
Economia & Società / Biella
Domenica 19 Ottobre 2025
Maio Group alla conquista di Alagna
Progetti. Dopo la Rinascente di Milano e Roma, il Museo Alfaromeo e il Golf Club di Tolcinasco, l’impresa familiare si sta espandendo fra servizi di ristorazione e catering. Fatturato a 25 milioni e 300 collaboratori
Maio Group è una storia di famiglia. Una storia di accoglienza e di professionalità partita da un albergo sulla riviera ligure dove Piero ed Edi Maio si conobbero e poi proseguita con i due figli, Alessandro e Massimo. Oggi con 300 dipendenti collaboratori, 900 servizi di catering & banqueting all’anno, una decina di ristoranti da Carisio a Milano e provincia, e Roma, oltre a due alberghi in Piemonte, l’azienda prevede di raggiungere i 25 milioni di fatturato a fine ‘25.
«Nel 1977 i nostri genitori hanno acquistato l’albergo-ristorante La Bettola di Carisio» spiega Alessandro Maio. «E da quel momento è iniziata la nostra avventura. Negli Anni 90 siamo poi entrati anche noi in azienda, decisi a portare avanti il discorso in modo più strutturato. Volevamo crescere imprenditorialmente puntando a ingrandirci. Il primo passo è stato fatto sul catering, un rodaggio che in breve tempo si è velocemente incrementato»
Nel 2000 l’albergo ristorante Amede di Carisio viene acquisito e diventa L’Angolo, oggi punto riferimento, di sosta e di incontro per i viaggiatori che escono o arrivano nel Biellese, attrezzato con sale riunioni, tavoli di lavoro e naturalmente un servizio bar ristorante, dal cappuccino al piatto caldo. Ma la vera svolta arriva sette anni dopo.
«Siamo stati interpellati per gestire il ristorante al settimo piano della Rinascente. Un loro manager del Food and beverage, ci conosceva. Volevano creare un luogo in cui poter assaggiare le ricette tipiche milanesi e italiane, con una cucina aperta ad altre culture. Non eravamo gli unici in gara ma hanno scelto noi e in quel momento abbiamo capito che il nostro progetto stava veramente prendendo forma. Un punto di svolta che richiedeva un cambiamento nel modo di lavorare, con un percorso fatto di numeri, qualità e attenzione al cambiamento degli stili alimentari: dovevamo strutturarci».
Maio Group, un passo dopo l’altro, con una stabile gestione famigliare e imprenditoriale, ha iniziato a organizzarsi. Alessandro e Massimo hanno pianificato una gerarchia di collaboratori per gestire al meglio dipendenti e cucine: «Ogni ristorante ha il proprio staff che risponde a un direttore generale e a un executive chef. Abbiamo un general manager, un ufficio amministrativo centralizzato come quello e acquisti che ottimizza la scelta dei prodotti».
E se La Bettola era ed è ancora conosciuta per la panissa, è facile immaginare che le tipicità piemontesi continuino, nel solco della tradizione, a dominare sui menu. «I prodotti del territorio hanno ovviamente la precedenza dal riso in poi. Ma ci piace anche contestualizzare le nostre ricette nel luogo in cui operiamo. Un esempio? A Roma i ravioli del plin sono ripieni di carbonara. Si può chiamare contaminazione, compromesso o innovazione ma funziona».
Intanto, oltre alla Rinascente di Milano e Roma, dopo l’apertura a gennaio 2024 all’interno del Museo Alfa Romeo ad Arese e quella di quest’anno al Golf Club di Tolcinasco, sta per andare in porto un progetto ambizioso in partnership con Bertini e Gessi Holding in Valsesia. Ad Alagna, su un’area di mille metri quadrati, aprirà a giugno 2026 un ristorante a due insegne: la prima come Gourmet Maio restaurant, e la seconda più trasversale, con bar e dehor dedicati a pizza e grill.
«Crediamo profondamente in questo progetto di espansione, ma restiamo prima di tutto una famiglia. Siamo una realtà che ha una direzione chiara e condivisa, scelte ponderate e un equilibrio che ci permette di non fare mai il passo più lungo della gamba. La passione ci accompagna da sempre, ereditata dai nostri genitori che ci hanno insegnato il valore del sacrificio e della dedizione. Da ragazzi, non mancavamo mai di dare una mano e poi, finite le scuole, l’ingresso in azienda è stato un passaggio naturale, quasi inevitabile. Oggi, con maggiore consapevolezza, io e mio fratello guardiamo avanti con la volontà di consolidare ciò che abbiamo costruito. I nostri figli hanno le porte aperte: potranno scegliere liberamente la loro strada, ma se vorranno entrare nel gruppo come terza generazione, sapranno di trovare una base solida, fatta di valori autentici, di impegno e di visione. Abbiamo lavorato tanto per arrivare fin qui, e sì, ci auguriamo che questa storia possa continuare con lo stesso spirito e la stessa passione che ci hanno guidato fino a oggi».
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