Bonprix, c’è aria di sciopero

Prospettive incerte per i 285 lavoratori dello stabilimento di Valdengo

In Bonprix è finita l’era Stephan Elsner. Dal novembre 2021, con l’arrivo del nuovo ceo Cyril Ninnemann, l’aria è cambiata e a Valdengo la tensione è alta, tanto che le organizzazioni sindacali, facendo seguito agli ultimi incontri e alle crescenti incertezze su progetti e politiche aziendali, hanno comunicato in queste ore l’inizio dello stato di agitazione. Se la «porta» del dialogo resta chiusa e la direzione resta trincerata nel silenzio, lo sciopero è all’orizzonte. Il valzer delle bandiere messe all’ingresso dello stabilimento, tolte dall’azienda e quindi riposizionate dalle tre organizzazioni sindacali, Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil, ha palesato il braccio di ferro in atto.

Dai verbali della Regione Piemonte, stilati a febbraio di quest’anno - spiegano i sindacati - l’azienda dichiarava che al termine della Cig in rotazione che terminerà a gennaio 2025, ci sarebbe stato un recupero occupazionale nella misura minima del 70 per cento degli attuali 258 addetti che fanno capo alle due società del Gruppo Otto di Amburgo: Getaline (92)e Bonprix (166).

La temuta “diminuzione dei costi”

«Ma la frase sibillina “diminuzione dei costi” annunciata dai vertici durante l’incontro sindacale ci preoccupa» spiega Stefano Martinotti di Cgil.

«Le organizzazioni sindacali hanno sempre sostenuto tutti i progetti, anche riorganizzativi, mirati alla massima tutela dell’occupazione in un momento difficile per l’azienda, anche attraverso l’accordo di Cassa Integrazione. Lo stato di agitazione è stato dichiarato affinché la direzione si impegni insieme alle parti sociali, a evitare scelte volte alla riduzione del personale. In caso del protrarsi della vertenza, si individuerà la data dello sciopero con manifestazione e/o presidio davanti alla sede della società» si legge in un comunicato congiunto.

Prosegue Martinotti: «Abbiamo dovuto prendere atto della poca trasparenza da parte dall’azienda proprio sul recupero occupazionale. Non riusciamo a ottenere i veri numeri che interesseranno l’organico e veri problemi che le società stanno attraversando e questa incertezza ci preoccupa fortemente. Il fatto che non ci venga esposto un progetto, che non si possa sapere chi nel frattempo è uscito per prepensionamento, il peso che la cooperativa Orso Blu ha sul numero di addetti e il concatenarsi degli eventi non aiuta. Quando Ninnemann è entrato in Bonprix, il manager ha manifestato la volontà da parte del gruppo di Amburgo attraverso l’accordo della Cig, di ristabilire gli equilibri e quindi la serenità».

Ma a oggi la situazione pare assai diversa.

Prosegue Alessandro De Stefano di Cisl: «La Bonprix è un’azienda di moda internazionale con sede in Germania dove il modello sindacale è molto più forte e tutelante per i lavoratori anche perché più partecipativo all’interno delle imprese. Nel momento in cui ci hanno comunicato la riduzione dei costi fissi, è stato inevitabile pensare alla riduzione del personale e ci siamo sentiti spiazzati. La vicenda Euronova, il subentro di Hermes nel progetto dell’Hub digitale ci erano sembrati orientati alla salvaguardia dell’azienda».

Salvaguardare l’occupazione

De Stefano cita nella fattispecie l’azione di Cisl a livello nazionale con la raccolta firme già consegnata al parlamento qualche giorno fa. «La partecipazione al lavoro» è infatti una proposta di legge di iniziativa popolare che disciplina in ogni dettaglio la presenza attiva dei lavoratori alla vita delle imprese e nasce con l’intento di dare piena attuazione all’art. 46 della Costituzione.

«Non è solo il vettore di uno sviluppo economico ma anche un mezzo per la realizzazione di un progresso sociale, un traguardo necessario per il completamento della democrazia. L’augurio è che tutto rientri e che Bonprix ci garantisca la prosecuzione dei progetti che aveva annunciato. L’occupazione e territorio vanno salvaguardati».

La risposta dell’azienda

Attualmente in Bonprix stiamo attraversando un processo di cambiamento internazionale per posizionare l’azienda per il futuro nel miglior modo possibile. Facendo parte di un’organizzazione multinazionale, abbiamo in comune nei vari Paesi importanti approcci sullo sfondo delle difficili condizioni macroeconomiche che stiamo affrontando sul mercato. Da un lato, ciò include la promozione di iniziative di crescita. Dall’altro stiamo conducendo uno studio interno nei mercati bonprix e anche presso bonprix Italia. Nell’ambito di questo studio stiamo identificando e analizzando in modo specifico il potenziale per l’ottimizzazione dei processi e la riduzione dei costi fissi. Lo studio è attualmente solo nella fase iniziale di analisi. E’ troppo presto per fare dichiarazioni su misure specifiche, in quanto queste saranno definite solo dopo un esame e una valutazione completi e attenti e poi saranno gradualmente attuate. Il nostro dialogo con le organizzazioni sindacali è e sarà continuo, mostrando sempre la massima disponibilità a condividere i passi da compiere. Al momento non sono state adottate misure concrete che abbiano portato a modifiche del progetto di riorganizzazione condiviso con le Parti Sociali. Dato che le misure non sono ancora state decise, non siamo ancora in grado di fornire ulteriori dettagli sulle interdipendenze con il progetto in corso.Nel complesso, il nostro obiettivo è quello di aumentare la resilienza dell’azienda alle influenze esterne, posizionarci per capitalizzare le opportunità e garantire la competitività del marchio di moda bonprix in un contesto di mercato internazionale difficile.

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