Lanificio Angelico
evita il fallimento: salvi i 119 posti di lavoro

Il lanificio Angelico ha evitato la liquidazione giudiziale: lo ha deciso il tribunale di Biella, che ha omologato gli accordi stipulati dall’azienda con la maggioranza dei suoi creditori.

Una buona notizia dopo due anni di incertezze, per il lanificio e per i 119 dipendenti. L’azienda è una di quelle storiche, tra i nomi simbolo del made in Biella: fondata nel 1959, un paio di anni fa, dopo la “tempesta covid” che aveva bloccato la produzione per molti mesi, si era trovata gestire un’importante crisi.

Per scongiurare il rischio di chiusura, i proprietari hanno scelto di intraprendere un percorso di ristrutturazione, supportato dalle banche locali, in particolare Banca Sella. Anche l’Agenzia delle Entrate ha dato il consenso all’operazione, riconoscendo che il fallimento avrebbe alla fine comportato costi maggiori per l’erario rispetto alla soluzione di salvataggio. Al contrario, l’Inps non ha voluto negoziare sulle spettanze dovute.

Per portare a termine con successo la ristrutturazione, l’azienda si è affidata a un team legale guidato dal professore Stefano Ambrosini, esperto in diritto della crisi d’impresa, che ha lavorato a fianco degli avvocati Michele Palladino e Domenico Monteleone.

Insieme ai consulenti, hanno messo a punto una proposta rivolta a tutti i creditori per evitare il fallimento.

Gli avvocati hanno sfruttato anche le opportunità offerte dalla recente normativa sulla crisi d’impresa per superare le opposizioni di singoli creditori, a patto che fosse concreta la possibilità di salvataggio.

Il tribunale di Biella ha accolto questa istanza, motivando così la sentenza: «Va tenuto in considerazione e sottolineato l’interesse alla conservazione dei posti di lavoro dei 119 lavoratori attualmente dipendenti ed al mantenimento in attività dell’impresa di cui si tratta, radicata sul territorio e fonte di introiti, in definitiva, anche per gli stessi creditori istituzionali». n M.L.P.

© RIPRODUZIONE RISERVATA