Operazione “Ancona”. Prostituzione e spaccio: condanne per 44 anni di carcere

Ammontavano a 88 anni complessivi le pene chieste dal sostituto Onelio Dodero della procura generale di Torino al tribunale collegiale di Biella che doveva giudicare una ventina di imputati, tutti albanesi, per il reati di associazione a delinquere. Per 9 di loro il procuratore aveva chiesto o l’assoluzione o il non doversi procedere perché già giudicati per lo stesso reato, o il pronunciamento della prescrizione. La sentenza arrivata ieri pomeriggio dimezza la richiesta della Procura e accoglie, in parte, i rilievi delle difese. I condannati sono stati sette. La pena più severa, 8 anni, è stata inflitta a Festim Keci. Quelle più miti, 7 anni, a Rezart Keci e a Ervin Balliu. Per tutti gli altri è stata pronunciata sentenza di non doversi procedere per intervenuta prescrizione e sentenza di assoluzione, a seconda dei casi, perché il fatto non sussiste o perché il fatto non costituisce reato. Questo procedimento, quasi ventennale, affonda le sue radici nei primi anni 2000. La banda criminale avrebbe gestito una ramificata rete di spaccio attiva in tutto il Nord Italia sino al centro e alle Marche. Da qui il nome dell’operazione investigativa “Ancona” che venne coordinata da Antonio Malagnino, della Direzione distrettuale antimafia, dall'allora procuratore capo di Biella Ugo Adinolfi e dalla sua vice Federica Tondin. L’organizzazione che oltre allo spaccio gestiva anche un’importante attività di sfruttamento della prostituzione, venne smantellata nel 2002 dai carabinieri del nucleo investigativo di Cossato. Gli albanesi avevano fissato proprio nella cittadina biellese la centrale operativa della loro attività criminale. Si trattò di una maxi indagine. L’iter processuale ha però visto dei rallentamenti a causa di problemi di competenze territoriali. Molti reati contestati nelle oltre 800 pagine del fascicolo d’accusa si sono già prescritti, alcuni imputati sono stati dichiarati irreperibili ed il rischio che lo sforzo investigativo di tanti uomini delle forze dell’ordine e degli inquirenti ha rischiato di finire vanificato.

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