanta persone di Egitto, Giordania, Uganda e Colombia che prima di partire seguiranno corsi di formazione in modo da poter essere inseriti da subito nel tessuto economico e sociale. Lo faranno nei settori aeroportuale, cantieristico navale, informatico e orafo, come specifica la nota del ministero degli Esteri, che definisce l’intesa «un modello virtuoso e replicabile di migrazione regolare» e ricorda che l’Italia «è tra i primi Paesi al mondo a offrire la possibilità ai rifugiati di arrivare con un visto per lavoro».
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