Biellese orientale. Lo splendido isolamento di Villa del Bosco

Ogni tanto bisogna avere il coraggio di guardare alla realtà delle cose. Nel 1992 gli amministratori e i politici biellesi scelsero di scorporare il territorio dell’antico circondario di Biella dalla provincia di Vercelli. Sembrò allora, anche per il sottoscritto e per gran parte della gente, una decisione corretta che andava incontro alla voglia di autonomia di una terra orgogliosa del suo lavoro e della sua storia.
Ma poi le cose cambiarono con il nuovo millennio e con le arie di crisi mondiale. Nell’ottobre del 2012 il governo Monti e la Regione Piemonte tentarono di ricucire le province senza arrivare alla conversione in legge delle proposte e il sogno del Quadrante Alto Piemonte rimase nelle buone intenzioni.

In vino veritas
Nel bel mezzo di questa vicenda geo-politica c’è sempre stato il piccolo comune di Villa del Bosco, nell’angolo più orientale della provincia di Biella, al confine con quella di Vercelli. Anzi, se andate a vedere una cartina dei nostri territori - prima che diventino nuovamente obsolete - vi accorgerete che il comune di Villa del Bosco è praticamente abbracciato, quasi soffocato, dai confinanti vercellesi di Roasio e di Lozzolo.
In realtà gli abitanti, a parte le rogne amministrative, se ne sono sempre infischiati dei confini e hanno probabilmente annegato la cosa in un buon bicchiere di Bramaterra. Questo antico e pregiatissimo vino è prodotto con uve coltivate solamente nel territorio di sette comuni della zona collinare sopra le Baragge, tra i 200 e i 600 metri di quota. Sono Brusnengo, Curino, Lozzolo, Masserano, Roasio, Sostegno e appunto Villa del Bosco.

L’Unione fa la forza…
Il Bramaterra è quindi un vino in grado di unire - al di là dei confini politici - gli abitanti la provincia biellese con quella vercellese. Lo hanno già capito gli amministratori dell’Unione dei Comuni tra Baraggia e Bramaterra, tre vercellesi - Balocco, Buronzo e Carisio – e tre biellesi, Castelletto Cervo, Gifflenga e Villa del Bosco.
Lo scopo principale di questo vincolo è quello di tutelare i prodotti della pianura, in particolare il riso Baraggia Dop, con quelli della collina - vino e altro – di questa parte delle “buone terre” dell’Alto Piemonte.
Con una bella iniziativa, sostenuta con decisione dalla presidente dell’Unione - il sindaco Elisa Pollero di Gifflenga - i sei comuni stanno presentando in questi mesi un programma di sviluppo turistico coordinato che fa leva sugli aspetti storico-culturali e sulla necessità di valorizzare il patrimonio di percorsi escursionistici, anche in chiave di salute pubblica con il progetto Salute in Cammino.

La posizione
Si arriva facilmente a Villa del Bosco, da sud lasciando la statale 142 “Biellese” alla rotonda di Roasio e salendo verso Crevacuore per un paio di chilometri, oppure dalla Valsessera passando per Sostegno. Il paese allunga le sue case nella verde e ampia valle del torrente Rovasenda, restandone sulla destra orografica.
L’antica origine è testimoniata dal toponimo “Villa” tratta dalla denominazione romana di “luogo agricolo”, mentre il resto del nome è ben giustificato dal paesaggio attuale e anche dalla presenza di alcuni alberi monumentali.
Oltre a Villa del Bosco, sede del Comune e dei principali servizi, il paese conta due frazioni, Ferracane a ovest, a meno di un km dal centro, e Orbello, a poco più di tre km verso est.
Le presenze di un castello, ora privato, e di antiche residenze come quelle nel centro di Ferracane, raccontano di un territorio importante, un tempo coltivato maggiormente a vigneti, posto sull’antica e nobile via tra Masserano e Crevacuore. La chiesa parrocchiale, dedicata a San Lorenzo, ha assunto l’aspetto attuale all’inizio del Settecento.

La Beata
La struttura che più colpisce il visitatore di Villa del Bosco è l’imponente Casa di Riposo di Santa Rita da Cascia, edificata all’inizio del ’900 all’uscita del paese, in direzione di Sostegno.
L’origine di questa istituzione è davvero interessante e fa riferimento alla straordinaria storia di Madre Teresa Grillo Michel, fondatrice della congregazione delle Piccole Suore della Divina Provvidenza e proclamata Beata da Giovanni Paolo II il 24 maggio 1994.
Nata a metà Ottocento da una aristocratica famiglia alessandrina, Teresa Grillo rimase vedova a 36 anni del marito Giovanni Michel, brillante capitano dei bersaglieri. Superata una profonda depressione, si dedicò interamente alle persone abbandonate e bisognose, fondando la sua congregazione, che conta oggi oltre 50 case in Italia, Brasile e Argentina.
Si racconta che Madre Teresa giunse a Villa del Bosco in una sera d'estate del 1896, a bordo di un carretto trainato da un asinello, che qui volle cocciutamente fermarsi. L’episodio è ora ricordato anche da un monumento, ma soprattutto dalla grandiosa opera assistenziale che la Beata volle fare erigere.

I percorsi
Nel comune di Villa del Bosco sono stati individuati alcuni percorsi che permettono di conoscere una bella parte del territorio comunale e anche di raggiungere i comuni vicini di Castelletto Villa e di Roasio.
Un primo anello più corto, denominato Percorso Rosso, è lungo circa 2500 metri, con 50 m di dislivello. Raggiunge la frazione Ferracane, passa accanto il cimitero e ad un castagno monumentale, tornando al punto di partenza percorrendo strade tranquille e piste nel bosco.
Il Percorso Verde è un anello lungo circa 5000 metri, nel territorio verso ovest, con logico punto di partenza alla frazione Ferracane. E’ tracciato in gran parte su piste sterrate all’interno del bosco, ma con suggestive aperture su aree coltivate a vigneti. Esce all’aperto in modo spettacolare anche su una dorsale delle Rive Rosse, particolare sito di terre rosse e calanchi di elevato pregio ambientale.
Nel tratto di congiunzione tra i due percorsi è stato tracciata la Scuola di Cammino del progetto “Salute in Cammino, 10.000 passi per stare bene”, ideato dall’ASL di Biella, per una lunghezza di poco meno di 1000 metri. In questo tratto si trovano altri due alberi monumentali, un tiglio e una antica quercia.

I grandi alberi
Lungo i percorsi di Villa del Bosco si possono incontrare alcuni alberi monumentali.
Il gigantesco castagno vicino al cimitero misura oltre 21 metri di altezza e 185 centimetri di diametro, quello di Canton Rivetto 20,5 metri di altezza e 175 centimetri di diametro: in autunno entrambi producono castagne grosse il doppio della norma. Ma è il tiglio, situato nell’incrocio dove si trovano i ruderi della chiesa di San Fabiano, a sovrastare tutti gli altri alberi: 30 metri di altezza, 120 centimetri di diametro. Lo segue a ruota, con i suoi 27 metri di altezza e 155 centimetri di diametro, la quercia di regione Fornacette al termine del percorso di Salute in Cammino.

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