Confindustria
L’Europa deve ascoltare le pmi italiane

Il 50% dell'export italiano è destinato all’Europa che stabilisce il 70% della normativa di riferimento per le imprese: ma di quale Europa hanno bisogno le pmi del Made in Italy, terza economia Ue? Confindustria Lombardia con le consorelle di Emilia-Romagna, Piemonte e Veneto (che valgono metà del Pil italiano), hanno provato a rispondere al quesito guardando a necessità e orientamenti strategici necessari, in un contesto di instabilità e cambiamenti epocali, per continuare a garantire alti livelli di innovazione e competitività nel medio-lungo periodo.

«Le sfide legate a transizione energetica, ambientale e digitale, richiedono pianificazione industriale, tempo e considerevoli risorse per gli investimenti: dall’Europa le pmi del Nord si aspettano più sostegno e meno vincoli regolatori, ma soprattutto vogliono un’Unione Europea che riporti al centro l’industria per competere alla pari con i principali player globali in termini economici e di incentivi a supporto delle imprese: non esiste Europa senza industria» è la riflessione condivisa dalle 4 regioni, cuore manifatturiero e internazionalizzato da cui partono due terzi delle esportazioni italiane (400 miliardi di controvalore). «E’ fondamentale che le Pmi siano ascoltate a Bruxelles. La sostenibilità ambientale va integrata con quella economica e sociale, riconoscendo all’impresa il ruolo di creatrice di valore e di valori per tutti».

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