Lavoro a Biella: 990 entrate nel mese di febbraio

Nella nostra provincia nel 32 per cento dei casi saranno stabili, con contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, per il 68 per cento saranno a termine.

Sono 5.400 i contratti programmati dalle imprese delle province di Biella, Novara, Verbano Cusio Ossola e Vercelli per il mese di febbraio 2024, poco meno del 20 per cento delle entrate complessive previste a livello regionale. Nella nostra provincia saranno 990. Tratti comuni alle quattro realtà del territorio sono l’alta percentuale, superiore al 68 per cento delle entrate previste, di contratti a termine; la domanda di occupazione espressa da un numero relativamente basso di imprese sul totale (che oscilla dal 15 per cento del VCO al 18 per cento di Novara e Biella); una difficoltà di reperimento che supera il 48 per cento delle entrate previste in tutte le province e una richiesta di esperienza professionale specifica, o quantomeno nello stesso settore, che caratterizza in misura prevalente la domanda di lavoro (percentuale che, nel dettaglio, si attesta al 58 per cento per Vercelli, al 62 per cento per il VCO, al 64 per cento Biella fino al 66 per cento per Novara). Ferme restando le diverse vocazioni economiche dei territori, in linea generale sono i settori del commercio e dei servizi alle persone a esprimere una parte consistente della domanda di lavoro nelle province del quadrante. Queste alcune delle indicazioni che emergono dal Bollettino mensile del Sistema Informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal, ed elaborate dal Servizio Studi della Camera di Commercio Monte Rosa Laghi Alto Piemonte.

Provincia di Biella

Le entrate programmate a febbraio 2024 sono 990; nel 32 per cento saranno stabili, con contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, per il 68 per cento saranno a termine. Si concentreranno per il 55 per cento nel settore dei servizi e per il 61 per cento nelle imprese con meno di 50 dipendenti. Il 20 per cento sarà destinato a dirigenti, specialisti e tecnici, quota leggermente inferiore alla media nazionale (21 per cento). In ben 59 casi su 100 le imprese prevedono difficoltà di reperimento dei profili desiderati. Il 14 per cento delle entrate sarà destinato a personale laureato, mentre una quota del 31 per cento delle entrate complessive riguarderà giovani con meno di 30 anni. Il settore a esprimere il più alto fabbisogno è quello delle industrie tessili (220 entrate previste), seguito dal commercio (130), dai servizi alle persone (130), dai servizi di alloggio e ristorazione (120) e dalle costruzioni (90).

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