Confartigianato: una delegazione biellese all’Assemblea nazionale di Roma

Una delegazione di Confartigianato biellese guidata dal presidente Cristiano Gatti e dal direttore Massimo Foscale ha partecipato all’assemblea nazionale della Confederazione che si è svolta Roma.alla presenza di 1500 delegati del sistema confartigianato, esponenti del parlamento e del governo e delle forze economiche e sociali, è intervenuto il presidente di Confartigianato Marco Granelli che ha lanciato un forte appello: «4,5 milioni di artigiani, di micro e piccole imprese italiane, con 11 milioni di addetti, sono il motore del made in Italy che va alimentato con il carburante della fiducia. Noi usiamo l’intelligenza artigiana per costruire un futuro sostenibile. Ma abbiamo bisogno di un ambiente favorevole al fare impresa».

«Investiamo in innovazione »

Ha poi sottolineato:«Noi piccoli imprenditori creiamo lavoro, siamo produttivi e sostenibili, investiamo in innovazione, esportiamo. Nei prossimi tre mesi copriremo il 60 per cento del totale delle assunzioni previste dalle imprese, il 66 per cento delle nostre aziende è impegnato a ridurre l’impatto sull’ambiente della loro attività, le nostre esportazioni valgono 60 miliardi, superiamo le grandi aziende nella crescita di investimenti in innovazione. La piccola impresa è sostenibile per definizione, attenta più di ogni altra a salvaguardare il territorio in cui opera, a ridurre gli sprechi e a valorizzare le relazioni umane nelle comunità. È protagonista dell’economia circolare, alla quale contribuisce in modo importante, sia come occupazione, sia come fatturato. La politica deve riconoscere concretamente questo nostro ruolo di costruttori di futuro, eliminando i tanti ostacoli che frenano l nostri sforzi per agganciare la ripresa. Riconosciamo al Governo l’impegno per riformare il contesto in cui si muovono le imprese, ad esempio sui fronti del fisco e della burocrazia, per cercare un equilibrio, anche con la manovra economica, tra le scelte di rigore e le regole di bilancio europee e le opzioni per la crescita, per dare attuazione al Pnrr. Tuttavia c’è ancora molto da fare per liberare le nostre energie.

«Chiediamo un fisco equo e meno burocrazia»

«Chiediamo un fisco equo e sostenibile, perché oggi paghiamo 28,8 miliardi di maggiori tasse rispetto alla media europea. Basta con la burocrazia, che ci costa 16,8 miliardi di mancata crescita. Il denaro ci costa troppo: in un anno, a causa della stretta monetaria e del caro-tassi, abbiamo dovuto sborsare 7 miliardi e mezzo. Per finanziare i nostri progetti di sviluppo serve una banca pubblica dedicata alle micro e piccole imprese e il Fondo centrale di garanzia deve sostenere chi merita credito. Le risorse del Pnrr vanno usate anche per sostenere i nostri investimenti in tecnologia e innovazione, rinforzando il programma Transizione 4.0 e la Nuova Sabatini. Servono nuove politiche formative e incentivi all’apprendistato perché le nostre imprese possono creare lavoro ma mancano i lavoratori. Lo scorso anno abbiamo avuto difficoltà a reperirne ben 1,4 milioni. Siamo alla ricerca del talento perduto: la carenza di manodopera ci sottrae 10,2 miliardi di valore aggiunto. E nel frattempo 1 milione e mezzo di giovani non si offrono sul mercato del lavoro. Paghiamo l’energia il 35 per cento in più della media europea. Le bollette delle piccole imprese non sono un bancomat ad uso e consumo della transizione energetica delle imprese energivore. Così si va contro le indicazioni europee della transizione energetica giusta. Bisogna eliminare gli oneri che gonfiano le nostre bollette e con il programma RePowerEU nel Pnrr bisogna favorire i nostri investimenti in impianti da fonti rinnovabili».

Le parole del presidente Granelli hanno trovato risposta nel messaggio inviato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel videomessaggio della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e nell’intervento del Ministro per gli Affari Europei, le Politiche di Coesione, il Sud e il Pnrr Raffaele Fitto.

Il messaggio del presidente Sergio Mattarella

«Il settore delle piccole e medie imprese» dice il Capo dello Stato «si è confermato, anche nelle recenti crisi, un elemento di positiva elasticità dell’economia del Paese, prima porta di ingresso dei giovani nel mondo del lavoro. Espressione di creatività e delle tradizioni, l’artigianato è un carattere essenziale dell’identità italiana, con le sue inimitabili specializzazioni e competenze. L’artigianato, inoltre, rappresenta sempre più una significativa forma di iniziativa imprenditoriale giovanile ed è un fattore determinante per la valorizzazione dei borghi e delle economie locali, per contenere i fenomeni di spopolamento a cui sono soggetti. La tutela e lo sviluppo della filiera artigianale sono, dunque, priorità da perseguire, anche per non disperdere il patrimonio di esperienze accumulato».

Il commento della premier Giorgia Meloni

L’impegno del Governo al fianco delle imprese è stato ampiamente sottolineato dalla Premier Giorgia Meloni: «Fin dal nostro l’insediamento stiamo lavorando, passo dopo passo, per mettere al centro chi produce e fare in modo che lo Stato sia un alleato di chi crea ricchezza e posti di lavoro. Abbiamo varato la riforma fiscale che l’Italia attendeva da decenni e che si pone alcuni obiettivi di fondo: ridurre la pressione fiscale e riequilibrare il rapporto tra fisco e contribuenti. Il governo ha “rispetto” per chi “ogni giorno si rimbocca le maniche e considera la propria attività, la propria impresa, come parte di qualcosa di più grande». La Premier ha poi sottolineato alcune sfide cruciali: «Una di queste è sicuramente l’impatto che l’evoluzione tecnologica, l’intelligenza artificiale, la transizione ecologica stanno avendo, e avranno sempre di più, sulla nostra vita quotidiana. Compreso il nostro modo di produrre. E la prima questione che dobbiamo porci è capire come cogliere le opportunità che questi cambiamenti ci offrono, senza però subirli passivamente, ma essendone protagonisti. So bene che Confartigianato, il mondo dell’artigianato nel suo complesso, ha ben chiaro quanto questa sfida sia importante. È una consapevolezza che deriva dall’eccellenza delle nostre produzioni, dalla forza delle nostre radici, dalla solidità della nostra tradizione che da sempre si coniuga con l’innovazione. Insomma, quell’unicum tutto italiano che nessun’intelligenza artificiale sarà mai in grado di sostituire o eguagliare».

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