Eternit: la storia di un pericolo troppo sottovalutato

Geometri e Agrari a Casale Monferrato per una giornata di formazione in alternanza scuola-lavoro

Una cinquantina di ragazzi delle classi quarta A Geometri, quarta A e B Agrario del Gae Aulenti di Biella hanno partecipato nel mese di febbraio a un incontro durante il quale si è parlato di Eternit e della sua pericolosità per la salute delle persone. L’evento si è svolto a Casale Monferrato, coordinato da Bruno Pesce, referente di Afeva, Associazione familiari vittime dell’amianto e da Itaca, realtà sociale che dal 2014 promuove il progetto “Si lavora si fatica… ma non a costo della vita”. L’obiettivo di Itaca è educare alla cittadinanza e alla partecipazione responsabile, ricordando le “morti bianche” e le vittime degli incidenti sul lavoro.
A raccontare la giornata sono quattro studenti della quarta A Geometri, Angelica Celoria, Simone Morra, Edoardo Salussolia e Luca Botta.
«I rappresentanti delle due associazioni ci hanno spiegato e illustrato quanto è successo ai tempi della fabbrica Eternit, parlandoci delle leggi e delle norme che sono state applicate negli anni successivi alla chiusura. E’ stata un’occasione per fare esperienza pratica e consolidare le conoscenze acquisite a scuola, grazie a un confronto diretto e partecipato sulla pericolosità dell’eternit per la salute delle persone. Ci siamo soffermati sul significato della parola amianto, un materiale naturale, ovvero un silicato a struttura fibrosa che si ottiene per l’estrazione della roccia madre, generalmente in miniere a cielo aperto, in Piemonte a esempio la cava del Balangero. Abbiamo visto alcuni video con testimonianze dirette sui danni provocati dalla polvere d’amianto, le cui fibre diventano pericolose quando cominciano a disgregarsi, penetrando nell’organismo per inalazione e provocando asbestosi, mesotelioma o cancro polmonare».
Si è parlato naturalmente dei danni fisici causati dall’amianto, i cui numeri sono impressionanti. «Ci sono stati più di tremila morti solo a Casale Monferrato» aggiungono gli studenti, «persone che verranno ricordate il 28 aprile, in occasione della giornata internazionale dedicata alle vittime dell’amianto. Per cambiare rotta sono indispensabili cinque fattori: giustizia, bonifica, ricerca, sicurezza e cura. Ma la cura non c’è. Negli anni d’oro la fabbrica Eternit ha dato lavoro a duemila persone e dal 1950 al 1985 più di tremila lavoratori della fabbrica hanno percepito un salario maggiore rispetto ad altri operai, ma non erano però a conoscenza della pericolosità delle fibre d’amianto. Le gravi conseguenze hanno portato alla chiusura della fabbrica, alla totale demolizione e al risanamento del luogo dove sorgeva, un’area che abbiamo visto con i nostri occhi: un immenso parco dove prima sorgeva la fabbrica, equivalente a 18 campi di calcio, con area giochi e una zona dove sono state sistemate le piantine con i loro fiori bianchi, simbolo dei tanti, troppi fazzoletti che asciugano l lacrime dei familiari delle vittime».

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