PAROLE - (Merry) Xmas: proviamo a non vedere il male se non c’è. E la luce di Festa che manca

Accese le luminarie, accesa la polemica. A Biella in ventiquattro ore è montato un polverone che neppure la recentissima nevicata aveva innescato fino a tal punto, nonostante pallate di neve e scivolate non solo sui marciapiedi. Ora ci si azzuffa su una luminaria che dovrebbe augurare buon Natale e, invece, sembra spargere odio e ricordi dimenticati e dimenticabili.

Xmas nel cuore della sonnacchiosa Biella non è più il Natale abbreviato in inglese, ma la reincarnazione di una vergognosa flotta della Repubblica Sociale Italiana che prima della fine Seconda guerra mondiale aveva spalleggiato i nazisti.

Insomma, siamo alle solite dove la briga politica oltrepassa tutto. Con esagerazione. Credo che forse bisognerebbe provare a non vedere il male dove non c’è o se non c’è. Basterebbe per far andare le cose meglio. Perché davanti o dietro a quell’Xmas (che tra l’altro ha anche un Merry che lo precede) non proviamo a vederci solo il Natale, come dovrebbe essere? Accostarlo ad altro è distorcerlo senza alcun senso e in quel caso, sì, voler offendere la memoria. Perché è poi naturale che se di quella scritta se ne stravolge il significato, allora sì che tutto suona brutto. E bruttissimo, a quel punto, che sia finita davanti a Villa Schneider. Ma in realtà era solo Natale, voleva solo dire Natale in una lingua ormai universale che fa sì che neppure più i produttori di luminarie realizzino quelle stesse in italiano.

In fatto di luminarie forse tutti in questi giorni avrebbero potuto occupare un po’ di tempo, invece, a capire perché nella rinnovata piazza Vittorio Veneto il ricordo di Augusto Festa Bianchet, ammazzato lì brutalmente, sia rimasto penzolante, come imprigionato in una vecchia targa, anziché brillare come una luce accecante.

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