
Economia & Società / Biella
Sabato 20 Settembre 2025
Epr e transizione verde, c’è poca sensibilità sul tessile durevole
Strasburgo Approvata la direttiva sui rifiuti che dà priorità al riciclo. Barberis Canonico (Uib) «Adesso attendiamo come verrà recepita a livello italiano»
Strasburgo ha approvato in queste ore la nuova direttiva sulla riduzione dei rifiuti alimentari e tessili. La legge sarà ora firmata dai presidenti del Parlamento e del Consiglio europeo, prima della pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’istituzione. Il provvedimento, tuttavia, continua a privilegiare il riciclo rispetto a soluzioni più incisive, suscitando la delusione dell’ European Environmental Bureau, realtà che riunisce 190 organizzazioni ambientaliste e che vorrebbe più attenzione su durata, riuso e infrastrutture adeguate, con l’ambizione di arrivare a un’economia veramente circolare.
Anche se tutti gli Stati membri dovranno attivare sistemi di raccolta tessile separata tuttavia, mancano ancora le infrastrutture adeguate a garantire un riciclo di qualità. Con il recupero dei materiali: senza impianti adeguati, persiste infatti il rischio che i materiali raccolto finiscano in discarica o vengano esportati.
«La direttiva europea aggiornata sulla responsabilità estesa del produttore è un passo avanti nella definizione del perimetro normativo della sostenibilità nel settore tessile» commenta Paolo Barberis Canonico, presidente Unione Industriale. «In attesa di sapere come tale direttiva verrà recepita a livello nazionale, va sottolineata la necessità che il sistema Epr sia progettato in maniera equa e trasparente: che tenga conto delle differenze di scala, tecnologia e capacità produttiva; che incentivi la filiera del riciclo interna al Paese; che stimoli ricerca e sviluppo su materiali rigenerabili e soluzioni textile-to-textile e non solo. La sua definizione, per il settore ha un aspetto fondamentale per lo sviluppo del nostro progetto di Recycling Hub, un’iniziativa attraverso cui, con il nostro partner tecnologico A2A, la Regione Piemonte e gli imprenditori, stiamo costruendo da zero la filiera del riciclo del tessile grazie al know how del distretto biellese, a partire dallo studio della materia prima seconda e dalle sue possibili applicazioni, non solo nel tessile».
I programmi dovrebbero poi affrontare direttamente il problema della sovrapproduzione, frenando le aziende per le pratiche commerciali dannose che portano a generare così tanti rifiuti. L’Italia sebbene ancora in fase di approvazione, ha lavorato al proprio testo sull’Epr tessile, che il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica ha garantito entrerà in vigore entro la fine dell’anno.
Lucia Bianchi Maiocchi, delegata Uib alla Sostenibilità del comparto Tessile, Abbigliamento, Moda aggiunge: «Il nostro settore lavora quotidianamente a strategie di riduzione di impatto, promuovendo filiere trasparenti, riducendo l’utilizzo delle risorse, progettando prodotti di qualità. Per limitare i rifiuti tessili, in generale, è necessario agire su diversi fronti, e primo su tutti incidere sul design thinking. Il vero cambiamento parte dalla progettazione dei prodotti tessili: durevoli, riciclabili, riciclati ma soprattutto belli e appetibili per il mercato. E’ fondamentale che le direttive, compresa quella sul sistema Epr, includano gli aspetti di progettazione nel corretto rispetto di fibre, materiali e filiere produttive».
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