
Editoriali
Martedì 01 Luglio 2025
PAROLE - I call center e quelle continue chiamate che vorremmo evitare
Segnatevi questa data: 19 agosto. E poi quest’altra: 19 novembre. Sono quelle dopo le quali potrebbe interrompersi, o almeno rallentare, l’insopportabile fenomeno delle chiamate dei call center. Che oggi fanno squillare il nostro smartphone con un’insistenza che mette a dura prova la nostra pazienza e che un qualsiasi giudice riterrebbe da stalker. Perché sarà capitato anche a voi che nell’ultimo periodo quelle fastidiose telefonate a metà strada tra la truffa e la perdita di tempo siano di gran lunga aumentate, diventando a dir poco irritanti. Così chi si occupa di tutela dei consumatori ci dice che verranno presto aumentati i filtri per le chiamate in entrata dall’estero con finti numeri fissi e poi per quelle sempre da fuori confine con numeri di cellulare. Basterà a non farci più imprecare al primo numero non in rubrica che ci comparirà? Non lo so. Quel che è sicuro è che il ritmo di quattro o cinque chiamate truffa al giorno è insostenibile. Prima ancora che per la pazienza di ciascuno per un Paese normale. Anche perché ognuna di quelle chiamate sono un rischio, piccolo o grande, che corriamo e che non dovremmo correre.
Qualcuno dirà, ma non esisteva il registro delle opposizioni che permetteva di rifiutare il telemarketing? Si, si. Esiste, eccome. Ma quello pare funzionare solo per i call center legali. Gli unici che potrebbero proporci una tariffa migliore di qualsiasi cosa invece di una fregatura. Già, quelli era consentito bloccarli, sai mai che mi proponessero qualcosa di buono, gli altri no, sai mai che mi attivino un contratto farlocco.
Non resta che confidare nelle due date dopo le quali dovrebbe cambiare qualcosa. Ah, potremmo anche accettare che ci telefonino da un numero sconosciuto per comunicarlo: butteremmo giù, ma almeno sarebbe l’ultima volta.
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