Infervora la polemica attorno alla frattura che si è aperta tra il circolo biellese di Legambiente Tavo Burat e la dirigenza regionale.
All’origine di tutto un post su Facebook della sezione locale che esprimeva riserve sui lavori del congresso dell’inizio di novembre. «Avevamo solo detto che l’opinione delle minoranze non era stata considerata e che le collaborazioni con alcune aziende potevano risultare pericolose» spiega il presidente del Circolo Daniele Gamba che non nasconde la grande amarezza per la sospensione. Già, perché i commenti a margine del congresso hanno portato la dirigenza regionale di Legambiente addirittura a sospendere il Circolo Tavo Burat: «Inizialmente pensavamo ad una sospensione amministrativa» spiega sempre Gamba «poi nei giorni scorsi abbiamo scoperto che non potevamo utilizzare il logo di Legambiente, di fatto restando bloccati su ogni attività».
Sulla questione il Circolo Tavo Burat ha relazionato i soci con un lungo post sulla sua pagina Facebook: «La dirigenza regionale di Legambiente ha sospeso l’associazione “Legambiente Circolo Biellese Tavo Burat ODV” inibendogli l’uso della denominazione e del logo di Legambiente. La sospensione è stata decisa in relazione a un post pubblicato in questa pagina Facebook in data 6 novembre ove il circolo esprimeva perplessità sulle tesi e sui lavori congressuali segnalando anche una cronaca giornalistica al riguardo. Ad avviso dei soci del circolo biellese tale sospensione è sproporzionata ed illegittima in quanto i provvedimenti di “sospensione” e di “esclusione” sono di competenza esclusiva del consiglio di presidenza e non della dirigenza regionale; la “sospensione” deve essere inoltre caratterizzata da ragioni di particolare urgenza che, nel caso de quo, non sussistevano. L’iniziativa della dirigenza regionale, volta sostanzialmente alla censura di un post critico ovvero alla rimozione pubblica delle opinioni e delle diversità di vedute interne - spacciate per danno di immagine - evidenzia un modus operandi tipico del “centralismo democratico” di leninista memoria. Il circolo biellese attende dunque la costituzione del consiglio di presidenza e, se la sospensione o l’esclusione saranno confermate, presenterà ricorso all’assemblea dei soci interregionale. Nelle more i post pubblicati su questa pagina Facebook a decorrere dalla presente data sono ad iniziativa del “Circolo Tavo Burat”, denominazione che assumerà l’associazione nel caso l’esclusione sia confermata da un’assemblea dei soci interregionale».
È ancora Gamba a spiegare meglio e nel dettaglio cosa potrebbe succedere ora: «Sicuramente dovremo cercare di risolvere questa situazione che abbiamo voluto portare all’attenzione pubblica solo dopo la presa di posizione regionale. Non potevamo fare diversamente. Dopo i fatti seguenti alla riunione congressuale di novembre avevamo cercato di aprire un dialogo, togliendo anche alcuni parti di commento al nostro post. In questi giorni però, visto l’evolversi della questione, abbiamo dovuto rendere tutto pubblico» ha aggiunto Gamba spiegando così anche l’immagine che campeggia sulla pagina Facebook del Tavo Burat con la grande scritta “sospeso”. «Francamente è assurdo, anche per quella che è sempre stata l’impostazione di Legambiente, che un circolo non sia più libero di esprimere la propria posizione. Perché è questo sostanzialmente quanto emerso». Il prossimo passo potrebbe e dovrebbe arrivare con l’assemblea regionale dei soci del 2 febbraio prossimo: «In quell’occasione dovrebbe venire eletto l’organo competente per giudicare queste situazioni che, come abbiamo sottolineato, è il consiglio di presidenza. Non si è mai visto che sia la dirigenza regionale a prendere una decisione del genere per la quale non ha titolo. Oltretutto non ci sono le ragioni necessarie per una eventuale sospensione». Per Gamba sono inaccettabili i modi: «Ci hanno posto un ricatto: o cancellate il post, che poi esprimeva solamente una posizione negativa sulle tesi del congresso, o vi sospendiamo. È un centralismo difficile da accettare».
La questione ora rallenta l’attività del Circolo: «Naturalmente resteremo fermi su molti punti aperti nel Biellese per quali noi molto spesso non diciamo si o no a prescindere, ma valutiamo, osserviamo e cerchiamo al limite di portare a modifiche o valutazioni diverse che possano essere di utilità al territorio».
Gamba, amareggiato, resta comunque speranzoso sulla risoluzione del problema: «Naturalmente è quello che ci auguriamo come Circolo. Siamo pronti a qualsiasi confronto anche prima del 2 febbraio. Basta che qualcuno ci chiami e soprattutto si possa discutere».
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