Biella questa volta lancia il gran finale del “Giro”

Ciclismo - Presentata lunedì l’edizione 108 della Corsa Rosa: la nostra città, come già ampiamente anticipato, il 30 maggio sarà sede di partenza della tappa numero 19

Serviva più solamente la presentazione per ufficializzare l’arrivo (o meglio una partenza), anche nella prossima edizione, del Giro d’Italia nel Biellese. E la presentazione, dopo uno slittamento di qualche settimana, è arrivata lunedì 13 gennaio a Roma. Tutto confermato, tutto bello. Biella-Champoluc. E se l’anno scorso avevamo atteso solo un giorno dopo la partenza per vedere i girini a Oropa, quest’anno dovremmo attendere fino a quando alla fine della corsa mancheranno solo tre giorni.

Sarà partenza della terz’ultima frazione (venerdì 30 maggio) per un Giro d’Italia che in fondo nel suo vernissage non ha detto niente di nuovo rispetto a quanto le anticipazioni, anche le nostre, avevano lasciato pensare nelle settimane scorse.

Dopo l’esaltante arrivo del 2024 all’ombra del Santuario con Tadej Pogacar vestito da novello Pantani (di cui ieri ricorreva l’anniversario della nascita), questa volta Biella sarà “solo” partenza sul modello di quanto avvenuto nel 2021 in un’edizione ancora segnata da mascherine e pandemia a coprire e spegnere un poco, quel giorno, unitamente alla pioggia, l’entusiasmo che il Giro si porta sempre appresso.

Sarà, al netto del controllo di planimetrie e altimetrie, molto probabilmente un bel Giro: questo ci dicono le cartine della corsa rosa numero 108. Grande partenza dall’Albania e poi tutta Italia da sud a nord con la conclusione l’ultimo giorno a Roma.

Biella-Champoluc saranno 166 chilometri cui i cartografi del Giro hanno assegnato cinque stellette per via della difficoltà.

Certo non quella che i corridori troveranno sulle strade laniere, dove più che altro faranno bella e applaudita passerella (il km 0 sarà al fondo di via Ivrea, con foglio firma e start ufficioso da piazza Martiri) fino al cuore alto della città al Piazzo. Poi non troppi chilometri in direzione Ivrea e Valle d’Aosta dove le salite renderanno pesanti i chilometri verso l’arrivo. È, a conti fatti, la tappa regina, come si dice in questi casi, della corsa.

Cinque stellette che troveranno replica nella Verres-Sestriere del giorno seguente: l’impressione forte, non essendoci quel califfo dello sloveno, è che la maglia rosa ammirata sul palco partenza dai biellesi non è così scontato che sia poi quella finale di Roma.

Sarà, come detto, un bel Giro, esigente, ma forse non come altri. Non si toccheranno le isole, almeno quelle italiane. Per noi resta la consapevolezza che esserci nel percorso, anche non con la nostra amata Oropa, è l’attestazione di come Biella rientri stabilmente nei piani cartografici di ogni disegno di corsa degli organizzatori di Rcs.

Non a caso alla presentazione di ieri all’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone di Roma in prima fila seduto a fianco del direttore del Giro Mauro Vegni c’era Roberto Pella. Certo per carica e incarico (onorevole e presidente della Lega del ciclismo professionistico), ma non da ultimo per una bella e non scontata capacità di intessere rapporti e propiziare situazioni. Condizione che negli ultimi anni, da un punto di vista ciclistico, ha dato benefici, e non pochi, al Biellese. E a festeggiare il nuovo entusiasmo rosa ieri nella capitale in rappresentanza del Comune c’erano gli assessori Franceschini, Maiolatesi e Moscarola, pure quest’ultimo ormai buon amico dei “quadri rosa” di Rcs.

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