Il sogno di Gioele Dix disegnato da Lodi, scenografo biellese

È stato alla Scala per 40 anni, amico dell’attore che giovedì a Cossato porterà la pièce su Buzzati

È poetico, è immaginifico, è lo spettacolo di Gioele Dix “la corsa dietro il vento – Dino Buzzati o l’incanto del mondo”, in scena giovedì al teatro Comunale di Cossato alle 20.45. Con Gioele Dix e Valentina Cardinali è un inedito viaggio teatrale ispirato a personaggi e atmosfere buzzatiane attinte dal ricchissimo forziere di racconti - Sessanta racconti, Il colombre, In quel preciso momento - del grande scrittore, giornalista e pittore bellunese, fine scrutatore d’anime, capace con la sua scrittura, insieme realistica e fantastica, di far assumere una forma poetica a paure, sogni e fantasie a noi più che familiari.

«Ho cominciato a leggere i racconti di Dino Buzzati all’età di dodici anni» afferma l’attore e regista. «Sono diventati parte del mio immaginario. La sua voce assomiglia spesso alla mia. Lo considero l’inventore di racconti perfetti, che non solo ti avvincono – perché vuoi sapere come vanno a finire – ma ti lasciano sempre un segno dentro, ineffabile però familiare».

Ad occuparsi della scenografia è Angelo Lodi, biellese d’origine, scenografo per 40 anni della Scala di Milano, di cui è stato anche capo-scenografo: «Tra me e Gioele c’è un legame di amicizia di lunga data» racconta Lodi. «Abbiamo iniziato da ragazzi in una piccola compagnia, Gli Eguali. Poi le nostre strade si sono divise, io ho iniziato la mia carriera al Teatro alla Scala, lui come libero professionista. Siamo, però, sempre rimasti in contatto, specialmente quando ha iniziato a fare il regista. Abbiamo realizzato anche un libro insieme, io occupandomi delle illustrazioni. Attualmente abbiamo in previsione tre spettacoli con attori importanti».

Lo spettacolo di giovedì prende vita da una pallottola di carta piovuta dall’alto nel cuore della notte dalla finestra del palazzo in cui abita un grande scrittore. Appunti senza importanza o versi indimenticabili da salvare? Da questo spunto la trama compone un mosaico di personaggi e vicende umane nei quali spettatrici e spettatori possono riconoscersi e attraverso cui Gioiele Dix parla (anche) di sé, dei suoi gusti, delle sue inquietudini, delle sue comiche insofferenze, con l’ironia e il gusto del paradosso che lo caratterizza: «La pièce su Buzzati nasce perché Gioele ha riscoperto l’autore leggendo suoi romanzi per fare degli audiolibri» ricorda lo scenografo. «Così ha tradotto in modalità teatrale alcuni racconti. Lui è uno dei nomi più consolidati, ha grande rispetto per il suo pubblico e sa esattamente cosa esso voglia».

Per “La corsa dietro il vento”, a fare da cornice alla bravura dei due attori, Lodi ha realizzato una stupenda scenografia che riproduce un laboratorio letterario, a metà fra una tipografia e un magazzino della memoria: «Gioele e una gigante Valentina Cardinali parleranno di un autore molto famoso facendo citazioni e riflessioni sui suoi testi, per questo bisognava trovare un luogo che fosse consonante, coerente con la letteratura e l’attività dello scrittore» spiega. «Ho preso i bellissimi disegni di Buzzati e li ho mescolati, mettendo il fondale e le quinte come se fossero un sogno. I suoi racconti prendono forma. Gli attori si muoveranno in questa fornace di idee, fogli, libri accumulati, macchine da scrivere e si parleranno mentre il magazzino si trasforma ogni volta nei soggetti dei racconti. Per arrivare al risultato finale ho fatto 3 definitivi: quando si progetta non basta essere dei creativi e lavorare in funzione del testo, ma bisogna anche ragionare sulla logistica. Se fai spettacolo di giro devi tenere presente che ogni teatro cambia di forma e spazi, bisogna considerare una serie di dettagli importanti come i trasporti e il personale che serve per montare la scenografia. La scena, poi, deve essere anche proporzionata alle persone che saliranno sul palco per la performance teatrale, perché se non lo è, il pubblico lo percepisce».

Ad arricchire il tutto, le avvolgenti musiche originali di Savino Cesario e i costumi, realizzati componendo allusivi frammenti, di Marina Malavasi e Gentucca Bini.

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